Suzuki Economy Run
Suzuki Economy Run è partito dalla splendida cornice del Royal Park “I Roveri” a due passi da Robassomero, dove per altro si trova la sede di Suzuki Italia. Una gara sì, ma questa volta non di velocità, né di durata: una economy run, quindi una competizione basata sui consumi. Facile a dirsi ma vi possiamo assicurare, stressante quanto una sessione tirata in pista! Esageriamo? Mica tanto, vista la concentrazione richiesta per ottenere i migliori risultati.
La gara prevedeva l'utilizzo di quattro motocicli. Address 110, scooter prettamente urbano, Inazuma 250, moto entry level parca nel prezzo e nei consumi, Burgman 200, scooterone dai costi di gestione limitati, e V-Strom 1000, voce fuori dal coro, ma come leggerete più avanti, anch'essa attenta ai consumi e quindi ai costi di gestione.
I mezzi protagonisti della prova erano tutti standard, con quantitativi di benzina controllati e certificati dagli uomini del Center Dekra di Torino (Dekra è una società di consulenza e servizi professionali nell'ambito dell'automotive a livello mondiale). Quindi, serbatoio chiuso ermeticamente da un apposito adesivo, road trip caricato su navigatori Tom Tom, altro partner dell'evento, e mano vellutata sul gas. I tempi di percorrenza imposti, prevedevano uno scarto in difetto o in eccesso di 5 minuti, che potevano essere pochi, anzi lo sono stati! Per cui si è stati costretti ad andare piano ma non troppo, per evitare le penalità nel caso si fosse sforato il tempo massimo, stando sempre attenti a non esagerare con il gas, sfruttando le diverse caratteristiche dei motori e soprattutto delle trasmissioni; un cambio a sei marce ha una logica di funzionamento differente da una trasmissione con variatore.
Non neghiamo che quando possibile abbiamo sfruttato discese e rettilinei, mettendo il motore in folle quando possibile (naturalmente solo sulle due moto presenti) e cercando di limitare la resistenza aerodinamica sfruttando al massimo le scie, degli altri concorrenti o dei veicoli che ci precedevano (rispettando sempre le distanze di sicurezza …).
I consumi dichiarati dalla Suzuki sono stati, incredibile ma vero, letteralmente stracciati, quelli che ci sono sembrati in un primo tempo dati ottimistici, si sono rivelati in eccesso … per difetto. Pensate che il vincitore, che ci ha relegato al secondo posto assoluto per poche decine di ml di benzina (!), ha percorso la bellezza di 42,4 km/l con la V-Strom, 73,3 km/l con la Inazuma, 79,8 con l'Address e ben 89,5 con il Burgman 200! Consumi medi registrati su percorsi tutt'altro che rettilinei e nel caso della V-Strom, con variazioni altimetriche di tutto rispetto.
Iniziamo dal principio, quindi dalla Inazuma 250, che è stata la prima delle protagoniste su cui ci siamo cimentati. Il piccolo bicilindrico da 24 cv sulla carta promette consumi e costi di gestione minimi, mentre la facilità di guida e il peso relativamente contenuto (181 kg in ordine di marcia), la rendono un’entry level vera e propria. Il Tom Tom che abbiamo davanti agli occhi ci indica il tragitto da percorrere, 60 km, tempo massimo 60 minuti, considerando che possiamo sforare di 5 minuti, totale 65 minuti. Dopo i primi venti chilometri capiamo che dobbiamo alzare decisamente la media, altrimenti rischiamo di arrivare in ritardo, per cui, busto sul serbatoio, dove possibile, e nel tratto di tangenziale, le scie dei camion sono tutte nostre. Arriviamo giusti giusti al controllo, e scopriremo poi di aver fatto il migliore risultato tra i partecipanti. 81 km/l!
Il tempo di scambiare due chiacchere ed eccoci in sella al Burgman 200, che a differenza della Inazuma, ed essendo uno scooter, ha il variatore ed un motore monocilindrico da 18 cv, davvero poco assetato, come ci confermano gli oltre 120 km/l (!!!) che riusciamo a percorrere in media con un litro di benzina (il vincitore ne ha percorsi 89,5 …). Il fatto di aver ripetuto il precedente itinerario di 60 km, ci ha aiutato ad ottimizzare i tempi di percorrenza, ma il risultato è straordinario. Anche se, lo ammettiamo, difficilmente replicabile nell'utilizzo quotidiano – chi si accovaccia dietro lo scudo, se non quando piove, o sfrutta le scie dei veicoli che lo precedono?
Viene il turno del piccolo del gruppo, l'Address 110, per il quale è stato scelto un percorso prettamente cittadino di 41 km, da percorrere in 45 minuti. Il monocilindrico dovrà dimostrarsi parco, e i 76,6 km/l di media lo confermano, considerando la quantità di semafori, naturalmente rossi, trovati lungo il percorso, e un'incertezza del navigatore che ci ha costretti ad un allungamento di percorso, con relativa rincorsa finale a gas spalancato per non sforare il tempo imposto!
L'ultima prova è però quella che peserà di più in termini di benzina consumata, la V-Strom 1000 è si parca, ma è pur sempre una moto con un bel bicilindrico a V da 1000 cc e con un centinaio di cavalli da abbeverare, quindi un'apertura sbagliata del gas o qualche partenza da fermi di troppo, e ci giochiamo la gara. E così è. Fatichiamo ad arrivare a 40 km/l: troppo pochi rispetto ai 42,4 del vincitore, che ha saputo gestire al meglio la grossa enduro stradale. In entrambi i casi, vale la pena di sottolinearlo, i consumi sono quasi la metà di quelli dichiarati dalla casa madre, 21 km/l!
I risultati ottenuti da tutte e quattro le partecipanti alla gara ha di certo confermato quanto lavoro e quanta attenzione ci sia da parte di Suzuki agli aspetti legati all'ambiente, e quanta tecnologia e ricerca ci sia dietro ogni singola moto. Noi diamo troppo spesso per scontato che una moto debba andare bene e fare meglio del modello precedente, senza però renderci conto di quello che questo significa in termini di sforzi per i tecnici, che si scontrano quotidianamente contro normative sempre più restrittive e rigide. A loro va tutta la nostra stima.
Foto Suzuki
Sono stati utilizzati:
Casco Givi 50.2
Giacca Dainese
Guanti OJ
Pantaloni OJ
A parte i trucchi inutilizzabili nelal guida di ogni giorno, che accorgimenti avete usato?
Per esempio, accelerare subito per raggiungere la velocità voluta e poi "veleggiare" oppure accelerazioni lunghe e dolci?