SBK 2019. Le pagelle del GP di Portimão
Il decimo round del mondiale Superbike che si è disputato sulla bellissima pista di Portimão ha reso felici un po' tutti, ad iniziare ovviamente da Jonathan Rea e dalla Kawasaki, che in Portogallo hanno incrementato il loro vantaggio in classifica nei confronti di Bautista e della Ducati portandolo a 91 punti, quando mancano solo tre round alla fine del campionato e di punti a disposizione ne restano solo 186. Festeggia però anche la casa di Borgo Panigale, non solo per la vittoria di Álvaro in Gara-2, ma soprattutto perché in Algarve si è finalmente interrotta quella serie di cadute che hanno cambiato le sorti di questa stagione.
La Yamaha non ha vinto, ma oltre ad aver piazzato sul podio sia Lowes che Van der Mark, inizia a capire di aver fatto un grande acquisto vestendo di blu il talentuoso Razgatlıoğlu, che con la terza posizione in Gara-2 ha portato a otto il numero dei suoi podi negli ultimi sei round. A parte la Honda, i cui tre piloti stazionano costantemente nelle ultime posizioni, l’unica Casa che ha pochi motivi per gioire è la BMW, che dopo essersi illusa per la sfiorata Superpole di Sykes ha raccolto ben poco nelle tre gare, sia con lo stesso Sykes (fresco di rinnovo) che con l’ex pupillo Reiterberger, segno che la Casa tedesca ha tanto lavoro da svolgere per rendere competitiva la nuova S1000RR.
Riempire l’enorme tribuna dell’Autodromo International do Algarve è una “mission impossibile”, ma anche quest’anno gli appassionati portoghesi hanno dimostrato di essersi ormai affezionati alla Superbike, e sono state oltre 56.000 le presenze in questo fine settimana.
Jonathan Rea – voto 9,5 – Con la vittoria in Gara-2 Bautista gli ha negato un en plein che sarebbe stato fantastico. In Portogallo Johnny ha dimostrato di essere ormai padrone del campionato, e che potrà anche perdere una battaglia ma di certo non perderà la guerra. Quando sale sulla sua Ninja, Rea è una vera macchina da guerra, che si avvicina a grandi falcate al suo quinto titolo mondiale consecutivo.
Álvaro Bautista – voto 9 – Torna alla vittoria dopo oltre due mesi e si mette alle spalle un periodo nero fatto di cadute e di cocenti delusioni. Non digerisce la prima curva, dove nelle prime due gare commette errori che gli impediscono di lottare per la vittoria. Ma nell’ultima gara del weekend sfrutta i punti forti della sua Panigale (i rettilinei) e resiste nei punti dove invece la sua moto diventa difficile da guidare (le curve), tornando sul gradino più alto del podio e portando a dodici le sue vittorie in questa stagione, nonostante una spalla molto dolorante. Penso che in Ducati lo rimpiangeranno.
Toprak Razgatlıoğlu – voto 8,5 – Non riesce a sfruttare la gomma da qualifica, e questo lo costringe a partire indietro nelle prime due gare. Parte sempre come un missile, ma poi fa ancora fatica a gestire le gomme. Questione di tempo e di esperienza. In Gara-2 parte finalmente avanti e cede solo a Bautista e a Rea. Il suo obiettivo è la vittoria prima della fine della stagione, ma in tanto raccoglie tanti podi, e si mette dietro tanti piloti ufficiali.
Alex Lowes – voto 7,5 – Da quando la Yamaha gli ha dato il ben servito, il buon Alex va come una scheggia. Sale sul podio nella Superpole Race e chiude quarto in Gara-2. Non è un campione, ma quest’anno è maturato ed ha smesso di cadere. Non è poco.
Michael van der Mark – voto 7,5 – Sembra avere più talento del suo compagno di squadra, ma non riesce ad essere costante. E’ terzo in Gara-1, ma poi si defila nelle altre due. Quando farà il salto di qualità?
Leon Haslam – voto 6 – Chiude tre volte al quinto posto. Nonostante abbia provato sulla pista portoghese solo due settimane fa, non trova l’assetto giusto per la sua Ninja e non si inserisce mai nella lotta per la vittoria.
Tom Sykes – voto 6 – Se si tratta di fare qualche giro veloce lui c’è e la S1000RR lo asseconda, ma poi in gara la musica cambia. Superpole a parte, è stato un weekend deludente per Tom, per il quale l’unica nota positiva è stata la riconferma ufficiale nel team BMW anche per il prossimo anno.
Chaz Davies – Voto 6,5 - Non è il suo anno, e si vede. Il secondo posto di sabato dà ragione a chi sostiene che la vittoria di Laguna non sia stata solo un caso, ma poi chiude solo al decimo posto la gara sprint , e sembra ripiombare nella crisi di inizio stagione. Come se non bastasse, in Gara-2 viene tradito dal cambio e conclude solo per onor di firma.
Loris Baz – voto 7 – Il francese ha della stoffa, ma va un po' a corrente alternata. Cade in Gara-1 risale in sella e lotta con gli ufficiali in Gara-2, e si guadagna la riconferma nel team Ten kate anche per la prossima stagione.
A Portimao poteva fare tripletta come al solito.
Aveva la possibilità di giocarsele tutte e tre le manche, ma una superpole da schifo e due partenze patetiche, lo hanno messo nelle condizioni di fare delle belle rimonte, quando invece per esempio nella superpole race, avrebbe avuto il passo per lottare con Rea per tutti i 10 giri.
Purtroppo il mondiale lo ha buttato via lui con una condotta a dir poco folle, dettata dall'arroganza e da una supponenza ingiustificabili per un pilota della sua esperienza ed età (34).
La V4, così come la sua progenitrice MotoGP a motore portante, ha un motore estremamente potente e di conseguenza una ciclistica con caratteristiche precise per sfruttarne i vantaggi, cioè fatta apposta per mettere per terra i cavalli in accelerazione e con un avantreno di marmo per staccare sicuro quando arrivi alla curva con 12 km/h in più degli avversari.
Curva invece come un tubo innocenti che rotola giù da una rampa, ma questo lo si sa da sempre.
Del resto, la moto che accelera più forte, ha una velocità di punta superiore, stacca meglio, inserisce più preciso, curva più rotonda e stabile di tutte le altre, NON C'È.
La moto vincente, delle 5 fasi (staccata, inserimento, percorrenza, uscita dalla curva, conseguimento velocità in rettilineo) ne ha almeno tre di livello assoluto. Nelle restanti, il pilota deve metterci una pezza e Bautista era stato molto bravo all'inizio, ma poi l'unica sua opzione era diventata la vittoria con distacco e questo lo ha portato a non accontentarsi dei potenziali secondi e terzi posti.
Se fosse stato più equilibrato nella sua strategia, oggi avremmo un testa a testa per il mondiale, con distacchi di punti risicati e con all'orizzonte tre piste favorevoli alle caratteristiche della Ducati.