Kawasaki Versys
Eclettica per naturaLa moto più trasversale della gamma Kawasaki, davvero difficile collocarla all’interno di una categoria di ben definita, si rifa il trucco e pensa ad affrontare al meglio il 2010.
Due colpi di bisturi, o meglio di matita, e la Versys 650 nella sua ultima versione si lascia alle spalle il vecchio look senza snaturare la propria personalità e rafforzando ulteriormente l’aspetto funzionale.
Il poco convincente fanale anteriore viene sostituito addirittura da un triplo gruppo ottico che rende più personale e soprattutto più moderno e piacevole la vista del 3/4 anteriore. Anche il fanale posteriore è stato rivisto così come i carter motore e le plastiche copriradiatore. Modifiche di dettaglio anche per gli specchi retrovisori e gli indicatori di direzione. Il lavoro dei designer non ha intaccato la personalità della Versys nel suo complesso, meno male si potrebbe dire, anche perchè la media bicilindrica è un piccolo best seller per la casa di Akashi, che ne ha vendute oltre 10.000 in Italia dalla fine del 2006 ad oggi.
Il nome che è nato dalla fusione della parola Vertex, che in latino significa versatile, e System, sappiamo già che è decisamente calzante per questa moto. La sua duttilità unita alla facilità di utilizzo, rendono estremamente piacevole la Versys, che oltretutto è anche a buon mercato, 7.290 euro esclusa la messa in strada.
Ben fatta
Apprezzabile il livello di finitura anche dei materiali meno nobili. Alcuni particolari, infatti, sono realizzati con plastiche economiche, ma che attraverso un buon trattamento superficiale appaiono meno povere di quanto non siano realmente. Ben fatta la verniciatura ed eseguiti con pregevole cura gli accoppiamenti dei singoli pezzi.
Le modifiche che troviamo sul MY 2010 sono state suggerite direttamente dalla clientela che guida le versioni precedenti. Questa lamentava una scarsa protezione aerodinamica da parte del cupolino e un setting delle sospensioni troppo rigido. In Kawasaki non se lo sono fatti dire due volte.
Per risolvere il primo problema la Versys 2010 esibisce un plexiglas regolabile su tre posizioni, di maggiori dimensioni sia in altezza che in larghezza (per regolarlo purtroppo bisogna mettere mano agli attrezzi di bordo), mentre l'assetto è stato rivisto e reso più comfortevole. Per chi intende migliorare ulteriormente la protezione dall'aria, e magari vuole usare questa Kawasaki per il turismo a medio e lungo raggio, sono previsti due cupolini maggiorati, di cui uno dotato di deflettore regolabile. Sempre per soddisfare e venire incontro alle esigenze più disparate degli utilizzatori di una moto che fa della versatilità il cardine principale, Kawasaki prevede una serie di optional dedicati. Set di borse laterali, bauletto, manopole riscaldate e paramani, navigatore satellitare, presa 12v. Per i più lunghi è poi disponibile una sella in gel che alza di 30 mm il piano di seduta, posto a 835 mm sulla moto standard. Per par condicio è disponibile anche una versione ribassata di 50 mm, per di più rastremata e quindi più stretta di 20 mm, caratteristiche che rendono più agevole poggiare i piedi a terra anche ai meno dotati in altezza.
Il lavoro di affinamento e sviluppo ha riguardato esclusivamente l'estetica, mentre sotto il vestito tutto è tale e quale a prima, anche perchè le basi sono a tutt'oggi ancora estremamente valide e al passo coi tempi. Il bicilindrico raffreddato a liquido da 649 cc eroga ancora i suoi bei 64 CV a 8.000 giri/min, potenza più che sufficiente a garantire prestazioni brillanti anche nell’uso in coppia o con bagagli annessi.
Anche la parte ciclistica non ha subito variazioni, ritroviamo dunque il classico telaio a diamante in acciaio, con il forcellone in alluminio dalla caratteristica forma a banana. Sospensioni invariate nella forma ma riviste nei contenuti grazie ad un setting più votato al comfort. Forcella a steli rovesciati da 41 mm con regolazione del precarico molla e ritorno idraulico sullo stelo destro, momoammortizzatore “obliquo” anch’esso con il precarico molla e ritorno regolabili.
Riconfermati, soprattutto grazie al buon lavoro svolto, sia la coppia di dischi a margherita da 300 mm anteriori, che la singola margherita da 220 mm posteriore. Da segnalare che aggiungendo 500 euro ai 7.290 del prezzo di listino, si può avere la versione dotata del sempre consigliabile ABS.
La strumentazione della Versys, senza cambiare di una virgola, da una parte si distingue per l’ottima leggibilità, dall’altra pecca per la scarsa quantità di informazioni fornite (tachimetro; contagiri; conta km totale; doppio conta km parziale; orologio; indicatore del livello benzina) e soprattutto manca l’indicatore della temperatura del liquido di raffreddamento.
La prova su strada
Kawaski Italia per il lancio della nuova Versys ha portato la stampa nazionale e internazionale nella parte sudoccidentale della Sardegna, a Portoscuso. Da qui è partito l’itinerario che ci ha portati alla scoperta della regione del Sulcis, dei suoi splendidi paesaggi e soprattutto delle fantastiche strade che la attraversano.
