Dario Marchetti: “La SBK deve tornare alle moto di serie”
Dario Marchetti personifica la passione per le moto e per le corse. Ha preso parte a quasi tutti i campionati mondiali ed ha corso in quasi tutti i circuiti del mondo, compresi Macao e Daytona, dove ha vinto nella Battle of Twins e nella Sound of Thunder. Ha corso in quasi tutte le cilindrate e le moto con le quali non ha gareggiato le ha provate in pista in quanto, grazie alla sua notevole esperienza, è anche un tester di valore.
Un brutto incidente sulla pista di Rijeka nel 2010 ha rischiato di impedirgli di tornare in moto, ma ancora una volta Dario ha dimostrato tutta la sua tenacia ed è tornato in pista, sia come tester che come istruttore del DRE Ducati Riding Experience, la scuola guida fondata da Marchetti, che con la casa bolognese ha da molti anni un rapporto particolare, che va al di la della semplice collaborazione, anche per aver portato le rosse bicilindriche ad essere competitive anche nel campionato mondiale Endurance, nel quale Marchetti è stato uno dei primi italiani a gareggiare.
Bravo in pista e a gestire i propri sponsor, con grandi capacità di marketing, di cura dello sponsor e di comunicazione. Fattori che lo rendono unico nel panorama motociclistico. Oltre al ruolo di istruttore nel DRE, Marchetti attualmente commenta anche il campionato mondiale Superbike per Eurosport Francia, ed è stato quindi naturale chiedere il suo parere sul mondiale delle derivate, sul quale ha le idee molto chiare: moto il più possibile vicine alla serie, con la conseguente riduzione dei costi, e regolamento unico per tutti i campionati Superbike, in modo da rendere possibile la partecipazioni delle wild card, che in passato hanno reso ancora più interessanti le gare del mondiale.
Prezzo delle moto con tetto massimo per tutte le squadre....
eh si gente,perche' poi e' facile vincere per certe edizioni speciali italiane che costano come due o tre giapponesi
pur parlando sempre di moto di serie.
Quindi moto standard con solo e modifichine(tubi in treccia,preparazione sospensioni e sostituzione pompa freno,regolazione rapporti,solo tramite cambio pignone e corona,per adattarsi ai vari circuiti e BASTA),e stop.
Livellando il tetto massimo monetario ,identico per tutte le squadre,di fatto si limitano le spese e si impediscono certe elaborazioni che non ci devono essere a partire dal regolamento.
E si elimina il fatto di poter schierare moto d'elite,come edizioni speciali pronto gara dei vari costruttori,e si assiste a una competizione vera,piu' sana e piu' giusta.
Quindi appoggio ciò che dice Marchetti ed aggiungo che in questo modo si potrebbe rilanciare il mercato delle supersportive che purtroppo ha visto un forte calo di vendite da parte dei più giovani.
Ormai i nuovi motociclisti puntano al segmento naked che costa meno e fa divertire ugualmente sia su strada che in pista.
Viva la Ducati