Yamaha MT-09 2016
La Yamaha MT-09 compie due anni nel 2016 e spegne ventimila candeline. Tanti l’hanno acquistata sino a oggi in Europa. Naturale quindi che dalle parti di Iwata non abbiano stravolto il progetto, che anzi si limita a dotarsi in questa stagione del controllo di trazione TCS sulla versione con ABS, che costa 8.690 euro. Vi diciamo subito che a listino resta anche la MT-09 base, senza antibloccaggio dei freni. Costa 8.190 euro, ma crediamo che il risparmio non giustifichi affatto la rinuncia del prezioso optional, che tra l’altro garantisce una migliore tenuta del valore dell’usato.
L’abbiamo provata e possiamo dirvi subito che il comportamento della potente tre cilindri non è stravolto, anche se qualche bella novità arriva – un po’ a sorpresa – dalla forcella.
Com’è fatta
La MT-09 è fedele a se stessa. Recuperiamo quindi la nostra prova del 6 settembre 2013 per dirvi com’è fatta la nuda giappo. Il motore tre cilindri bialbero con quattro valvole per cilindro di 847 è compatto e pesa solo 60 kg. Dalla sportiva YZF-R1 mutua la soluzione crossplane dell’albero motore a croce. L’albero motore a 120° ha intervalli di accensione regolari a 0º, 240º e 480º. La MT-09 eroga 115 cavalli a 10.500 giri e ha la coppia massima di 87,5 Nm a 8.500 giri. L’iniezione ha iniettori a 12 ugelli, collegati direttamente alla testa. Inoltre i tre condotti di aspirazione hanno lunghezze per accordare al meglio la respirazione del motore e quindi la sua risposta ai comandi del pilota. Non manca la gestione elettronica dell’acceleratore (YCC-T), introdotta sulle supersportive R1 e R6.
TCS se scegli l’ABS e mappe riviste
Sulla MT-09 è presente il sistema D-Mode, che offre la selezione di tre mappe. La STD (standard) è quella intermedia. La A dona invece una risposta pronta ai bassi, quasi aggressiva. La B invece smorza i toni, ma non i cavalli ed è perfetta per la guida col passeggero.
Rispetto al modello del debutto (2014), la MT-09 del 2016 vanta una nuova configurazione delle tre mappe. Sulla prima 09 infatti avevamo lamentato una risposta sin troppo brusca della mappa A e un effetto chiudi-apri ben presente con la Standard. Ora le cose vanno in modo diverso: la mappa Standard dona una risposta molto dolce e gestibile. La B è ottima sul bagnato e ammorbidisce tanto la reattività del tre cilindri. La A dà ancora tutto e subito, è molto sportiva e mantiene l’indole arriccia-asfalto della vecchia mappa. Il controllo di trazione TCS può essere escluso o impostato sul livello 2 (più conservativo) e 1 (adatto alla guida sportiva, lascia la moto libera anche di impennare, ma sempre con una certa gradualità).
La ciclistica
Il telaio, oltre che bello, è leggero (pesa 10 kg) e moderno. È formato da due sezioni pressofuse in alluminio, al pari del forcellone. Quest’ultimo ha i bracci asimmetrici, quello di destra è a banana per lasciare lo spazio necessario al silenziatore. Il peso totale è di 188 kg con tutti i liquidi (171 kg a secco), a cui si aggiungono i 3 kg dell'eventuale ABS. La forcella a steli rovesciati da 41 mm è arricchita dalle due piastre di sterzo in alluminio forgiato. È regolabile in estensione e nel precarico. La sospensione posteriore Monocross ospita l’ammortizzatore sotto la sella, disposto quasi orizzontalmente e regolabile nel precarico della molla e nel ritorno dell’idraulica (130 mm di escursione). I due dischi anteriori flottanti da 298 mm sono abbinati a pinze radiali a 4 pistoncini contrapposti; dietro lavora un disco da 245 mm. I cerchi in alluminio a 10 razze ospitano pneumatici 120/70ZR17 e 180/55ZR17.
