SBK 2023. GP di Australia. Alvaro Bautista vince anche Gara2 ed è tripletta!
Gara senza storia. A Phillip Island il binomio Alvaro Bautista-Ducati Panigale V4R è troppo forte per tutti. Lo spagnolo è scattato come un missile dalla prima casella della griglia e come si era già visto nella Superpole Race lasciargli pista libera davanti è estremamente pericoloso per i suoi avversari, che rischiano di vederlo solo da lontano.
In pochi giri il campione del mondo ha acquisito un vantaggio che si è rivelato incolmabile. Basti pensare che Alvaro ha girato sempre sul passo del 1’31 (giro veloce il secondo in 1’30”766) e solo a pochi giri dalla fine, con sei secondi di vantaggio su Michael Ruben Rinaldi e otto su Andrea Locatelli, ha diminuito il proprio ritmo girando sul 1’32.
La novità è che alle sue spalle oggi non ci sono Rea e Razgatlioglu, ma tre giovani italiani. Dopo la Superpole Race, Michael Ruben Rinaldi si conferma il primo degli “umani” anche in Gara2, girando a lungo sul ritmo del 1’31 come il suo compagno di squadra e chiudendo a soli sei secondi da lui.
La sua prestazione odierna conferma i miglioramenti che Rinaldi aveva mostrato nei test invernali, frutto di una nuova preparazione atletica e di una maggiore convinzione nei propri mezzi. Ma la vera sorpresa di questa ultima gara australiana è il terzo posto di Andrea Locatelli, oggi più veloce dei mostri sacri Jonathan Rea e Toprak Razgatlioglu. Quella di Phillip Island è una pista che va affrontata con fluidità di guida e non è un caso che oltre a Locatelli anche un altro pilota proveniente dalla Moto2 e dalla Supersport come Phillip Oettl, abbia fatto un’ottima gara con la V4 privata del team GoEleven, terminando al quinto posto, miglior risultato del tedesco da quando corre in Superbike.
Tra lui e Locatelli troviamo un sempre più convincente Axel Bassani. Il pilota del Team Motocorsa ha lottato con il coltello tra i denti e senza timori reverenziali nel gruppone degli inseguitori e alla fine ha avuto la meglio conquistando un quarto posto che premia il lavoro suo e del Team Motocorsa, che è riuscito a risolvere in poche settimane i problemi riscontrati sulla loro nuova V4 2023 e che sembravano ostacoli insormontabili.
Iker Lecuona chiude con un sesto posto un weekend positivo e precede Dominique Aegerter e Jonathan Rea. Dopo la settima posizione nella gara sprint il sei volte campione del mondo chiude addirittura ottavo una gara che rappresenta un vero campanello di allarme per lui e la Kawasaki. Restando tra i delusi dobbiamo parlare anche di Toprak Razgatlioglu che è stato colpito e affondato da Alex Lowes, ma che avrebbe comunque fatto fatica a chiudere al quinto posto, una posizione che non è certo usuale per il turco della Yamaha.
Continua il processo di assuefazione di Danilo Petrucci alla V4 ed alla Superbike. Il suo nono posto in questa gara non è certo un risultato da ricordare, ma è un altro passo in avanti per il ternano che non si accontenterà certo di un ruolo da comprimario. Dopo il guaio combinato nella Superpole Race Remy Gardner chiude Gara2 con un decimo posto senza infamia e senza lode, davanti alla Honda di Xavi Vierge ed alla solita sfilza di BMW, tutte e quattro in fila: Van der Mark, Redding, Gerloff e Baz dal dodicesimo al quindicesimo posto finale. Segno che la moto è quella e che nessuno può cavare il sangue dalle rape. Sfiora la zona punti Lorenzo Baldassarri che precede Syahrin, Konig e Granado. Gara e weekend da dimenticare per Tom Sykes alle prese con i problemi elettrici della Kawasaki di Puccetti.
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nnavaho, Barzago (LC)Bautista ottimo pilota però dai, Yamaha e Kawasaki sono moto del 2009 aggiornate nell' elettronica e nelle carene, BMW con i 4 in linea non è per niente ferrata e Honda è persa su una moto che è fatta per essere perfetta in strada e usabile bene in pista, dovrebbe fare scuola ducati e mettere in pista la rc211 stradale fatta qualche anno fa. il mercato delle supersportive a quanto pare non rende più da spingere le case giapponesi ad investire come prima
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rho01, Bergamo (BG)e pensare che quando ducati passò dal telaio al monoscocca, la moto non andava e stendeva spesso i suoi piloti. mi ricordo checa, che poi appese il casco al chiodo, e anche chaz..ora invece guardala lì, costantemente davanti..che bello..