Abbiamo guidato la Cagiva Elefant 900 di Edi Orioli. Un test youngtimer esclusivo: che bomba!
Il progetto Lucky Explorer di MV Agusta ha debuttato e EICMA 2021 e ha riportato alla ribalta le mitiche Lucky Explorer Cagiva che hanno corso la Dakar negli anni 90. E oggi possiamo raccontarvi i suoni, le sensazioni di quell'incredibile epoca: abbiamo guidato la Cagiva Elfant 900 ufficiale di Edi Orioli. Un prototipo unico, che ancora oggi regala emozioni pazzesche.
Una livrea nel cuore di tutti gli appassionati, quella Lucky Explorer che brillava sulle carene delle Cagiva Elefant ufficiali gestite dal grande Roberto Azzalin e guidate da piloti leggendari come Hubert Auriol, Jillet Picard, Ciro De Petri e Gian Paolo Marinoni negli anni 80. E dal mitico Edi Orioli, che con la Elefant vinse due Dakar nel 1990 e nel 1994 (oltre alle vittorie con Honda nel 1988 e con Yamaha nel 1996).
Abbiamo realizzato un sogno. Grazie a Toni Merendino, proprietario della moto (e all'epoca tra i responsabili del Team Ufficiale Cagiva), e a Filippo Bassoli (responsabile marketing di MV Agusta), abbiamo guidato la Cagiva Elefant 900 Lucky Explorer di Edi Orioli del 1990. Un mezzo ufficiale, con i segni del tempo (guai a toglierli!) e una linea che ancora oggi è attuale, filante. Bella! Tra le più belle sicuramente di quegli anni.
Il motore è Ducati (casa che in quegli anni apparteneva al Gruppo Cagiva dei fratelli Castiglioni). Si tratta del bicilindrico desmo, 2 valvole per cilindro, raffreddamento ad aria e olio e distribuzione a cinghie. Sviluppava una potenza volutamente inferiore ai 100 cavalli sia per bruciare le benzine povere di ottani che si trovavano in Africa all'epoca, sia per salvaguardare le gomme e le mousse.
L'erogazione però disponeva di una grande coppia ai medi regimi. L'autonomia era garantita dagli enormi serbatoi in alluminio, per un totale di circa 60 litri con un peso in ordine di marcia di oltre 240 kg. La velocità massima era di circa 190 km/h.
In sella alla leggenda
Guidarla oggi è un'esperienza che porterai sempre con te. Già accendere la Elefant con la pedivella (non c'era spazio per l'avviamento elettrico!) è davvero difficile. Pensate al povero Edi col serbatoio pieno, in cima a una duna e la moto spenta. Roba da eroi.
Superato questo scoglio, la 900 si mostra alta di sella, ma non impossibile (per fare un esempio: la KTM 950 LC8 di Meoni e Sala di 10 anni dopo è molto più impegnativa come altezza sella).
L'ergonomia è corretta, piacevolissima. Staresti ore in sella senza alcuna fatica. Anche la protezione dall'aria non è affatto male. C'è spazio per le gambe, i freni sono morbidi e potenti, le sospensioni efficaci. Più aumenta la velocità e meglio vanno. Seduti si sta da re.
Sapete il bello? E' molto più gustosa e divertente delle enduro stradali bicilindriche di quel periodo. Infinitamente più moderna nella guida. Anche perché il motore farebbe un gran figurone ancora oggi. Regolare sotto, pieno a 3.000 giri, potente e cupo a 6.000. Oltre non ha senso andare, primo per rispetto di una moto così unica e preziosa, secondo perché il bello è proprio ai medi.
Sarei stato in giro tutto il giorno, ma la Cagiva Elefant 900 di Edi Orioli è una moto da corsa speciale. Giusto tornare da Toni e da Filippo per conoscere il passato della Elefant e per scoprire cosa ci riserva il futuro di Lucky Explorer.
Seguiteci, è solo l'inizio!
Info
Tester
Andrea Perfetti (185 cm, 85 kg)
Abbigliamento e pettorina con protezioni Alpinestars
Stivali Alpinestars Tech 10
Casco Alpinestars SM8
Maschera Scott Prospect
Foto di Fabio Principe
Video e editing di Marco Ghisetti
Speriamo che la Desert-X sia all'altezza, purtroppo la MV con il suo tre cilindri sarà molto più turistica.
Io ne una, moto più unica che rara.