SBK 2024. GP di Spagna a Jerez

SBK 2024. GP di Spagna a Jerez. Toprak Razgatlioglu è campione del mondo! [GALLERY]

- Secondo titolo mondiale per uno dei talenti più genuini che il motociclismo abbia espresso. Ripercorriamo la sua carriera e la stagione nella quale ha portato il primo titolo mondiale alla BMW

Era il 2014 e nel camion del Team Puccetti Racing stavo intervistando Kenan Sofuoglu, pilota Supersport della squadra di Reggio Emilia. Seduto per terra di fianco a noi c’era un ragazzino che giocava con il Game Boy.

“A parte te - chiesi al cinque volte campione del mondo SSP - c’è qualche altro pilota turco che potremo vedere nei mondiali delle derivate?”. Indicando il ragazzino Kenan rispose: “Lui. Ed è più forte di me”. Sorrisi pensando ad una dichiarazione ad effetto del Sultano.

Oggi, a distanza di dieci anni quel ragazzino, Toprak Razgatlioglu, ha conquistato il suo secondo titolo mondiale Superbike. L’ha conquistato dominando l’intera stagione, e nonostante un brutto incidente che avrebbe anche potuto avere conseguenze più serie di quelle che ha avuto, e che lo ha costretto a saltare due round, per un totale di sei gare. Senza quella brutta caduta a Magny Cours probabilmente il fenomeno turco avrebbe vinto il suo secondo mondiale già nel round del Motorland Aragon vale a dire a tre dal termine.

Un titolo meritatissimo come dimostrano i suoi numeri: 17 vittorie, 6 pole position, 24 podi. Numeri che seppur impressionanti non riescono a spiegare l’effettivo dominio del pilota di Alanya, che ha spesso vinto in solitaria, senza dare scampo ai propri avversari.

Toprak Razgatlioglu è nato il 16 ottobre 1996. Il padre era un noto stuntman ed è lui che gli ha trasmesso non solo la passione per la moto, ma anche l’abilità di stupire, di dare spettacolo su due ruote. Purtroppo Razgatlioglu senior, detto Tek teker Arif (Arif su una solo ruota) è mancato in un incidente stradale nel 2017.

La carriera internazionale di Toprak inizia nel 2011 quando partecipa alla Yamaha Cup e ci resta anche l’anno successivo conquistando 3 podi ed una pole position.

Nel 2013 disputa la Rookies Cup dove resta per due stagioni con 1 vittoria e 4 podi e nel 2014 disputa come wild card una gara nella Stock 600 a Magny Cours e dopo un secondo posto in qualifica, s’impone nella gara della domenica.

Kenan Sofuoglu decide di prenderlo sotto la sua ala protettrice e di portarlo in pianta stabile nella classe entry level delle derivate, facendolo correre con la Kawasaki del Team Puccetti.

Il diciassettenne Toprak lo ripaga dominando il campionato e vincendolo con due round di anticipo, grazie a 5 vittorie e 2 terzi posti. Il suo grande talento inizia ad essere evidente, anche se nella Stock 1000 la Kawasaki non è certamente la moto da battere.

In due anni nella STK1000 Razgatlioglu conquista tre vittorie e 7 podi, sfiorando il titolo nel 2017 quando è secondo con soli 8 punti di distacco da Michael Ruben Rinaldi, pur avendo dovuto rinunciare alla penultima gara a causa di un infortunio.

Due anni con le stock possono bastare e sia Sofuoglu che Puccetti sono concordi nel decidere che per Toprak è arrivato il momento di passare in Superbike. Il debutto sulla Ninja della squadra italiana avviene a Portimao lunedì 18 settembre 2017. Il giorno prima si era disputato il decimo round SBK e SSP ed in quest’ultima categoria la gara era stata vinta proprio da Kenan.

Ero presente quella mattina sulla pista portoghese ed ero riuscito ad infiltrarmi tra i fotografi, e quindi ad accedere alla stradina loro riservata a bordo pista. Non sapevo che Razgatlioglu avrebbe preso parte ai test, e pochi minuti dopo l’inizio del primo turno del mattino vidi Sofuoglu sulla moto di Puccetti affrontare con grande grinta i saliscendi della pista dell’Algarve.

Solo quanto tornai ai box mi accorsi che la tuta ed il casco erano di Sofuoglu ma ad indossarli era Toprak. Impressionante come il fenomeno turco si fosse trovato subito a proprio agio con una superbike, e per di più su di una pista non certo facile da interpretare.

La sua prima stagione nella classe maggiore si concluse con un positivo nono posto in classifica e con i suoi primi due podi in carriera: secondo a Donington Park e terzo in Argentina.

