SBK 2023. GP di Spagna. Alvaro Bautista tricampeón del mundo! [GALLERY]
Quella di Jerez è stata una festa annunciata, perché arrivare all’ultimo round con 60 punti di vantaggio equivale ad aver ipotecato il titolo. Si è però ovviamente dovuto attendere la certezza matematica per assegnare allo spagnolo il mondiale SBK 2023.
Dopo aver vinto il mondiale 125 nel 2006, Alvaro ha dovuto attendere fino alla scorsa stagione per aggiungere un titolo iridato alla sua bacheca, un successo che è riuscito a replicare quest’anno. Era dal 1998 che un pilota Ducati non si aggiudicava due titoli consecutivi (Carl Fogarty 2008 e 2009) e per la casa di Borgo Panigale si tratta del sedicesimo mondiale piloti.
A 38 anni (ne compirà 39 il 21 novembre) Bautista festeggia un campionato combattuto, tenuto vivo fino alla fine da Toprak Razgatlioglu, l’unico in grado di resistere al fantastico binomio Bautista-Panigale V4R.
Lo spagnolo mise subito in chiaro quali fossero le sue intenzioni nel primo round di Phillip Island, quando conquistò una fantastica tripletta, che avrebbe potuto replicare con ogni probabilità nel successivo appuntamento di Mandalika, senza una caduta nella Superpole Race dovuta alle difficili condizioni della pista indonesiana. Uno zero che diede animo ai suoi avversari, che hanno sperato si potesse ripetere la debacle del 2019 quando alcune cadute misero in crisi Alvaro, che si vide sfuggire un titolo che sembrava proprio essere alla sua portata. Speranze dissipate dalla successiva tripletta di Assen a cui fecero seguito quelle di Barcellona e di Misano. Al termine delle gare romagnole Bautista aveva un vantaggio di 86 punti su un coriaceo Razgatlioglu, che replicava con i podi alle vittorie del pilota della Ducati. A luglio in Inghilterra Alvaro si aggiudicò entrambe le gare lunghe, mentre nella sprint Toprak riuscì a precederlo.
E’ stato questo il leitmotiv del campionato 2023: Bautista si è rivelato quasi imbattibile nelle gare di 20 giri e oltre, ma non nella Superpole Race, cinque delle quali sono state vinte da Razgatlioglu.
La pista di Imola non piace al campione del mondo che a metà luglio si impose in Gara1, cedendo però al turco nella gara veloce e cadendo alla seconda curva nella gara di domenica. Una sola vittoria per lui anche a Most dove in Gara1 fu Rea a salire sul gradino più alto del podio, mentre la gara sprint fu vinta da Toprak.
A quattro round dal termine i punti di vantaggio di Bautista sul pilota della Yamaha erano 76, un buon vantaggio ma che non gli permetteva ancora di fare calcoli, anche perché a Magny Cours un problema tecnico in Gara1 lo costrinse a chiudere al decimo posto dopo una furiosa rimonta. Nella Superpole Race il tamponamento nei confronti del compagno di squadra Michael Ruben Rinaldi, lo costringe a limitare i danni con un secondo posto, mentre in Gara2 si rivide lo “Alvaro lo schiacciasassi” che dominò la gara con un ritmo insostenibile per chiunque.
Al Motorland Aragon il weekend di Bautista iniziò nel peggiore dei modi con una doppia caduta in Gara1 ed il conseguente terzo zero nella sua classifica. La reazione del campione del mondo però non si fece attendere e arrivarono due vittorie, ma Toprak è un martello e con due secondi posti al termine del fine settimana il vantaggio di Alvaro scese a 47 punti. Campionato riaperto, se ma si fosse potuto considerare chiuso. A Portimao lo spagnolo della Ducati piegò per tre volte il turco ed ipotecò il titolo mondiale in una fantastica Gara2. Una lotta tra due campioni che si è risolta solo all’ultima curva. Con la quinta tripletta stagionale Alvaro ha ipotecato il secondo titolo mondiale, ed è arrivato a Jerez con 60 punti di vantaggio su Razgatlioglu.
Gli sarebbe bastato arrivare quattordicesimo, sempre che Toprak avesse vinto, ma i campioni non fanno sconti e nemmeno calcoli ed anche in Andalusia Bautista ha giocato in attacco sin dal venerdì. Primo nelle libere, primo in Superpole e implacabile vincitore di Gara1, dominando dal primo all’ultimo giro. Alla sua maniera.
I detrattori di Alvaro sostengono che le sue vittorie siano il frutto della potenza del motore della Panigale V4R, una teoria che non sta in piedi visto che in pista c’è un’altra V4 ufficiale e ce ne sono altre che non sono certo distanti dalle prestazioni di quelle del Team Aruba.it e sono guidate da piloti del calibro di Danilo Petrucci, Axel Bassani e Philipp Oettl. Un altro tormentone è quello dello scarso peso dello spagnolo, una caratteristica che lo aiuta in alcuni frangenti, ma lo penalizza in altri (cambi di direzione). La realtà è che nessuno sa sfruttare la Panigale V4R come Bautista. Nessuno la sa guidare come lui e nessuno riesce ad ottimizzare meglio l’usura delle gomme. A nulla sono valse le penalizzazioni imposte da Dorna e FIM, che hanno tolto alla Ducati 500 giri motore, e molto probabilmente a nulla servirà anche la recente regola “anti Bautista” che penalizza i piloti leggeri.
Lo spagnolo si è aggiudicato il titolo meritatamente, per aver sempre corso senza fare calcoli, dando sempre il massimo, puntando sempre e comunque alla vittoria, tanto da avere la meglio su due campioni come Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea, che nel 2024 cambieranno moto per provare a batterlo.
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7paul ⛔, Morbegno (SO)Un grande!! La differenza l'ha fatta lui, altrimenti il campionato l'avrebbe vinto una Yamaha...mi fa inca##are il fatto che lo vogliano zavorrare...quanto? 7kg? Maledetti...
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DrManetta, Cecina (LI)Campionato meritatissimo. Unico pilota Ducati che ha saputo sfruttare il potenziale della moto. Davvero bravo. Ogni volta lo ripeto: se non si fosse fatto prendere dalle paturnie alla prima avventura sulla Panigale, forse i titoli in SBK sarebbero potuti essere doppi o anche di più.