Moto Guzzi V7 III 2018: Carbon, Milano e Rough
Dopo averla presentata nel settembre 2017, Moto Guzzi ha deciso di implementare la famiglia V7 III con tre nuove allestimenti: Carbon, Rough e Milano che, nonostante condividano la medesima base tecnica, differiscono per svariati particolari che conferiscono a ciascuna un'identità propria e ben definita.
Il telaio rimane il tubolare a doppia culla scomponibile in acciaio e il motore è sempre il bicilindrico trasversale “small block” di 744 cc, con raffreddamento ad aria e con 52 CV di potenza a 6.200 giri/min e 60 Nm di coppia a 4.900 giri/min.
Se da una parte questa base tecnica è condivisa tra i tre allestimenti, ciò che invece cambia, oltre alla colorazione dei serbatoi, è la componente stilistica, che si differisce per i cerchi, la strumentazione e i parafanghi.
Si parte dall'allestimento “entry level”, la Rough, “Ruvida”, in italiano: una moto che strizza l'occhio al mondo delle scrambler. Ciò che più colpisce, di questa Rough, oltre ai cerchi a raggi – con camere d'aria – gommati Pirelli MT60, è l'abbinamento ben riuscito tra il total black della parte inferiore della moto, con motore, cerchi, impianto di scarico e fianchetti in alluminio, verniciati in tinta nera satinata, e l'alluminio dei parafanghi, che si lega bene con l'argento opaco del serbatoio. Bello poi il manubrio nero con tanto dib traversino. Il prezzo di questo modello è di 8.990 euro.
L'allestimento intermedio, almeno per quanto riguarda il prezzo, è la Milano, che è stata sviluppata sulla base della V7 III Special, della quale mantiene la strumentazione a doppio quadrante circolare, i doppi terminali di scarico cromati e il maniglione per il passeggero pure cromato. A distinguerla dalla special ci pensano i cerchi a sei razze sdoppiate, la tinta del serbatoio, verniciato in un grigio molto luminoso, e l'alluminio dei fianchetti e dei parafanghi. L'allestimento Milano è in vendita a 9.040 euro.
Ultima, ma non ultima, la versione Carbon, la più costosa, ma ovviamente anche la più pregiata dal punto di vista della componentistica. La fibra di carbonio caratterizza in maniera prepotente il design di questo allestimento, grazie ai parafanghi e ai fianchetti laterali realizzati in questo materiale. A contrastare il nero opaco, colore in cui è verniciato anche il serbatoio, ci pensano i tanti dettagli rossi quali i coperchi delle teste dello “Small Block”, l'aquila sul serbatoio, i loghi sui fianchetti e la pinza freno anteriore a marchio Brembo. Un altro dettaglio che mette in risalto il design raffinato della Carbon è la sella, realizzata in Alcantara impermeabile nero, con impunture a contrasto anch'esse rosse.
L'allestimento Carbon è l'unico dei tre presentati ad essere realizzato in tiratura limitata a 1921 esemplari, numerati e riconoscibili grazie all'incisione a laser riportata sulla piastra superiore del manubrio: sebbene possa sembrare un numero a caso, per chi non lo sappia, 1921 è l'anno di fondazione della Casa di Mandello del Lario. Per portarsi a casa la Moto Guzzi V7 III Carbon bisogna sborsare 9.990 euro.
Ricchissima è poi la scelta degli accessori originali e omologati che sono disponibili per questo modello. Infatti, da quando la V7 III è stata introdotta sul mercato, il 60% delle moto vendute è stata acquistata dal proprietario con almeno un accessorio originale, customizzando la moto a proprio piacimento. Parliamo di circa 200 pezzi presenti a listino per questo modello, volti a personalizzare la propria moto. La scelta di Moto Guzzi di proporre tre diversi allestimenti è stata dettata dalle richieste dei clienti che richiedevano alla Casa di Mandello del Lario di avere delle versioni base già ricche di accessori, in modo tale da avere uno stile di riferimento per poi continuare a proprio piacimento con le modifiche.
Tre allestimenti, un unico piacere di guida
Nonostante i tre diversi allestimenti sembrino dare un carattere parecchio differente alle tre moto che abbiamo provato, essendo la base tecnica la stessa il feeling di guida rimane invariato. Ciò che più colpisce è la facilità con cui queste moto si guidano. Si sale in sella si prende velocemente confidenza con un mezzo facile da maneggiare, che, sebbene non sia proprio un peso piuma - con i sui 209 per la Rough e la Carbon e 213 per la Milano - rimane agile grazie al basso baricentro e a una discreta ciclistica. L'ormai arcinoto bicilindrico 750 è abbastanza brioso ai medi regimi, senza però risultare propriamente esaltante nell'allungo: ma, alla fine, questa Guzzi non è certo una sportiva purosangue, né ha la pretesa di esserlo. La ciclistica rende la moto precisa anche nel misto stretto, con una forcella abbastanza sostenuta che però riesce ad assecondare bene le asperità. Un po' rigidi invece gli ammortizzatori posteriori, che però non sono mai troppo secchi sulle buche, smorzate anche dalla sella relativamente morbida.
La frenata è sempre pronta e ben modulabile, con l'ABS che non è mai eccessivamente invasivo: solo la leva del freno anteriore è un po' spugnosa. Nonostante possa far sorridere i più smaliziati, il controllo di trazione, che può essere impostato su due livelli, torna utile quando l'asfalto è bagnato, incrementando notevolmente la sicurezza, soprattutto per chi è alle prime armi.
In sintesi
I tre nuovi allestimenti confermano la bontà dellapprezzato modello di Mandello del Lario che, grazie a finiture di buon livello, prestazioni più che oneste, facilità di guida e design nostalgico, riesce a far breccia nel cuore di una nuova generazioni di Guzzisti.
Per la prova completa vi rimandiamo al test effettuato a settembre dal nostro Francesco Paolillo.
Maggiori informazioni:
Foto di Cristina Pertile
Luogo - Lago di Como/ Val Trebbia
Meteo - sole/pioggia 10 gradi
Abbiamo utilizzato:
Giacca Revi'it! Newton
Guanti Alpinestars Rage Drystar
Casco AGV K-5 S
Scarpe Rev'it Mohawk
Da guzzi però ci aspettiamo anche altro