La nostra prova
La MT-09 si presenta a noi nel bel colore Night Fluo che vedete nelle foto e nel video che abbiamo fatto ad Alicante. La posizione in sella è identica a prima, decisamente particolare nel panorama delle moto nude. Si pone esattamente a metà strada tra una classica nuda e una supermoto: il manubrio è vicino al pilota e piuttosto alto. Le dimensioni generali sono davvero contenute, pare di muovere tra le gambe una piccola 125. Ma quando gira il gas, la risposta del tre cilindri fa rizzare i peli sulle braccia.
Il cruscotto digitale asimmetrico e i blocchetti sono minimal nello stile, ma belli da consultare e da guardare. Le finiture sono eccellenti, c’è tantissima qualità e solo qualche adesivo lasciato volutamente senza trasparente.
La 09 spinge fortissimo già a 4.000 giri, dove vanta una reattività all’acceleratore unica nel panorama della maxi a tre cilindri. Ai bassi non ci sono vibrazioni o strappi, mentre l’allungo resta convincente anche agli alti. Il cambio a sei marce è preciso e ben rapportato. Ora le mappe, come anticipato, hanno raggiunto un ottimo compromesso: la Standard ha eliminato l’on-off presente sulla prima versione, la A resta invariata e molto sportiva, mentre la B castiga il tre cilindri in modo da renderlo ben gestibile in caso di pioggia.
Il controllo di trazione, insieme all’ABS, vanta un funzionamento impeccabile. Appena invasivo sul 2, dà invece un sostanziale aiuto nella guida sportiva se impostato su 1. In questo caso nulla toglie al piacere di stare in sella alla MT-09. Può essere escluso, ma fatelo consapevoli della grande potenza che questa moto eroga già ai medi regimi.
Yamaha non ha dichiarato altri interventi sulla moto, ma abbiamo riscontrato una risposta migliore da parte della forcella nelle frenate sportive. C’è un maggiore sostegno in fase di compressione, che si traduce in trasferimenti di carico più contenuti quando si richiamano i freni.
Pregi
Gran qualità | Motore esuberante e sportivo | Agilità
Difetti
Perché lasciare a listino la versione senza ABS?
Attenzione: questa prova mostra un pilota professionista in condizioni controllate. Non imitate simili comportamenti di guida che potrebbero essere pericolosi per voi e per gli altri. I video e le foto sono stati realizzati su strade chiuse al traffico dallo staff Yamaha.
Vista di recente nei nuovi colori, esattamente quelli della moto del test.
La avvicinano nel concept alla MT-10, personalmente penso che non sia un bene, ma la piattaforma di per sé è valida e questa non è una novità.
I difetti più comuni sentiti qua e là riguardano manubrio largo e cedevolezza della ciclistica.
Premesso che alla cifra a cui viene proposta non si porta via nulla di meglio, se si aggiunge a questa pochi spiccioli si può già uscire dal concessionario con un manubrio aftermarket di 2 max 4 cm più corto tranquilli che la moto girerà comunque in un fazzoletto in virtù del suo peso. Magari si potrebbe optare per un olio forcella un pò più robusto e ovviare in parte alla cedevolezza dell'anteriore in frenata, e perché no, magari dopo un annetto, dotarla di una cartuccia di qualità e di un buon mono.
Insomma, compratela, perché problemi insormontabili la MT-09 non ne ha. E per strada ha una gran castagna. Ma, e vengo al punto, non era proprio possibile rendere le sovrastrutture un minimo più appetibili all'occhio?
Non è un paradosso che un qualsiasi modello recente Yamaha, pur andando dannatamente bene, se affiancato alla serie che lo ha preceduto, sembri un passo indietro sia come estetica che qualità percepita?
Magari sono io che ho gusti strani, ma tirare su da questa piattaforma una naked classica (non un hipsterata stile xsr) sarebbe cosi difficile?