Vintage. Onix: “Una BMW va Ri-Fatta Come una BMW!”
- +30
Prato, 15 Agosto. “Ho dovuto modificare, cambiare; lo sai, in Fabbrica non hanno capito nulla!” Mai sentito bestemmie del genere colare giù come bava dalla bocca di un meccanico? Sì, di sicuro. Bene, allora sapete già che di quel genere di tizio si deve diffidare, è un anonimo insignificante e nocivo da cui stare alla larga… Ma veniamo a noi.
Ferragosto, un caldo bestia in officina. Si fonde. Però c’è un po' di brezza e ci sono le Moto, che sono meglio dell’aria condizionata. E poi è un’officina a suo modo. Gli amici la chiamano La Dacia, come la tradizionale abitazione russa, sghignazzando e ammiccando al legame di natura sentimentale del suo proprietario con quel Paese. Fuori è un’officina come tante altre, oltre le saracinesche blindate è… tutto. Officina, sì, ma anche casa, cucina, salotto. Un posto dove star bene e far frullare cervello e mani. Tutti i progetti di Onix, 70 anni di forma olimpica, maremmano trapiantato a Prato, sono nati qui, magari davanti a una pastasciutta e una bottiglia di… acqua fredda (Onix non beve alcolici) con gli amici. "Gli amici sono i migliori consulenti, perché ti danno delle idee appassionate!". Progetti e sfide, tutto è sviluppato e realizzato nel perimetro della Dacia. Tutto nasce e cresce a pochi metri di distanza tra tavola e tornio, fornelli e banchi prova, forchetta e chiavi inglesi. Alla Dacia la vita vibra di idee che lievitano e si materializzano in realizzazioni speciali. Onix, al secolo Onelio Benicchi, ricorda un po’ Burt Munro, l’eroe leggendario della Indian più veloce del Mondo, in chiave di allegra, viva, sdrammatizzante luce Toscana.
Ci siamo conosciuti per altre ragioni, sport, al teatro delle competizioni. Onelio è, per semplificare, un tecnico fuoriclasse. Ha lavorato una vita sulle auto da competizione, e conosce a memoria, anche tattile (nel senso che lo puoi bendare), Stratos, Ferrari e le non facili Porsche. Si è dedicato alle auto da Fuoristrada e alle GP del Deserto ed è consulente di Motul. Meglio noto come OB Motorsport – ah sì, eh, ora avete capito e siete saltati in piedi – di Onix si può dire che è uno specialista di talento con una competenza “retro” spaventosa! Un giorno, in visita alla Dacia, ho scoperto la sua passione per le Moto. Ne ha (ri)fatte una dozzina, tutte nei grandi ritagli di tempo che conquista alla sua vita “ufficiale” dal 2008. Soprattutto BMW. L’ultima creatura è una GS100 Paris-Dakar, antica passione dell’Onix che, quando è arrivata in officina dalla Germania, aveva un aspetto a dir poco inquietante. Urlava vendetta, aveva urgenza di una seria terapia riabilitativa. Non tanto per la indistruttibile meccanica, quanto per le scelte estetiche dell’ex proprietario, che l’aveva colorata di viola effetto ein-letztes-bier-bitte (ancora-un’ultima-birra-prego), raccapricciante! La moto ideale non solo per tipologia, marca e modello, ma per la totale mancanza di remore e di dubbi: andava restaurata per forza, restituita alla sua dignità originale!
La Moto è entrata in officina, e per un po’ è rimasta lì. Poi un giorno, finalmente il tempo e l’intolleranza a vederla lì, di quel colore, Onix si è messo al lavoro. Metodicamente, in silenzio, con occhio e attenzione chirurgica. Quando smonta Onix vuole essere solo, non vuole essere distratto. L’ha sbriciolata nei suoi mille e ottocento pezzi. Sovrastrutture, telaio, motore. E lì si inizia a capire che l’Onix è un preciso, meticoloso al limite (sano) del paranoico. L’analisi anatomica e neurologica dei bricioli rivelava che la GS, in effetti, era in condizioni discrete, diciamo a metà della sua vita se mantenuta in quelle condizioni. Una revisione delle teste e, al compleanno dei 30, sarebbe andata avanti per altri trent’anni. Era, d’altro canto, nelle condizioni altrettanto ideali per essere riportata in tutto e per tutto ai suoi chilometri “zero”. L’obiettivo, la sfida di Onix!
Perché una BMW? Perché una GS di 30 anni? Perché la GS nello schema originale è un sogno di noialtri radicato fino al substrato culturale di stampo fortemente Motociclistico. Poi perché è una BMW. Quando una BMW è a posto prendi e vai, ovunque e per sempre, puoi viaggiare per anni, chilometri e continenti. Puoi anche rompere un pistone, dice Onix. Apri la testa, togli il pistone e anche la biella e, con un solo cilindro, torni o arrivi a casa. Dunque è la moto per andare in giro tranquilli, sicuri, purissimo piacere di andare in Moto e, tra l’altro, sottolinea Onix, assenza di “rotture di coglioni”!
