PIAGGIO Vespa S
Ritorno al...passatoDedicata principalmente al pubblico più giovane, anche se a parer mio qualche cinquantenne nostalgico si toglierà lo sfizio di acquistarla, questa Vespa S ripropone in chiave moderna le caratteristiche che hanno reso celebre la versione anni settanta. Linee essenziali e pulite, faro rettangolare e parafango rastremato, si riallacciano ad un discorso aperto oltre trenta anni fa. Anche la sella nera con bordino bianco, sa di "già visto", così come la mancanza del portaoggetti nel retroscudo (al suo posto ci sono due portaoggetti aperti) ed i fregi cromati uno sullo scudo e l'altro sul parafango anteriore.
Per il resto la S ricalca in toto le caratteristiche della versione LX, a partire dal motore, il monocilindrico Leader 4 tempi monoalbero raffreddato ad aria, che eroga 10 cv a 8.000 giri/min. Anche il telaio…pardon, la scocca è la medesima, così come le sospensioni, con l'immancabile monobraccio anteriore dotato di ammortizzatore idraulico a doppio effetto, mentre dietro viene montato un ammortizzatore anch'esso idraulico ma con molla regolabile nel precarico su 4 diverse posizioni.
Quello che mancava alla vecchia Vespa, ma che è diventato un irrinunciabile comodità sugli scooters moderni è il vano portacasco sotto la sella. E qui ne troviamo uno ben conformato e capace di contenere un casco aperto.
La strumentazione, all'interno del cruscotto cromato, comprende due indicatori analogici rispettivamente per il tachimetro e il livello carburante, mentre un piccolo display indica l’ora.
La posizione di guida è quella tipica di tutte le Vespa, unica e irrinunciabile caratteristica di questo scooter, seduti con le gambe a 90°. La sella discretamente imbottita offre un comfort più che buono per i tragitti a breve e medio raggio.
Le colline toscane intorno a Pontedera, mitica sede dello stabilimento Piaggio, fanno da cornice al test dinamico della Vespa S. Era da tempo che non guidavo uno scooter con le ruote da 10 pollici (anteriore da 11) e sulle prime si rimane quasi sorpresi dall'agilità che consente questa scelta tecnica. Basta semplicemente pensare di cambiare direzione, e il Vespino come una saetta esegue il comando. Naturalmente tanta reattività, che consente di zigzagare nel traffico, va controllata sul veloce, dove è necessario guidare con estrema pulizia, evitando le manovre troppo rapide. Il motore da parte sua, impegna poco la ciclistica, vista la potenza non proprio da sportiva, e permette accelerazioni e riprese in stile...aspetta che mi guardo intorno ed osservo il paesaggio (che qui non è niente male…).
- La posizione di guida è quella tipica di tutte le Vespa
Il compito dell'impianto frenante misto disco-tamburo, non è dunque dei più ardui, viste le prestazioni modeste, ma il suo lavoro lo compie in maniera più che onesta. Ottima la modulabilità del posteriore, buona la potenza dell'anteriore, ma occhio alla tendenza del ruotino anteriore a bloccare sui fondi sconnessi o scivolosi.
Il comfort è decisamente superiore a quello delle Vespa classiche, e permette di macinare chilometri senza particolare affaticamento.
Al di là di come vada e quanto consumi, di come tenga la strada e come freni, la cosa che rende affascinante questo mezzo è la storia e quello che rappresenta nell'immaginario comune, la Vespa è la Vespa, lo scooter per eccellenza che fa tendenza. In ogni angolo del mondo la conoscono o se ne può trovare una.
Anche il sottoscritto ha macinato chilometri, prima su un Vespino 50 e poi su un Vespone 200, ma chi di voi non lo ha fatto….
Pregi
Immagine | Finiture