Nico Cereghini: “De Angelis e l’elettronica”
Ciao a tutti! Gara 2 della SBK in Germania, con tutte le cadute e la bella vittoria di Jonathan Rea, passerà alla storia per due piloti in particolare: Alex De Angelis e Xavi Forés, al loro primo podio nel campionato mondiale delle derivate. In condizioni difficilissime, acqua buche e poco grip, soltanto sedici piloti hanno concluso la corsa. E se il campione del mondo ha dominato, in testa dall’inizio alla fine, Alex e Xavi non sono stati da meno: il sanmarinese, con l’Aprilia di IodaRacing, è partito a razzo con i primi e ha chiuso a soli 9 secondi da Rea; e lo spagnolo della Ducati-Team Barni ha stabilito il giro più veloce nella sua splendida rimonta. Insomma, due autentici protagonisti.
Sono felice soprattutto per Alex. Perché è un gran bravo ragazzo, perché l’avevo appena incrociato a Misano, perché mi ha mostrato il braccio destro (un bicipite troppo piccolo) dicendomi: “Ancora non ho recuperato tutto, ma non mollo!”. Lo ricorderete: De Angelis era caduto rovinosamente il 10 ottobre scorso a Motegi con la MotoGP, un volo terribile che aveva spaventato tutti. Il quadro era tosto, traumi cranici e polmonari, fratture al bacino, alle costole, alle vertebre dorsali. Tanta paura, ma fortunatamente dopo una settimana di terapia intensiva la prognosi fu sciolta, a fine ottobre Alex rientrò dal Giappone, e poi la prassi: dure giornate di riabilitazione e sudore per tornare in pista il più presto possibile. E dopo sedici stagioni di mondiale - 125, 250 con una vittoria e terzo assoluto, MotoGP - eccolo da quest’anno nella SBK in sella alla RSV4 RF da 220 cavalli, in squadra con Lorenzo Savadori e con la guida tecnica del famoso Mauro Noccioli.
Ma come ha fatto, ancora così debole, a concludere in seconda posizione una gara così dura e al limite? Grazie sopratutto all’elettronica. Luca Bologna di IodaRacing, dopo essersi informato con Noccioli e il tecnico elettronico Fabrizio Manciucca, mi ha confermato che Alex è diventato uno specialista. “Nel giro di ricognizione – è il dettaglio - ha capito che l’asfalto era troppo viscido e insidioso, e che per stare in piedi doveva selezionare il livello più alto del controllo trazione. Mossa mai fatta prima e risolutiva”.
Ebbene, in chiusura di telecronaca sento dire che l’australiano Brookes corre invece senza assistenze elettroniche e senza controllo di trazione, perché non riesce a lavorarci e allora si affida alla sua sensibilità. Questa è la notizia che aspetta il partito del “Via l’elettronica dalle moto da corsa”, quelli che “è solo il polso del pilota che deve fare la differenza”. E allora vado a controllare Brookes, che è settimo con la sua BMW RR. Se la notizia è vera, il suo distacco dal primo è da considerare molto contenuto: 32 secondi in sedici giri. E ancora più interessanti sono il suo miglior passaggio, a soli sessantasei centesimi dal primato di Rea, e poi la considerazione che dal decimo al sedicesimo giro ha guidato costantemente sul ritmo dei migliori. Si può davvero dire che un superspecialista del bagnato come lui riesce a fare a meno dell’elettronica? Ammesso e non concesso che i controlli sulla sua 1000 fossero effettivamente a zero, il suo problema è che per arrivare al limite ha impiegato dieci giri, quando gli altri erano ormai scappati.
L'elettronica ormai è diventata una componente sempre più presente nella nostra vita. E nelle moto, auto da corsa sta diventando (anzi è ormai diventata) una componente importante per il risultato.
Sono tradizionalista, amo ancora le vecchie moto senza o con poca elettronica, però è vero anche che in sport come formula 1, moto gp ecc, dove si parla di prototipi, lo sviluppo e la ricerca di nuove soluzioni devono essere portate avanti anche sul fronte elettronico.
E da questo punto di vista, monogomma, centralina unica ecc secondo me sono addirittura un passo indietro rispetto al concetto appunto di prototipo.
Dal punto di vista della sicurezza l'elettronica sicuramente sta dando una mano a evitare certe cadute, ed i piloti oggi crescono con la capacità di fidarsi dell'elettronica stessa. Quelli del passato si fidavano di più del loro polso.
I tempi cambiano. Ma il fascino di quelle moto cattive e scorbutiche del passato rimarrà sempre intatto.
Per via delle grandi potenze pensavo che fosse ormai un tutt'uno con la moto, una qualcosa senza possibilità di essere disinserita.