L'INTERVISTA

SBK 2022. GP di Indonesia. Gigi Dall’Igna: “Ora viene il difficile”

- In questo momento di grande gioia Dall’Igna rivolge il proprio pensiero ai tecnici che a Bologna hanno lavorato per anni in modo strepitoso, ma ci parla anche del futuro e delle super concessioni
SBK 2022. GP di Indonesia. Gigi Dall’Igna: “Ora viene il difficile”

Ancora bagnato di Prosecco, dopo aver festeggiato assieme a tutti i componenti del team Aruba.it Racing Ducati, l’ingegner Luigi Dall’Igna si concede ai nostri microfoni, stanco ma felice per uno storico doppio successo mondiale.

Complimenti. Una vittoria che in Ducati mancava da molti anni

“Difficile trovare le parole per descrivere la gioia che stiamo provando per questo secondo grande successo, ma voglio dire che sono particolarmente felice per i ragazzi a casa, i tecnici che in Ducati hanno svolto un lavoro strepitoso in entrambe le categorie, Superbike e MotoGP e che ora stanno finalmente portando a casa le soddisfazioni che si meritano"

Ieri parlando con Paolo Ciabatti mi ha detto che è stato il tuo arrivo a cambiare radicalmente le cose

“Io ho fatto quello che avevo sempre fatto nella mia carriera, vale a dire fare le cose al meglio possibile. Se mi guardo indietro vedo un percorso lungo, ma molto interessante e segnato dalle tante belle cose che sono accadute”

Al top sia in GP che in SBK. Il difficile arriva adesso. Bisogna confermarsi al top

“Ora dovremo lavorare ancora di più e meglio per restare qui. In cima. Confermarsi è indubbiamente la cosa più difficile, ma noi ci metteremo tutto l’impegno del quale siamo capaci e tutta la nostra grinta"

Alcuni vostri competitors chiedono a gran voce di limitare la Panigale V4. Tu cosa ne pensi?

Non ha senso limitare chi vince e chi dimostra di essere il migliore. Quando Rea ha vinto sei titoli mondiali consecutivi nessuno chiedeva di limitare la sua Ninja. Mi sembra quindi sportivamente corretto lasciare le cose come stanno, e premiare chi ha dimostrato di essere il più forte e di aver lavorato meglio”

Cosa ne pensi delle super concessioni introdotte dalla FIM che consentono di apportare modifiche e correzioni anche al telaio? Non ci stiamo allontanando troppo dal concetto di “derivate dalla serie”

La tua domanda è giusta, però ritengo che per il bene del campionato, e quindi di tutti i suoi partecipanti, sia giusto aiutare chi è in difficoltà. Questo è salutare per il campionato. Le super concessioni sono giuste se partiamo da una base un poco più standard e quindi di serie, per evitare magari certi eccessi che invece non servono a nessuno”

  • nnavaho
    nnavaho, Barzago (LC)

    Il japponesismo nasce dal fatto che dalla loro comparsa a fine anni 60 le moto giapponesi hanno sconvolto il motociclismo nostrano fatto di moto pesanti dalle prestazioni blande e inaffidabili con prodotti dalle prestazioni e dalla tecnologia strepitose vedi alberi in testa, freni a disco, cambi a 6 marce, monoammortizzatori, punterie idrauliche, motori a 2 tempi ... Abbinate però magari a telai appena sufficienti. Moto che con poche modifiche davano paga a fior fior di illustri marche italiane tedesche e inglesi. Ora perché ducati dopo 15 anni vince 2 mondiali allora mi volete dire che ducati fa i mezzi migliori del mondo? Ma per piacere, che i giapponesi nelle medie cilindrate si stiano cinesando è vero ma nel top di gamma... Una Panigale 2022 strettamente derivata dalla motogp ha sbaragliato una ninja derivata e sviluppata da un modello 2009 e una r1 aggiornata dal 2012? Complimenti! Solo Honda mi ha deluso un po' ma non nella Endurance
  • pikat09
    pikat09, Campi Bisenzio (FI)

    Sono stati perfetti, niente da dire! Le polemiche sono sempre di chi perde. Quando Kawa ha vinto sei anni di fila nessuno si lamentava e Bautista pesava poco anche in Honda! E il bello è che queste polemiche arrivano anche dagli italiani, che invece di essere contenti della vittoria di un marchio italiano, sembrano rammaricati della sconfitta delle giapponesi. Salvo poi tirar fuori "l'italianità" in politica ...... ma lasciamo stare quell'argomento! piuttosto ... non vorrei che il dire "ora comincia il difficile" (ed è vero!), serva ad accantonare ulteriormente quel progetto tanto caro a Dall'Igna, cioè la realizzazione di una Moto3, ovviamente da affidare alle scuderie private che corrono la categoria. Secondo me tanta affezione nel confronto delle giapponesi sta anche nel fatto che, a parte gli ultimi anni, hanno sempre coperto tutte le categorie. E generazioni intere di piloti e di tifosi sono cresciute con quei marchi negli occhi e perché no, nel cuore. Oggi fare una Moto3 e permettere fin da giovanissimi ai piloti di salire su una Ducati, farebbe si che nel giro di una generazione il marchio sarebbe molto più nel cuore della gente di quanto non lo sia ora.
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