HONDA DN-01
Ritorno al futuroCome lei nessuno
Una volta le aziende giapponesi erano accusate di plagio, spesso traevano ispirazione dalla migliore produzione delle industrie del Vecchio Continente e non ne facevano alcun mistero.
Acqua passata. Oggi le quattro sorelle del Sol Levante sono prese a modello quando si parla di innovazione, tecnologia e prestazioni.
Gli ingegneri della Honda si sono spinti oltre, mettendo in produzione un veicolo che ancora mancava, che va ad inaugurare un nuovo genere. Per metà cruiser e per metà maxiscooter, anche se – a ben guardare – la vista laterale richiama alla mente persino le naked sportive.
Con DN-01 Honda ha coniato la prima medaglia a 3 facce, al pilota non resta che scegliere quale mostrare, a seconda dell’umore e della voglia di smanettare o meno sul tasto del cambio. Nessun errore di stampa, abbiamo scritto proprio “tasto”: su DN-01 non troverete il pedale del cambio, tanto meno la leva della frizione.
Human Friendly Transmission
La prima, grande novità della cruiser Honda risiede nella trasmissione. La moto sfrutta un cambio automatico o sequenziale (6 le marce disponibili) denominato Human Friendly Transmission (HFT), che prende le distanze dai classici cambi automatici a cinghia. Nulla a che vedere quindi con Aprilia Mana, l’unica moto automatica che si pone in concorrenza diretta con DN-01, rifacendosi però ai canoni estetici tipici delle moto nude d’indole sportiva.
Il cambio studiato da Honda sfrutta un complicato sistema in parte idraulico e in parte meccanico in grado di modificare di continuo la velocità di rotazione dell’albero in uscita, in modo da ottenere una serie infinita di rapporti (proprio come accade con le trasmissioni CVT).
L’utilizzo si rivela molto più semplice della lettura della scheda tecnica, bastano pochi metri per prendere familiarità con i comandi della nuova Honda.
Una volta acceso il motore, al guidatore non resta che utilizzare i blocchetti elettrici per scegliere quale volto dare a DN-01.
Il pollice destro serve per selezionare la marcia o la folle, mentre l’indice della stessa mano è chiamato a decidere se guidare la moto in modalità automatica o sequenziale.
Se si opta per quest’ultimo cambio di marcia, è chiamata in causa la mano sinistra. È infatti sul blocchetto elettrico sinistro che troviamo il tasto "+ e –" che va a selezionare il rapporto di marcia.
Da notare che, quando si guida in modalità automatica, questo stesso pulsante seleziona le modalità "Drive" e "Sport". Una differenza non di poco conto, dal momento che in “Sport” il carattere di DN-01 si fa più deciso, quasi aggressivo.
La gestione elettronica del cambio vigila su eventuali errori di guida del pilota, impedendo la selezione di rapporti inferiori finché si è al di sopra dei 4.000 giri e della prima marcia se si superano i 25 km/h. Nessun limite invece alla guida sportiva, dal momento che nulla vieta – se non il Codice della Strada – di raggiungere il limitatore di velocità con le varie marce inserite manualmente, fino agli oltre 170 km/h indicati dal display digitale.
Gli occhi da squalo celano una meccanica amica
Può piacere o meno, come tutti gli oggetti dalla forte personalità estetica. La vista è dominata dal basso profilo anteriore, reso aggressivo dai due fari distanti l’uno dall’altro. Proprio come gli occhi di un pescecane. Il parabrezza si allunga verso il busto del guidatore e garantisce una protezione aerodinamica pressoché nulla, a tutto vantaggio dell’estetica. Che su DN-01 viene al primo posto insieme al piacere di guida, come vedremo tra poco.
Il posteriore è dominato dallo scenoso pneumatico di sezione monstre, addirittura 190/50-17 (all’avantreno troviamo un 130/70-17) che sembra quasi sfiorare il largo codone. Non togliete la sella – come abbiamo fatto noi – alla ricerca di vani miracolosi: lo spazio disponibile è ridotto all’osso, buono giusto per riporre i documenti della moto.
