Pit stop obbligatorio per le gare lunghe di Phillip Island SBK e SSP
Il Grand Prix Circuit di Phillip Island è famoso non solo per la sua incredibile posizione, di fronte all’oceano, ma anche per la particolare conformazione del suo tracciato che rappresenta un vero incubo per i produttori di pneumatici. A rendere la situazione ancora più difficile ci si è messo l’asfalto nuovo (la pista è stata riasfaltata l’anno passato) e soprattutto il meteo, con sbalzi di temperatura che non permettono al fornitore delle gomme, in questo caso Pirelli, che deve spedire i container alcuni mesi prima, ad azzeccare la mescola giusta.
Il mondiale Superbike arriverà in Australia a fine febbraio, vale a dire alla fine dell’estate e di conseguenza è difficile stabilire quali saranno le temperature. Per me questa sarà la diciottesima volta a Phillip Island e negli anni ricordo giornate afose, ma anche altre molto fredde, con venti che hanno spesso disturbato la guida dei piloti.
Per questo motivo, e per garantire ovviamente la massima sicurezza possibile, nel primo round del WorldSBK e SSP 2025 nelle gare lunghe verrà introdotto un pit stop obbligatorio per il cambio gomme, come era d’altronde già successo nel 2024.
La Federazione Motociclistica Internazionale (FIM) e la Dorna WSBK Organization (DWO) hanno stabilito che le gomme posteriori non potranno percorrere oltre 11 giri nel caso del WorldSBK e 10 nelle gare del WorldSSP. Di conseguenza in Superbike Gara 1 e Gara 2 si disputeranno sulla distanza di venti giri, ed i piloti avranno ovviamente a loro disposizione due set di gomme aggiuntivi.
Questo il commento del Direttore Esecutivo WorldSBK Gregorio Lavilla: “Phillip Island è nota per il suo layout avvincente e veloce ma presenta anche delle sfide uniche per via del suo asfalto e delle condizioni meteo in rapido mutamento. Nonostante i miglioramenti alle condizioni della pista nel corso del tempo, resta estremamente impegnativa, specialmente tenendo presente che sarà il primo Round della stagione nel quale i team staranno ancora mettendo a punto il loro setup base. Considerando la nostra esperienza a Phillip Island, abbiamo concluso che confermare un pit stop obbligatorio sia l’approccio migliore per garantire la qualità delle gare. Adottando questo format facciamo sì che tutti i partecipanti possano competere in condizioni di equità e sicurezza in quello che si preannuncia come un avvincente avvio di stagione”.