Davide Giugliano: “Il BSB è una scelta di vita oltre che sportiva”
Dopo dodici anni passati nei campionati delle derivate dalla serie, Davide Giugliano ha deciso di cambiare completamente ambiente ed il prossimo anno correrà nel team Tyco BMW nel British Superbike. Negli ultimi tre anni il pilota romano ha fatto parte della squadra ufficiale Ducati, ma per molti motivi non è riuscito ad ottenere i risultati che tutti speravano. Per assurdo, spesso è più facile trovare una sistemazione quando provieni da un team privato che non quando hai corso per anni in una squadra ufficiale, anche perché Davide non ha accettato compromessi ed ha richiesto un compenso pari alle sue capacità. Anche per questo alla fine ha scelto un campionato che si è subito mostrato entusiasta della sua presenza, e un team che gli fornirà un compenso adeguato. Certo non sarà facile adattarsi ad una realtà completamente nuova, ad avversari che faranno di tutto per mettere le ruote davanti ad uno dei protagonisti della Superbike mondiale, e su piste dove è meglio non testare le condizioni di sicurezza. Ma Giugliano sa bene cosa lo aspetta, e sa che dovrà dare il massimo per fare bene nel BSB, anche per potere un giorno tornare nel giro del mondiale.
L'INTERVISTA
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente subito dopo la sua presentazione ufficiale con il Tyco BMW, avvenuta a Birmingham in occasione della fiera NEC, il più importante avvenimento fieristico d’oltre Manica per quanto riguarda il mercato motociclistico U.K.
Contento della scelta fatta?
«Sono molto contento. E’ stata una scelta ponderata, ma tra le possibilità che avevo questa del British Superbike mi è sembrata subito quella più intrigante. Per un pilota come me, che privilegia la passione e la voglia di correre in moto, il campionato inglese ha sempre avuto un fascino particolare, e sono felice di potervi gareggiare».
So che gli organizzatori del BSB ti hanno voluto ed hanno avuto una parte importante in questa tua decisione.
«Sì è vero, gli organizzatori si sono dimostrati subito entusiasti del fatto che potessi andare a correre nel loro campionato, e questo per me è stata una cosa importante. Sentirsi circondato da stima e considerazione fa sempre piacere. Per non parlare poi del seguito che la Superbike inglese ha sul pubblico. Ieri il mio team è stato presentato alla fiera di Birmingham, e c’era davvero tantissima gente».
Hai fatto la stessa scelta che anni fa fece un certo Troy Bayliss.
«Un bel precedente direi. Per me è stata una scelta di vita oltre che sportiva, e sarà senza dubbio un’esperienza importante per tutta la mia famiglia. Mio figlio ha solo pochi mesi, quindi sino all’inizio del campionato sarò io a fare avanti indietro tra Italia e Inghilterra. In seguito, a stagione in corso, non è invece escluso che ci si possa trasferire tutti qui per qualche mese. Per fortuna ho una compagna che condivide le mie scelte e che come me non ha paura di cambiare».
Cosa pensi possa essere più difficile? Le piste che non conosci? Gli avversari? Una moto e un team nuovi?
«Non vedo un aspetto più difficile di altri. Cambierà tutto, quindi dovrò lavorare con lo stesso impegno su tante cose. L’ambiente sarà completamente nuovo per me, che ho trascorso gli ultimi 12 anni nei mondiali delle derivate, tra Supersport, Stock e Superbike. Però la curiosità e la voglia di provare nuovi stimoli sarà senza dubbio superiore a tutte le possibili difficoltà che potrò incontrare. Per quanto riguarda le piste, qualcuna la conosco già mentre altre le dovrò imparare, ma sono uno che si adatta in fretta ai nuovi tracciati. Inoltre sarà bello lavorare con una squadra inglese. Io ho sempre corso per team italiani, ma non vedo l’ora di iniziare a lavorare con i miei nuovi tecnici. Infine, per quanto riguarda i miei avversari, saranno come sempre tanti e molto agguerriti. Oltre a quelli più famosi che ho già incontrato in Superbike, come Haslam, Byrne o Smrz, ce ne sono altri che magari non sono così noti al grande pubblico, ma che qui in Inghilterra vanno veramente forte. Sono piloti che da anni corrono nel BSB, conoscono i segreti di tutte le piste e sono davvero tosti da mettere dietro. Primo tra tutti il mio compagno di squadra Christian Iddon (che in passato ha corso nei mondiali Supersport con MV e Superbike con Bimota, Ndr)».
Pensi che questa possa essere una parentesi per poi tornare in Superbike?
«Per il momento non ci penso. Devo fare bene ora, qui, in Inghilterra, in uno dei campionati più difficili al mondo e vivere al massimo questa nuova affascinante avventura. Per il futuro vedremo. Spero comunque che i miei tifosi continuino a seguirmi e a guardare in TV la Superbike Inglese. Sono certo che non si annoieranno…».
Mi sembra come l'altra grande speranza italiana della SBK di alcuni anni fa Michel Fabrizio, ottimo pilota pure lui ma non al livello di un Rea o di un Sikes o di un Davies.
Non dimentichiamoci che il grandissimo Johmmy Rea vinceva anche con quel chiodo della Honda CBR 1000 vecchia mentre il buon Giugliano anche con la super ufficiale Ducati SBK non ha mai vinto nemmeno una manche...e qui il confronto con il suo ultimo compagno di squadra Davies è improbo...purtroppo per Davide con lo stesso mezzo Davies ha vinto molte manche quest'anno sfiorando ad un certo punto anche l'idea di poter vincere il mondiale...contro qualche podio....
Che dire, dove andrà l'anno prossimo il livello è alto, non come il mondiale ma quasi, con piloti ex WSBK come Haslam o Byrne, ottimi piloti ma non dominatori in WSBK quando ci hanno corso.
Indubbiamente i circuiti saranno molto più insidiosi rispetto al mondiale, però anche lui ad un certo punto troverà un suo limite altrimenti sarà durissima per lui.
Io non posso che augurare a lui la migliore stagione possibile di modo che possa trovare una buona moto nel WSBK nel 2018....in bocca al lupo Davide..!!!!