Il telaio a doppia culla in acciaio ospita sospensioni convenzionali davanti lavora una forcella tradizionale priva di regolazioni con steli da 41 mm di diametro, dietro troviamo un forcellone monobraccio in alluminio con monoammortizzatore regolabile nel precarico su 7 posizioni. Al suo interno è collocato l’albero della trasmissione cardanica.
Tipicamente cruiser è l’escursione delle sospensioni (110 mm la forcella, 120 l’ammortizzatore).
Il motore è un cavallo di battaglia della produzione Honda. DN-01 è spinta dal bicilindrico a V di 52° di 680 cc che già equipaggia Transalp 700.
In questa versione raggiunge la potenza di 62 cavalli a 7.500 giri/min e la coppia massima di 6,5 kgm a 1.500 giri meno. Una cavalleria che non impressiona sulla carta, ma che dà tutto il brio che serve ai 270 kg (col pieno di 15 litri di benzina) della cruiser di casa Honda.
L’impianto frenante sfrutta il sistema di frenata combinata CBS che, in accordo con l’ottimo ABS di cui dispone DN-01, regala decelerazioni immediate e facilmente modulabili. Il pedale posteriore chiama in azione anche i due grandi dischi anteriori da 296 mm di diametro nelle frenate più decise, mentre una valvola ritardante evita che ciò accada quando si sfiora solamente il comando.
Oltre le aspettative
Il genere cruiser non sempre va di pari passo col piacere di guidare la moto quando la strada si fa sinuosa e ricca di curve lente.
Honda DN-01 ha stravolto le attese e, bassa e acquattata sulle sospensioni, ha messo in mostra qualità dinamiche di assoluto pregio.
In sella si raggiunge presto una posizione di guida accogliente, la seduta è comoda e solo le pedane si rivelano leggermente avanzate nella guida più brillante, a cui la cruiser di Honda si presta volentieri.
Fatta l’abitudine all’assenza della leva della frizione, i pollici prendono confidenza con i pulsanti delegati a selezionare la modalità d’uso del cambio.
Tolto il freno a mano (l’apposita leva trova posto sul fianco destro della moto) e selezionato "Drive", la moto prende velocità con estreme dolcezza, in un crescendo graduale che permette al motore di lavorare intorno al regime di coppia ideale. Ne risentono, positivamente, anche i consumi.
Sempre in modalità “Drive” è possibile spostare più in alto il regime di utilizzo del motore grazie al tasto "Sport". La brillantezza di marcia aumenta sensibilmente, lasciando intravedere le reali potenzialità del bicilindrico Honda realizzato nello stabilimento di Kumamoto.
- HONDA DN-01
Per saggiarne le doti, impostiamo la modalità sequenziale e ci dirigiamo verso un percorso guidato.
DN-01 accetta di buon grado la guida sportiva, mostrandosi capace di assecondare i diversi stati d’animo del suo cavaliere. Il motore accompagna le scalate del contagiri – sino al limitatore posto a circa 8.000 giri/min – con un sound di scarico civile, ma assolutamente personale.
Anche le sospensioni lavorano in accordo tra loro e, a dispetto della ridotta escursione, evidenziano una buona capacità filtrante. L’unico limite alle capacità di piega garantite dal panciuto pneumatico posteriore arriva dalle pedane, posizionate a pochi centimetri dal suolo.
Una volta terminate le curve e fatto ritorno sui trafficati rettilinei che portano al capoluogo lombardo, basta selezionare il tasto “Drive” per ritrovarsi in sella alla cruiser che avevamo conosciuto all’inizio del test.
Facile e immediata come un maxi scooter, ma con il carattere di una cruiser di razza, Honda DN-01 sarà disponibile da maggio al prezzo di 10.900 € franco concessionario, in due varianti cromatiche, grafite black e pearl purple.
Pregi
Linea unica | Funzionalità del cambio | Tenuta di stradaDifetti
Assenza vano sottosella | Protezione aerodinamica
bella e impossibile......
Ma la G-Strider?