Ho avuto modo di provare la Versys in varie occasioni, ed ogni volta mi sono trovato ad elogiarne le caratteristiche di guida, la piacevolezza della posizione in sella e l’adattabilità ad ogni situazione d’uso.
La posizione in sella è pefettamente ergonomica, manubrio largo, pedane alla giusta altezza e una sella che oltre ad essere ben imbottita ha una conformazione ottimale. Le leve al manubrio sono regolabili, così come quella del cambio.
Sin dal momento in cui si innesta la prima e ci si avvia, emerge una delle caratteristiche della Versys: l’estrema facilità di guida.
Il motore dall’erogazione elettrica, che spinge in maniera costante, ma mai brusca, il cambio preciso e la posizione di guida alta sono in grado di mettere a proprio agio chiunque.
Comunicativa come poche altre moto, la bicilindrica Kawasaki si adatta senza batter ciglio a qualunque tipo di guidatore e a qualunque tipo di percorso.
Rapida e precisa nello stretto, la Versys infonde fiducia, che la si guidi in maniera sciolta oppure aggressiva poco cambia.
Anche forzando l’andatura, è davvero difficile metterla in difficoltà, e l’assetto rimane sempre controllato pur senza apparire troppo rigido. Le capacità incassatorie sono infatti più che buone. Notevoli gli angoli di piega raggiungibili, con la certezza che difficilmente le pedane toccherranno l’asfalto, mentre le Dunlop D211 montate sulle nostre moto (in alternativa ci sono anche le Pirelli Scorpio Sync) offrono un grip eccellente in tutte le situazioni e permettono di aprire il gas anche a centro curva senza che emergano perdite di aderenza. In questo frangente emerge anche il “controllo di trazione” insito nella particolare erogazione del bicilindrico, che fluido com’è difficilmente mette in difficoltà la gomma posteriore.
Come sulle versioni precedenti, il motore regala il meglio di sè tra i 5.000 e i 9.000 giri/min, spingere oltre è poco redditizio.
Anche sul veloce la bicilindrica giapponese si dimostra stabile e segue le traiettorie impostate senza particolari problemi ed è in questo frangente che emerge la migliore protezione dall’aria offerta dal nuovo cupolino. Il busto rimane protetto completamente, mentre le spalle sono in parte investite dall’aria, così come il casco, ma il flusso d’aria è esente da fastidiose turbolenze.
Le vibrazioni sono presenti, ma il disturbo che arrecano è limitato, e le pedane (anche quelle del passeggero) dotate di un nuovo rivestimento in gomma, pare che svolgano al meglio il loro compito. La vera novità è però rappresentata dai supporti motore posteriori del bicilindrico che sono montati elasticamente e smorzano ulteriormente le pulsazioni del 650 giapponese. Sempre a riguardo delle pedane è da sottolineare che il battitacco di quelle del guidatore è verniciato e privo di una qualsivoglia protezione, caratteristica che ha portato dopo un solo giorno di utilizzo con gli stivali, ad antiestetiche abrasioni.
Anche fuori
Portata al di fuori del nastro d’asfalto, la Versys, a dispetto della sua ruota da 17 anteriore, ha affrontato con discreto successo gli sterrati più o meno impegnativi che portano alla spiaggia di Piscinas. Adesso capisco l’alternativa dei Pirelli Scorpion Sync, che grazie alla scolpitura più estesa possono trarre d’impaccio anche sui fondi sdrucciolevoliL’avantreno leggero e l’ampia escusione delle sospensioni permettono alla Kawasaki di arrivare dove non ti aspetteresti.
Molto buono il comportamento dell’impianto frenante, che sulle prime mi aveva lasciato perplesso per la scarsa potenza e la risposta spugnosa dei comandi. Tutto era dovuto ai pochi chilometri percorsi dalla moto (meno di 400). È bastato rodare i dischi per migliorare le prestazioni e recuperare il tempo perso. I dischi a margherita si sono dimostrati discretamente potenti e soprattutto modulabili, quasi a prova di errore, nel qual caso è pronto ad intervenire il sistema antibloccaggio ABS (presente sulla moto) che seppur poco invasivo, una volta attivato tende a pulsare in maniera piuttosto evidente.
E’ arrivato il momento di riportare a casa la Versys, e un’occhiata all’indicatore della benzina evidenzia un consumo medio molto buono. Rabboccando il serbatoio da 19 litri viene fuori che con poco più di 7 litri abbiamo percorso 130 km dall’ultimo rifornimento. Un ottimo risultato, anche perché abbiamo sfruttato a fondo la meccanica della Versys. E’ quindi pensabile che con una guida più rilassata si possa fare di meglio.
- Posizione di guida | Prestazioni dinamiche | Versatilità
- Strumentazione non particolarmente completa
Io posso dire che la mia del 2010 con 50.000 km va ancora una crema.
Vibra, certo che vibra, ma se avete paure delle vibrazioni di un bi-650 prendete un Kymco o una GS: le moto non fanno per voi.
Era la moto che cercavo ...