Una Harley-Davidson Sportster da 200.000km!
Non capita tutti i giorni di vedere 200.000 chilometri sulla strumentazione di una moto. Ancora più raro è vederli su moto che non rientrano nella categoria delle granturismo, o comunque delle moto nate per portarvi comodi e protetti (e magari anche velocissimi) da un continente all'altro. Capirete che vederli sul cruscotto di una Harley-Davidson 883 Sportster, che non barra nessuna delle caselle sopra citate, fa ancora più impressione.
Tutto ha inizio nel 2006, quando il nostro lettore Roberto Bombardieri, innamorato delle bicilindriche di Milwaukee a diciannove anni si mette in casa una Sportster 883, l'unica che al momento si potesse permettere. Depotenziata, perché la patente a quell'età non gli permette di guidare la versione a potenza libera.
Con il tempo la moto cambia - anche poco, per gli standard delle H-D - tornando alla potenza originale ma
soprattutto con la sostituzione dei cerchi (l'anteriore è andato danneggiato in un incidente), degli scarichi con unità aperte e della sella. Proprio questa è quella soggetta a maggior usura, tanto che Roberto scherza dicendo che "ormai ha la forma del mio sedere".
Bombardieri usa la moto in ogni condizione, ma come spiega, curiosamente ci ha girato pochissimo in Italia. In compenso, non c'è nazione del Nord Europa dove non sia stato, girando per sei anni senza sosta e alla minima occasione. Prossima destinazione, il Marocco. La sua fida Harley, del resto, non gli ha mai dato il minimo problema. "Sono quasi preoccupato", continua a scherzare Bombardieri, "perché va talmente bene che ho paura che debba succedere qualcosa per forza!". Ormai, fra moto e padrone c'è un rapporto di grande confidenza, che va ben oltre quello che normalmente lega una moto al suo padrone. "La terrò per sempre, è già deciso. Quando si tratterà di rifare il motore vedrò se continuare ad usarla per girarci o prenderla semplicemente in casa con me!"
Che dire? Buon proseguimento! Ci risentiamo per i 400.000...
Complimenti
aaaa gli italiani , sempre a mettersi uno contro l