Yamaha TMAX 530 2015: il video della nostra prova
La quinta generazione che vi presentiamo ora non differisce molto dalla versione che già conosciamo, piuttosto ne arricchisce i contenuti e la dotazione, senza appesantire il prezzo di listino, che resta invariato.
Il TMAX costa ancora 10.790 euro (11.290 con ABS), un prezzo sicuramente elevato che rispecchia però ancora oggi lo stato dell'arte nel campo dei maxi scooter sportivi. Tre i colori disponibili (bianco, nero e grigio chiaro), a cui si aggiunge l'edizione limitata IRON MAX, che ha una colorazione dedicata (definita Liquid Darkness). La sua forcella ha i foderi anodizzati in color oro, la sella two tone con cuciture a vista, le pedane in alluminio e loghi specifici sulla strumentazione e sul codone.
Le finiture generali delle parti di metallo così come di quelle plastiche sono assolutamente esenti da critiche (e ci mancherebbe, il TMAX si fa pagare caro). In tal senso va fatto un plauso alla Casa di Iwata, che di recente ci ha positivamente colpito con uno standard qualitativo molto alto.
Il motore bicilindrico non sa cosa siano le vibrazioni e ha sempre tanta potenza. Il rivale BMW Sport C 600 ha un'accelerazione ancora più brillante, ma non eguaglia la dolcezza di funzionamento dell'accoppiata propulsore/trasmissione dello scooter giapponese. Nella gestione della potenza con la mano destra il TMAX conquista ancora il pilota con unarisposta meravigliosa. Da fermo lo spunto è in principio vellutato, ma basta dare gas per sentire lo scooter giapponese prendere velocità con una progressione incredibile. Dai 4 ai 6.000 giri il TMAX reagisce come una fionda a ogni richiamo dell'acceleratore e sa divertire di brutto anche nei percorsi extraurbani ricchi di curve. Il merito va ovviamente anche al solido telaio in alluminio, che ospita la nuova forcella a steli rovesciati.
Questa unità lavora molto bene sia nella guida sportiva, dove sopporta le peggiori pinzate dei freni senza disturbare l'assetto, sia sul disastrato asfalto cittadino (e Palermo è stato un ottimo banco di prova, il povero TMAX non poteva finire su buche peggiori).