SBK 2020. Marco Melandri a Jerez. Senza la Manu ma con tanta voglia di stupire
Marco Melandri è a Jerez, non vede l’ora di salire in sella alla Ducati Barni con cui vivrà questa coda della sua carriera e, al momento, preferisce giustamente occuparsi solo del ritorno alle corse e al campionato del mondo delle derivate di serie piuttosto che concedere interviste. Insomma: concentrazione altissima e full gas già dal primo appuntamento all’Angel Nieto Circuit. Ma gli manca la componente fondamentale e non lo nasconde.
Non c’entra la moto, della quale si è detto entusiasta, non c’entra la sua forma fisica, della quale si è detto sicuro, ma c’entra il cuore o, meglio, la sua Manu: la donna con cui ha messo su famiglia e con cui divide i giorni da 15 anni. Ieri era il suo compleanno e a causa delle restrizioni dovute al Covid19 la coppia ha dovuto trascorrere la ricorrenza divisa, con Marco Melandri che da Jerez ha affidato al suo profilo Instagram gli auguri per la sua compagna di vita: “Ho impiegato un giorno a cercare le parole ma ancora non le ho trovate” - scrive Melandri alternando profondità a ironia e chiudendo il post così: “A parte gli scherzi, sono davvero fortunato ad avere una yeswoman al fianco come te, amore: vivi per la nostra principessa e per me, vederti in miniatura con la Marty ma con le mie espressioni mi fa troppo divertire, mi spiace solo non siate con me in un’ennesima nuova avventura, ma vi sento nel mio cuore. Buon compleanno amore mio”.
Niente famiglia al seguito, quindi, per Melandri nel suo ritorno in sella, ma le restrizioni per il contenimento del contagio non consentono deroghe, neanche per momenti irripetibili. Momenti che sembravano destinati a non tornare e che, invece, vedono Melandri ancora lì, con il 33 sul cupolino e la voglia di esserci ancora
“Gran parte del merito del mio ritorno in Superbike è stato di Alberto Vergani, il mio manager - ha spiegato Melandri in un video diffuso sui social prima della partenza per Jerez -. E questo ritorno ha riacceso una fiammella che si era spenta”.
Evidentemente aveva solo perso veemenza ed è bastata un po’ di distanza dal clima delle corse per tornare ad ardere. “Ho passato un periodo molto difficile - ha proseguito Melandri - Poi durante il lockdown ho avuto modo di rilassarmi, di sentirmi più sereno e ottimista”. Ma ciò che ha fatto sì che quella fiammella tornasse a diventare un fuoco vivo è stato un episodio quasi casuale: “Un giorno sono andato con degli amici a girare in pista con le moto. Lì ho capito e la sera stessa ho chiamato il mio manager dicendogli che mi era tornata la voglia di guidare e che mi ero divertito. Lui a quel punto mi ha inoltrato uno scambio di messaggi che aveva avuto con il team Barni che mi hanno fatto molto riflettere”.
Il resto è storia recente, con Melandri che ha raccontato di aver avuto una notte insonne per analizzare ogni aspetto di una decisione importante, ma da prendere in fretta. “Ho cercato di capire se il calendario 2020 fosse adatto a me e lo è, con piste che mi piacciono molto e adatte alle caratteristiche della Ducati - ha aggiunto il pilota -. La voglia di correre e il desiderio di guidare una Ducati Panigale V4 con un team così importante che è fatto e strutturato per preparare la moto intorno al pilota mi ha motivato tantissimo.
Tutto questo mi ha fatto sentire pieno di energia e di voglia di ributtarmi nella mischia. Voglio finire la carriera con risultati diversi da quelli avuti nel 2019 e per questa altra opportunità devo ringraziare Barni che è sempre stato molto determinato e a volte anche scherzando mi ha lanciato ami che ora ho potuto raccogliere con gioia. Sono sicuro che abbiamo il pacchetto completo per riuscire a far bene, anche perché Ducati, che ringrazio, ci ha messo a disposizione il meglio e rappresenta il meglio che si possa trovare sul mercato”. Ora la parola spetta alla pista, già da questo fine settimana.
Sarebbe bello rivedere il "33" dei tempi migliori.