No ai dazi che colpiscono moto americane ed europee
L'allarme l'aveva sollevato pubblicamente Harley-Davidson. L'Europa, aveva spiegato, ha deciso un pesante aumento delle tariffe doganali per le moto provenienti dagli Stati Uniti, a partire dal prossimo 1 giugno, e ha deciso di non rinnovare le credenziali BOI che assicuravano ad H-D di importare in Europa le moto costruite negli stabilimenti non americani, leggi Thailandia, con dazi contenuti al 6%.
Le associazioni industriali sulle due sponde dell'Atlantico si sono trovate unite. Da una parte l'ACEM (Association des Constructeurs Européens de Motocycles) e dall'altra la USMMA (United States Motorcycle Manufacturers Association) hanno condiviso un appello alle autorità europee e all'amministrazione statunitense affinché possano risolvere le loro contese commerciali senza colpire il comparto motociclistico che è estraneo ai settori coinvolti direttamente dalla “guerra dei dazi”.
Tanto che una coalizione di 88 associazioni statunitensi ed europee ha scritto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e al presidente USA Joe Biden, chiedendo di sospendere l'applicazione ritorsiva dei dazi all'interno delle controversie commerciali USA-Europa.
Va in questo senso ricordato che anche da parte statunitense ci sono state più volte richieste di tassare maggiormente i motocicli costruiti in Europa assieme ad alti prodotti.
L'appello delle associazioni industriali attiene alle controversie in ambito WTO, l'organizzazione mondiale del commercio, relative ai sussidi ricevuti dall'industria aeronautica civile (vedi il consorzio Airbus) e alla questione del commercio dell'acciaio e dell'alluminio che rischia di riaprirsi dopo il primo di giugno, con la possibilità di altre misure da parte della UE.
In sostanza le associazioni auspicano da un lato il ritorno a relazioni commerciali migliori a beneficio di entrambe le parti – cosa non così semplice - e dall'altro che non si colpisca il settore motociclistico come invece è accaduto più volte negli ultimi anni.
Come è noto le moto che arrivano dagli USA sono penalizzate da dazi del 25% voluti dalla UE per riequilibrare la decisione americana dell'1 giugno 2018 di gravare del 10% l'importazione dell'alluminio e del 25% quella dell'acciaio di provenienza europea.
Le moto oltre i 500 cc erano finite nell'elenco dei prodotti made in USA da tassare, in risposta ai dazi americani, a partire dalla stessa data.
Dal prossimo 1 giugno, come ricordavamo all'inizio, le autorità europee hanno in programma il raddoppio dei dazi doganali, che imporranno una tariffa del 50% sui motocicli USA oltre i 500 cc, secondo la delibera 2021/563 della Commissione Europea del 31 marzo scorso.
fonte ACEM
Purtroppo, in questi giochi tra potenze, qualche vittima c'e' sempre, altrimenti queste leve non funzionerebbero.
Il libero mercato puro e' una illusione.
In molti casi i dazi sono abusati... vizi mascherati come virtu'.
Che vuoi che ti dica per noi motociclisti? compreremo italiano, non ci mancano i marchi. E anche giappo... visto, che, voglio ricordare, diverse volte gli stati uniti hanno usato i dazi per limitare l'afflusso delle moto giapponesi (vedi Reagan con HD...).... questi giochetti a dire appunto il vero li hanno fatti sempre gli USA... che HD si rivolga al suo governo in primo luogo per lamentele...