Stephan Schaller: "BMW continuerà a investire in ricerca e sviluppo"
Stephan Schaller ha lo sguardo intelligente, determinato, concentrato. Nella saletta riservata all’interno del faraonico stand BMW, seduti dall’altra parte del tavolo, se ne percepisce l’intensità. Intensità perfettamente in tono con quello che ci si aspetta dalla persona che, dallo scorso mese di maggio, è alla guida della divisione moto della casa di Monaco.
Quello di Schaller, ingegnere meccanico, è un ritorno a Monaco dopo una parentesi automobilistica (Volkswagen) e nell’ottica d’avanguardia (Schott AG) durata 13 anni.
«Sono stato molto felice di scoprire che BMW è rimasta BMW. Una casa che vive ed agisce ancora secondo gli stessi principi, e con una mentalità orientata ai processi e alle persone. E’ stato come tornare a casa».
Visto il percorso che l’Ing. Schaller ha tracciato a partire dai suoi studi e proseguito in tutta la carriera, cerchiamo di indagare soprattutto nell’ambito delle tecnologie e delle ricerca e sviluppo di nuovi materiali, nuove tecnologie e nuovi prodotti del mondo BMW Motorrad. BMW ha sempre investito in ricerca e sviluppo, anche in periodi di crisi. Una tradizione che Schaller ha tutte le intenzioni di confermare:
«Certo! E’ proprio nei periodi come questo in cui bisogna lavorare sulla ricerca per essere pronti, quando la crisi finirà, a soddisfare la domanda dei nostri clienti».
BMW sta lavorando molto in quest’ottica, anticipando le tendenze del futuro.
«Credo che le prossime sfide si giocheranno sui tavoli della sicurezza e delle emissioni. C’è ancora molto da fare per prevenire gli incidenti e ridurre l’impatto della nostra circolazione sull’ambiente – e possiamo sfruttare tutta l’esperienza che abbiamo in questi ambiti sulle nostre automobili».
Già, le automobili. Viene da chiedere se le tecnologie ibride o full electric, sperimentate con successo sulle auto, non potrebbero trovare applicazione anche sulle moto.
«Le motorizzazioni ibride nascono dall’esigenza di coniugare prestazioni interessanti ad un’elevata autonomia; sul nostro C-Evolution siamo già in grado di offrire un’autonomia di 100km con prestazioni da maxiscooter. Implementare una motorizzazione ibrida comporterebbe un aumento di peso e dimensioni che non porterebbe a reali benefici. Mentre certamente ci saranno investimenti e sviluppi per portare avanti quelle full electric, che meglio si coniugano con un mezzo come una moto o uno scooter per tipologia d’uso e autonomia».
BMW è entrata nel mondo dello scooter con determinazione, ampliando verso il basso una gamma che aveva appena dilatato in direzione opposta con le nuovissime motorizzazioni a sei cilindri delle K1600GT e GTL. Viene da chiedere se anche in tempi come questi BMW è riuscita ad ottenere un ritorno dagli investimenti fatti su questi modelli.
«Assolutamente» spiega Schaller «Dopotutto il 2012 sta per chiudersi come l’anno migliore di sempre per BMW Motorrad, in termini di vendite. Dipende tutto dall’organizzazione di un’azienda e dalla sua flessibilità. La mentalità vincente di cui parlavo all’inizio porta ad un’elevata flessibilità della produzione: siamo in grado di spostare molto rapidamente risorse ed investimenti dai mercati che non si dimostrano redditizi, o che non lo sono più, verso quelli che invece fanno i numeri migliori».
Anche l’attività sportiva di BMW Motorrad sfrutta questa flessibilità: in un momento in cui i costi negli sport motoristici sono molto elevati, la casa di Monaco ha comunque preferito non esaurire il proprio impegno nel mondiale Superbike. Soprattutto dopo essere arrivati ad un soffio dal titolo mondiale.
«Certo, il motorsport è importantissimo: il grande successo della nostra S1000RR e della HP4, il loro dominio del mercato sono arrivati anche grazie al nostro impegno nel Mondiale Superbike!»
Una mentalità da appassionato, che riflette un settore davvero a sé stante. Quello delle moto è infatti un mercato particolare, trainato dalla passione dei clienti, che si rivelano spesso preparati e molto più critici che in altri settori. Uno stimolo o una difficoltà?
«Uno stimolo, senza dubbio. Ma la soluzione non è difficile: basta avere appassionati veri a lavorare sugli oggetti della propria passione. Chi progetta ognuna delle nostre moto è un motociclista che ama lo specifico settore della moto che crea e fa crescere»
La domanda è quasi scontata: signor Schaller, quindi lei va in moto?
«Fin da quando ho preso la patente, a sedici anni. Ho avuto tante moto, tutte usate per strada… e tutti i modelli di GS»
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NO U.E.
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