Kawasaki Z400 2019, TEST: la piccola Z affila le unghie
Il mondiale Supersport 300 ha aperto le porte a una nuova generazione di moto: sportive con potenze moderate in grado di far divertire ad un prezzo super contenuto. Poter guidare le moto che si vedono in televisione, gasa e parecchio, per questo le Case stanno spingendo molto su questa categoria. Lo scorso anno, nonostante le pesanti limitazioni per equilibrare le potenze, Kawasaki e Ana Carrasco (prima donna a vincere un titolo mondiale su due ruote) hanno messo in riga tutti con la neonata Ninja 400. La piccola carenata ricorda, per look e carattere, le sorelle di cilindrata maggiore: le grafiche replica e i semi-manubri hanno sempre il loro fascino, anche se i giovani motociclisti sembrano preferire per grinta e comfort le nude.
Le Case motociclistiche lo sanno molto bene e, come è successo per la Ninja 300 con la Z300, Kawasaki ha presentato la nuova Z400, la new-entry della famiglia Z che deriva strettamente dalla Ninja 400. Siamo stati invitati dal Marchio di Akashi per toccare con mano e per provare in anteprima, sulle strade intorno al Lago di Garda, la novità dedicata a chi ha la patente A2 (e non solo). Guardate il video per scoprire come è andata e leggete qui sotto i dettagli tecnici della nuova Z400.
Com’è
Come vi abbiamo anticipato qui sopra e in occasione del lancio ufficiale a EICMA 2018, la Z400 è molto legata alla Ninja 400. Ciclista e motore sono condivisi: il telaio in tubi d’acciaio si ispira a quello della H2 e sfrutta il motore come elemento stressato. L’angolo del canotto di sterzo è di 24,5°, mentre l’interasse è più corto rispetto alla Z300: 1.370 mm contro i 1.405 mm. Per quanto riguarda le sospensioni, la forcella è sempre a steli tradizionali, ma il diametro cresce a 41 mm per aumentare la rigidezza e migliorare le sensazioni di guida. Al posteriore è presente un monoammortizzatore regolabile nel precarico.
Rispetto alla carenata, le sospensioni hanno una taratura differente, con molle più morbide per aumentare il comfort in città. Il propulsore bicilindrico da 399 cc raffreddato a liquido (alesaggio x corsa: 70.0 x 51.8 mm) è il più potente della categoria: ben 45 CV a 10.000 giri/min e 38 Nm a 8.000 giri/min. Inoltre, la nuova Z400 monta di serie la frizione antisaltellamento, studiata per alleggerire il carico sulla leva e offrire sensazioni migliori nelle fasi di cambiata e frenata. Per concludere i dettagli tecnici, l’impianto frenante è caratterizzato da un disco singolo da 310 mm con pinza a due pistoncini all’anteriore e disco da 220 mm, morso sempre da una pinza a due pistoncini, al posteriore. Ovviamente, è presente l’ABS di serie.
Rispetto al passato cambia notevolmente l’estetica: prima di tutto, il codino è in linea con i modelli più attuali della gamma Kawasaki e ingloba un faro a LED. Guardandola da davanti, invece, risalta il nuovo gruppo ottico (sempre a LED), meno spigoloso rispetto alla Z300 ma con un design affilato, soprattutto se visto di profilo. Novità anche i fianchetti, che si estendono solo nella parte alta della moto lasciando ben in vista il propulsore. I tecnici giapponesi hanno pensato anche all’ergonomia: la sella rimane a 785 mm da terra, ma è più stretta di 30 mm e l’imbottitura è ora di 90 mm (contro i 50 mm del modello passato). Inoltre, debutta un nuovo cruscotto, derivato dalla sorella maggiore Z650: misto analogico (per i giri motore) e digitale LCD dove si possono leggere numerose informazioni come la velocità, i trip, i consumi, la marcia inserita, l’ora, il livello del carburante e la temperatura dell’acqua. Rispetto alla naked di cilindrata superiore manca la funzione di shift-up, che suggerisce il momento migliore per salire di marcia.
Ci sono stati numerosi aggiornamenti e, nonostante l’aumento di cubatura, il peso è di 167 kg, 3 kg in meno nei confronti della più piccola e, ormai, passata Z300. Ancora troppo, direte voi? I tecnici giapponesi hanno volutamente raggiunto questa cifra per rimanere dentro la soglia del rapporto potenza/peso di 0,2 kW/kg imposta dalla patente A2 e, quindi, avere un motore che possa dare tutto quello che ha.