E qui bisogna entrare nel campo ideologico, etico, come nel caso de Lo Zen e L’arte della Manutenzione della Motocicletta, Pirsig, filosofico. Qui si incontrano i cardini del pensiero di Onix. Il primo pilastro del pensiero è il rispetto dell’originale, nel nostro caso del lavoro e delle scelte di BMW. Onix è andato alle origini della Moto, archivio BMW, dal VIN (numero di telaio) ha ricavato tutto, con precisione assoluta, compresi i codici delle vernici. Così è stato scoperto il colore originale della GS, nero tal e verde dei tali. Quindi Onix ha ordinato decals e vernici al distributore BMW, e ha affidato il lavoro a un artista del luogo, per intendersi uno dei rarissimi abilitati a rifare la carrozzeria delle leggendarie R90S. Alcune vernici sono oggi diverse, più eco, il telaio era verniciato a polvere e a polvere deve essere rifatto. Altro specialista, altra rigorosa consegna fuori dal comune.
“Con il tempo migliora il vino, e talvolta siamo migliorati anche noi, figuriamoci se non possono migliorare i materiali e le tecnologie! - Onix è sicuro al riguardo - C’è stata grande evoluzione nei materiali e nelle tecniche di lavorazione. Ecco, partendo dal presupposto che tutto deve essere originale o a questo il più vicino possibile, io non transigo: ricambi solo originali, migliorie solo derivanti dal progresso e, beh… sì, da un paio di idee sviluppate nel tempo con l’esperienza racing, se mi permettete”. Perché ricambi originali? “Perché hanno e sono una garanzia. Tutti possono fare un ricambio fac simile, ma di rado o quasi mai realizzare una replica perfetta. Meglio non fidarsi per principio, che tra l’altro semplifica enormemente la vita in pace con la coscienza. Su certi particolari, poi, mi fido ancora ciecamente di scelte che sono d’”epoca”. Tutta la bulloneria di acciaio è originale, per esempio, mai nuova a meno che non sia necessario. Quel che faccio è ripulire e mandare a zincare a bagno. Altro specialista. E così per le parti cromate.”
Insomma Onix, quanto tempo ci vuole, mediamente, per realizzare un ritorno alle origini come questa GS?
Onelio “Onix” Benicchi. “Non mi pongo mai la questione del tempo. La Moto è mia e il tempo è mio. Ci metto il tempo che ci vuole, e bada bene che è sempre un tempo di prima scelta. Mi spiego. Se un giorno sono storto o non ne ho voglia salto. Evito la noia, anche la routine dell’abitudine. Quando il manometro della passione risale mi rimetto al lavoro. Ho osservato che, alla resa dei conti, ogni moto che ho realizzato si è presa circa un anno di tempo globale. È tutto tempo utile, anche quello “fermo”. Questa GS, per esempio, è stata lì nell’angolo per circa sei mesi, e poi in sei mesi è venuta pronta. Anche i primi sei mesi, tuttavia, sono stati utili. È il tempo durante il quale ho pensato a come fare, a chi rivolgermi, a reperire tutto il materiale e i ricambi e fissare le agende con gli specialisti. Poi, sì, i mesi della realizzazione vera e propria sono una cavalcata entusiasmante, a volte non vado neanche a dormire…”
Ma le Moto, poi, restano tue?
Onix. “Per la verità quasi mai. Le uso, mi diverto, le affino. Nel frattempo capita che un amico inizia a giocare la pressione del desiderio. Arriva un punto della pressione in cui le lune si incrociano e gliela cedo. L’ultima GS che ho fatto, stesso modello ma non Paris-Dakar, è stata un film dell’esasperazione. Non l’ho neanche provata, lo ha fatto il mio amico gommista, detto Culo di Gomma come nella canzone di De Gregori che, con vari ricatti, me l’ha tolta da sotto al culo nel momento cruciale, un attimo prima di metterla in moto. Per fortuna avevo già adocchiato questa GS in Germania!”
Rigorosamente, intransigentemente originale. Ma le tue Moto, alla fine, lo sono in tutto e per tutto?
Onix. “Posso dire di sì… però al 99%. Per prima cosa dubito che il migliore degli operai BMW ci abbia mai messo la passione che ci metto io. Poi, sì, ci metto sempre qualcosa che è un po’ la mia firma. Una di queste è la costante dei cerchi neri. Non c’è una ragione tecnica, mi piacciono così. Per quanto riguarda la meccanica… c’è una forma anche lì, ma vi dico che è un piccolo segreto. Un paio di dettagli che portano un miglioramento favorito dai tempi. Non parliamo di prestazioni, piuttosto di affidabilità, di efficienza…”
Originale plus, bellissima direi. Ma tanto rigore non ti pare un tantino esagerato? Non ti viene mai voglia di realizzare una Special?
Onix. “Stai bono, ‘un lo di’! In settimana ti porto dal Signor M., il dio dell’acciaio, che se ci riceve poi ti racconto della Replica Enduro Six Days la cui costruzione è già avviata... Ma questa è un’altra storia, ve la racconto un’altra volta.”
© Immagini PB
-
SILVIO1969, Prato (PO)Ho avuto la fortuna, quasi per caso, di conoscere Onix. Siamo entrati subito in sintonia.... questione di pelle. Onix è così, schietto e sincero. Amore o odio, ci mette due secondi per mandarti a quel paese! In quel periodo avevo perso la testa per una BMW R 75 America del 1975 che stavo già da giorni trattando. Non ci ha pensato due minuti e mi ha detto: sabato mattina ci vediamo alle 6 e andiamo a prenderla. E così è stato..... gli è bastato uno sguardo per dirmi che la moto era a posto. Grazie ad Onix ho realizzato un piccolo sogno.
-
Gaal Dornik, Modena (MO)Pirsig, senza la e