SUZUKI Burgman AN 650 Executive
Status symbolImponente nell’aspetto, opulento negli allestimenti e nelle dotazioni, il maxi Suzuki è un vero status symbol.
L’esagerazione comincia per esempio con le dimensioni XXL, lunghezza, larghezza (con specchietti retrovisori aperti) degne di una microcar.
L’estetica, moderna e curata fin nei dettagli, esprime al meglio i concetti che stanno alla base del Burgman 650 Executive: raffinatezza; esclusività; immagine.
Anche sotto al vestito, il maxi Suzuki si dimostra al top.
Il bicilindrico Suzuki di 638 cc (cilindrata record in questo settore) dotato di iniezione elettronica, vanta una potenza di tutto rispetto, 55 Cv a 7.000giri, con una coppia di 62 Nm erogata a 5.000 giri.
Tanto per non cadere nel già visto al propulsore è stato affiancato, per la prima volta su di un motociclo di serie, un cambio a trasmissione variabile continua (CVT) controllato elettronicamente.
Questo consente due programmi di funzionamento totalmente automatici (normal e power) ed uno manuale (manual). La selezione del tipo di programma avviene tramite un pulsante posizionato sul blocchetto sinistro. Scegliendo la posizione Normal, il motore del Burgman funziona a regimi più bassi con una rapportatura più lunga, risparmiando carburante. Quando invece è inserito il programma Power con una rapportatura più corta il regime di funzionamento aumenta, consentendo una risposta più brillante e immediata alle aperture di gas.
Il programma Manual ha cinque rapporti predeterminati nel CVT, che vengono selezionati usando i tasti Up e Down sul manubrio.
- 55 Cv a 7.000giri, con una coppia di 62 Nm erogata a 5.000 giri
Tanta esuberanza meccanica deve essere arginata da una ciclistica all’altezza. Il telaio del Burgman 650 Executive è un tubolare con forcellone posteriore in alluminio, caratterizzato da un’elevata rigidità torsionale.
Tra le dotazioni che fanno meritare l’appellativo di Executive al nostro Burgman vanno segnalati l’ampio parabrezza regolabile in altezza elettricamente (95 mm in totale) mediante l’utilizzo di due pulsanti, e gli specchi retrovisori, ripiegabili elettricamente, particolare che come vedremo più avanti è necessario in determinate situazioni.
Altra caratteristica positiva del nostro “maxi” è la grande disponibilità di vani portaoggetti, peculiarità che permette di stivare un quantitativo di bagagli sbalorditivo per un due ruote. Il vano sottosella, dimostra di essere un vero bagagliaio (56 litri di capacità). Al suo interno si possono stivare due caschi integrali, due tute antipioggia e vari oggetti di piccole dimensioni. I due vani portaoggetti sullo scudo anteriore, sono estremamente profondi, mentre quello dotato di serratura offre ulteriore spazio per guanti, chiavi e la presa di corrente per ricaricare il cellulare.
Visto il livello generale delle dotazioni, il cruscotto non poteva essere da meno. Completissima la strumentazione che fornisce qualsivoglia indicazione su velocità, contagiri, contachilometri, consumo medio e chi più ne ha più ne metta.
Decisamente elevato il grado di finitura, come per il resto (verniciatura ed assemblaggi) è difficile trovare delle sbavature e considerando i 9.000 Euro del prezzo di acquisto…beh meglio così.
La posizione di guida, è quella tipica degli scooteroni dell’ultima generazione. Braccia avanti, gambe pure e schiena incurvata (purtroppo aggiungo io…). La sella dotata di schienalino regolabile, è ampiamente imbottita e confortevole. Anche per la porzione dedicata al passeggero (anch’esso “dotato” di schienalino) nessuna lamentela è ammessa.
Meno buona la situazione per i piedi, visto lo scarso spazio offerto dalle pedane guidatore, che a causa del posizionamento avanzato del motore, non sono molto larghe. Dal 43 di scarpe in su è facile che parte della suola delle calzature esca dalla sagoma dello scooter . Problema diverso per il passeggero, che ha a disposizione due ampie pedane, ma il posizionamento delle stesse, più interno rispetto ai fianchetti della carrozzeria, obbliga il passeggero a tenere le punte dei piedi rivolte verso l’interno, in una posizione poco naturale. Anche la salita in sella rappresenta un esercizio ginnico, a causa dell’altezza delle pedane, che sommate alla presenza dello schienale, obbligano a qualche esibizione atletica poco consona alla classe del Burgman.