Il 2019 fu l’anno della sua definitiva consacrazione, grazie a due vittorie (entrambe a Magny Cours) e a tredici podi. Non male per un pilota privato, che diventa ufficiale l’anno seguente. Dopo lo smacco subito alla 8 ore di Suzuka, quando Razgatlioglu viene convocato, ma pur avendo fatto segnare un ottimo tempo in prova, non disputa la gara, Sofuoglu accetta la proposta della Yamaha.

La sua prima gara con la R1 non potrebbe andare meglio: Toprak vince a Phillip Island. Al termine di una stagione ostacolata dal Covid-19 il fenomeno di Alanya è quarto e porta a casa tre vittorie e nove podi.

Sempre più a proprio agio sulla Yamaha, il pupillo di Sofuoglu è ormai stabilmente in lotta per la vittoria in ogni gara e dopo un acceso braccio di ferro con il pluricampione Jonathan Rea a Mandalika nel 2021 diventa per la prima volta campione del mondo con 13 vittorie e 29 podi.

Nella sua terza stagione con la casa dei tre diapason Razgatlioglu deve cedere al binomio Alvaro Bautista-Panigale V4, la sua R1 è visibilmente inferiore al missile rosso e 14 vittorie e 29 podi non bastano per mantenere la corona iridata.

La storia si ripete nel 2023, quando Toprak lotta in ogni gara con il coltello tra i denti, rischiando l’impossibile ad ogni staccata, ma basta un rettilineo allo spagnolo per tornare in testa.

Il funambolo turco schiuma rabbia e comprende che con la R1 non potrà mai tornare campione e accetta la proposta della BMW.

Il resto è storia recente. Ben pochi avrebbero scommesso sull’accoppiata turco-tedesca anche perché in 5 anni la moto bavarese aveva ottenuto una sola vittoria. Ma contro ogni pronostico Toprak compie il miracolo, e nelle sue mani (e in quelle esperte e abili del suo tecnico Phil Marron) la M1000RR diventa competitiva.

Il primo round in Australia è abbastanza complicato. Dopo un quinto posto in Gara1 nella gara sprint arriva il primo podio stagionale al quale però fa da controaltare un ritiro nella gara lunga della domenica.

Nel successivo appuntamento di Barcellona arrivano le prime due vittorie in Gara1 e nella Superpole Race, con un terzo posto in Gara2. Il terzo round di Assen è ancora interlocutorio. Le due gare lunghe si concludono con un secondo ed un primo posto, ma nella sprint race un errata scelta di gomme lo relegano in nona posizione.

La musica cambia completamente a iniziare da Misano che il turco conclude con una fantastica tripletta replicata poi anche a Donington Park, Most e Portimao. Risultati che portano a 92 i suoi punti di vantaggio sul sorprendente rookie Nicolò Bulega. Mancano ancora cinque round al termine, ma le sorti del campionato sembrano ormai decise.

A rimettere tutto in discussione ecco la brutta caduta a Magny Cours nelle prove che costringono il leader della classifica a dover rinunciare alle gare francesi e alle successive di Cremona.

Quando il pilota della BMW torna in pista al Motorland Aragon la lotta per il titolo è completamente riaperta ed i suoi punti di vantaggio su Bulega sono solo 13. In terra d’Aragona, su una pista che non si addice al suo stile di guida, Razgatlioglu dimostra di essersi ripreso dall’infortunio e porta a casa tre secondi posti. Bulega però non ne approfitta e anzi in Gara1 rompe il motore.

I due contendenti ripartono dalla Spagna separati da 39 punti a vantaggio del funambolo turco, che domina le due gare lunghe del successivo appuntamento all’Estoril, lasciando a Nicolò solo la sprint race, che l’italiano si aggiudica in volata con il più risicato distacco nella storia della Superbike: tre millesimi di secondo. E siamo alla sfida finale a Jerez, dove Toprak arriva con 46 punti vantaggio. Gara1 non ha storia. Bulega domina dal primo all’ultimo giro, e una volta tanto Razgatlioglu si accontenta molto volentieri di un secondo posto che significa campione del mondo!

Si festeggia in Turchia ma soprattutto in Germania, dove finalmente, dopo decenni di attesa (e di pesanti investimenti economici) arriva il primo titolo mondiale motociclistico!

  • Stiducatti
    Stiducatti, Corsico (MI)

    Bene, ora sappiamo che se corri con un prototipo - che tra l'altro puoi anche modificare, aggiornare, migliorare più volte a stagione in corso - contro delle derivate di serie e in più PENALIZZI l'unico avversario che te le aveva suonate nei campionati precedenti, vinci il mondiale.
    Non capisco quali dubbi ci potessero essere in proposito, per cui non capisco nemmeno i festeggiamenti.

    Questo è il mondiale più tecnicamente ridicolo della storia della SBK
  • Steinbeck
    Steinbeck, Coriano (RN)

    Da ducatista, di fronte a un avversario di questo livello, mi tolgo il cappello e gli faccio i complimenti.
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