Nico Cereghini: "Vado a indagare al WDW di Misano"
Ciao a tutti! Giovedì sera parto per il Ducati Week, l’ormai famoso WDW, con lo scopo primario di rilanciare il mio libro “Casco ben allacciato” dopo il successo della scorsa stagione. Mi dicevano che i motociclisti in libreria non ci vanno, ma non è poi così vero e dico grazie di cuore agli oltre ventimila di voi che in libreria l’hanno acquistato. Molti mi hanno scritto per confermare che è piaciuto molto. A Misano, nel circuito appena intitolato al Sic, avrò un piccolo spazio mio, dove incontrare tutti quelli che ne hanno piacere: nelle giornate di venerdì, sabato e anche domenica in mezzo ai fumi di scarico nel paddock.
Questo l’obiettivo ufficiale. Ma c’è uno scopo a cui tengo altrettanto. Voglio capire cosa prova e cosa pensa il popolo dei ducatisti. Perché mi sa che il pentolone degli umori bolle a manetta. Valentino che va soltanto sul
bagnato, Barbera che sta davanti agli ufficiali in prova, la Desmosedici che più la cambiano e meno reagisce, il sottosterzo cronico, le scelte tecniche in discussione e lo stesso pilota numero 46 in discussione. E l’Audi che arriva se l’Antitrust dice sì. Chissà poi perché l’Antitrust non si occupa di Marchionne che smonta l’industria italiana dell’auto, invece di guardare la Ducati; ma questa è un’altra storia. E poi la Superbike, con Checa che perde la trebisonda e Giugliano che spinge, con la 7 che lascia, Mediaset che invece prende e potrebbe essere un bel rilancio. Così almeno penso io, ma chissà davvero cosa rimugina il ducatista nell’ombra del suo box, mentre dà una lucidatina alla Monster o alla Multistrada per correre al WDW. Gli avrà fatto piacere vedere su Italia 1 lo spot Ducati dove Valentino dice “vieni a Misano se sei dei nostri”, oppure gli ha dato fastidio? Perché l’anno scorso il WDW non c’è stato e nessuno sa veramente quale sia l’indice di gradimento di Rossi tra i ducatisti.
Che poi è gente curiosa, ammettiamolo. Gente che giustamente si esalta davanti alle corse della Superbike con le spallate e le carenate e i voli provocati e subìti, che afferma che lì c’è gente che corre col cuore e con le palle; però poi sul famoso sorpasso di Rossi contro Stoner a Laguna Seca, che è uno dei più grandi esempi di carattere nella storia del motociclismo, fa un’inversione a 180 gradi solo perché Stoner era sulla rossa e Valentino no. Affezionati al marchio, certo, ed è una gran bella cosa. Ma chissà cosa pensano davvero adesso?
Vado, vedo e poi vi racconto.
Lavoro alla Ducati...
...in TV ovviamente farò il tifo per me stesso (la mia azienda), ma se Aprilia, Yamaha o Kawasaki (!) dovessero vincere un mondiale, sarei ugualmente contento, perché altre persone appassionate e competenti come noi italiani hanno lottato, ed hanno dimostrato di essere i migliori per quell'anno.
Diversamente, se vincesse sempre un solo attore, le gare non esisterebbero.
Le moto di oggi più o meno si assomigliano tutte, nell'impostazione e nelle scelte tecniche, ed è giusto anche scegliere per gusto, cambiare, partecipare anche alla vittoria altrui.
E perpiacere, non mettiamo in mezzo di nuovo la storia del meccanico e del tornio contro i dieci ingegneri giapponesi, dato che noi produciamo con un mucchio di macchinari a ritmi infernali, e loro hanno tantissimi tecnici estremamente qualificati ed appassionati.
Le corse non si tifano, si amano.
@Pacco999
"...tutte sono moto prestazionali e troppi, me compreso, guidiamo talmente lontano dai limiti (dove si sentirebbe una eventuale differenza reale) che non possiamo permetterci di giudicare le moto degli altri ancor meno di denigrarle (se non per ironia); chi lo fa, permettimi di dirlo, di moto non capisce molto...!"
...qui mi trovi perfettamente d'accordo, è l'esatto modo di pensare che ha chi possiede passione ma ancor di più cervello e rispetto verso gli altri!
Su una cosa solo ho da ridirti, secondo me, tu a quel limite ci arrivi vicino! Già il fatto di aver la calma di star li a regolare le sospensioni vuol dire, esperienza e sapercela ;-)