Le dimensioni sulle prime incutono timore, ma la cosa che mette in reale difficoltà sono le manovre da fermo, davvero notevole lo sforzo per manovrare il Burgman da fermo a motore spento. Opposta situazione non appena ci si mette in moto. I 238 Kg (a secco) scompaiono come per magia, le dimensioni…quelle no.
Il 650 si lascia condurre con un filo di gas, senza fatica alcuna, mentre il potente bicilindrico è sempre pronto allo scatto, anche nella modalità normal.
Che il Burgman 650 sia poco adatto al caos delle città, ci vuole poco a capirlo. È sufficiente una colonna di auto per accorgersi che le dimensioni sono davvero fuori norma. La prima cosa che viene spontaneo fare è richiudere gli specchi, per evitare di “autografare” le fiancate delle auto che si sorpassano, ma la cosa a volte non basta e allora…incolonniamoci e pazienza. L’angolo di sterzo favorevole viene incontro al guidatore nelle gimcane, ma la lunghezza totale degna di una Smart c’è e si può far ben poco per mitigarla. Lo scatto da fermo in modalità power, consente di lasciarsi alle spalle qualsiasi veicolo a due ruote senza particolare impegno da parte del guidatore.
Sempre gironzolando in città emerge un particolare che ho trovato fastidioso. Il freno motore decisamente invadente alle basse velocità, costringe a dover tenere sempre il gas leggermente “aperto” pena repentini e indesiderati rallentamenti.
La pulsantiera a dir poco affollata sul blocchetto sinistro, costringe ad un tirocinio prolungato per evitare di incasinarsi troppo, 9 pulsanti sono davvero tanti!. Nel caso indossiate guanti invernali i problemi si moltiplicano...ma qualche comando non lo si poteva spostare a destra?
L’utilizzo del cambio manuale, si adatta maggiormente alla guida brillante, per non dire sportiveggiante, nei limiti delle caratteristiche del Burgman 650. La possibilità di gestire le scalate e di conseguenza il freno motore durante le frenate, aiuta nella condotta “allegra”.
Peccato che il posizionamento del pulsante D (down – scala rapporto) renda difficile la manovra di scalata, mentre si agisce contemporaneamente sulla leva sinistra del freno.
La frenata, assistita dal sistema ABS, si è dimostrata abbastanza potente, fino alle velocità medio–alte. Oltre, la massa “importante” del Burgman 650 si fa sentire, e lo sforzo da applicare alle leve dei freni per rallentare in maniera decisa diventa consistente. La modulabilità è criticabile, solo per il freno posteriore, che tende a far intervenire troppo repentinamente l’ABS. L’anteriore si dimostra decisamente più “trattabile” e modulabile, ma soprattutto meno incline al bloccaggio.
Piacevole l’agilità mostrata dal Burgman nei percorsi ricchi di curve, dove l’unico difetto riscontrato è la scarsa luce a terra, che significa sonore grattate se si esagera con le pieghe.
Naturalmente la condotta di guida che premia maggiormente è quella pulita e rotonda, che limita gli ondeggiamenti di una ciclistica che privilegia il comfort piuttosto che le prestazioni. Nel complesso i percorsi extraurbani rappresentano il terreno più adatto al 650 Suzuki, così come i trasferimenti autostradali, aiutati dalla cavalleria offerta dal bicilindrico.
Il comfort offerto dal Burgman è elevato, ma non privo di qualche difetto.
Se la sospensione anteriore dimostra di essere una gran incassatrice, dietro la risposta è meno filtrata, e le imperfezioni del manto stradale si sentono in maniera fastidiosa (caratteristica che accomuna quasi tutti gli scooters).
Decisamente più roseo il discorso delle vibrazioni, praticamente assenti a qualsiasi velocità o regime, davvero un bel lavoro di filtraggio.
La protezione aerodinamica è più che buona, solo per il guidatore, che oltretutto grazie al parabrezza regolabile si può personalizzare a piacere la “copertura” dall’aria del busto e della testa. La posizione rialzata e “panoramica”del passeggero, invece espone quest’ultimo ai fastidi dell’aria.
Meno protette le gambe, che sono poco riparate dallo scudo anteriore.
Nel complesso il Burgman 650 Executive rappresenta lo stato dell’arte degli scooters di alta gamma. Potente, ricco di fascino ed esclusivo…anche nel prezzo.
- Allestimento – Prestazioni – Finiture – Disponibilità vani portaoggetti
- Sospensione posteriore rigida – Dimensioni importanti - Freno motore invadente
Permesso…!
SIAMO FERMI ALLA PROVA DEL 2005
In attesa
Un saluti a tutti i possessori del principe ciccio ovvero burgman 650