Come va
Chi pensa che le “300” siano dei giocattolini, si sbaglia di grosso: la nuova Z400 è una moto fatta e finita, che fa divertire anche il motociclista più esperto. La vera, grande, sorpresa è il bicilindrico parallelo da 399 cc, condiviso con la sorella carenata Ninja 400. L’erogazione è molto lineare, sotto i 3.000 giri/min anche in 5^ e 6^ marcia non scalcia, e dai 4.500 giri/min si riscatta con grinta in ogni rapporto. L’allungo è degno di una sportiva: i giri motore salgono, la velocità cresce e il rumore diventa sempre più coinvolgente.
Cavolo, se spinge questo motore da 45 CV: arrivare a limitatore (circa 12.000 giri/min) in strada è abbastanza impegnativo. Quando si tiene la lancetta là in alto vuol dire che si sta andando forte e la Z400 lo permette. Come vi abbiamo anticipato, le sospensioni della naked hanno molle più morbide, che offrono tanto comfort in città, quando magari si incontrano dossi e buche, ma fanno divertire nel misto. La prima parte dell’affondamento della forcella è un po’ libera ma, quando si inserisce in curva e si affrontano curve in percorrenza, hanno un buon sostegno e la moto rimane stabile. Inoltre, nei cambi di direzione è un vero fulmine, non c’è storia con le moto di più grossa cilindrata.
Rispetto alla sorella carenata, la posizione di guida permette di guidare con la schiena dritta (merito del manubrio più alto di 50 mm), così che il peso venga scaricato sulla sella con imbottitura maggiorata. I tecnici giapponesi hanno pensato a una naked adatta ad ogni genere di motociclista: l’altezza della sella è di 785 mm, ma la distanza con le pedane obbliga a tenere le gambe rannicchiate a chi, come chi scrive, è sopra il metro e ottanta. Spilungoni, però, non preoccupatevi: Kawasaki ha già pronta una ricca gamma accessori che comprende anche una sella più alta di 3 cm. Il propulsore trasmette qualche leggera vibrazione su pedane e serbatoio a seconda del numero di giri, ma non ci sentiamo di metterlo tra i difetti: infatti, danno carattere alla Z400, che trasmette la sua anima a chi guida.
Molto buona la frenata, allineata con le prestazioni della moto: il freno anteriore ha un mordente deciso (peccato la leva non sia regolabile nella distanza) e il posteriore è ben modulabile. Da sottolineare l’intervento dell’ABS: mai invasivo e molto efficace nelle staccate più impegnative. La Casa di Akashi ha fatto un grande lavoro anche sulla frizione con il sistema Clutch Assist: per azionarla serve pochissima forza, così che in città non venga affaticata la mano sinistra negli spostamenti in mezzo al traffico. Inoltre, l’antisaltellamento gestisce al meglio freno motore e aiuta quando si riprende il gas in mano.
Per chi è
Kawasaki ha una ricchissima gamma naked: si parte dalla più piccola Z125, per passare alla 400, poi alla 650, per finire con la Z900 e la Z1000. L’ultima arrivata, la Z400, è adatta al giovane motociclista che ha messo da parte il 125 e vuole entrare nella fascia delle moto grandi senza trovarsi tra le gambe un mezzo troppo pesante e impegnativo. La Kawasaki Z400 è una moto facile ma molto efficace: è già disponibile presso le concessionarie ufficiali nelle colorazioni Candy Lime Green/Metallic Spark Black e Candy Cardinal Red/Metallic Flat Spark Black. Il prezzo è di 5.590 euro, una buona via di mezzo tra le dirette concorrenti; inoltre, Kawasaki offre una ricca gamma accessori e una versione Performance che, con 6.290 euro, comprende il silenziatore Akrapovic, l’unghia monoposto e l’adesivo a protezione del serbatoio.
Possiamo dirlo, la Kawasaki Z400 ha tenuto alto il nome della famiglia Z.
Maggiori informazioni:
Moto: Kawasaki Z400 2019
Meteo: Sole, 18°
Luogo: Riva del Garda (Italia)
Terreno: Strada
Foto: Simon Palfrader, Giovanni Mitolo
Sono stati utilizzati:
Casco: Caberg Drift EVO Carbon G3 ANTRACITE OPACO/GIALLO FLUO
Giaccia: Alpinestars T-Missile Air Jacket
Guanti: Alpinestars GP Air Gloves
Stivali: Alpinestars SMX-1 R
Saluti!
brava Kawa e w le piccole cilindrata!