SBK, GP Indonesia: le pagelle di Mandalika
Il vantaggio con il quale Toprak Razgatlioglu era arrivato in Indonesia faceva presagire che il turco avrebbe interrotto il dominio di Jonathan Rea, che durava ormai da sei anni. Il suo è stato un titolo meritato, che con un poco più di fortuna (mi riferisco ad Assen, Barcellona e Portimao) avrebbe potuto arrivare già in Argentina. Quella tra Jonny e Toprak è stata una lotta avvincente, come da tempo non si vedeva in Superbike. A renderla ancora più incerta ed interessante ci hanno pensato oltre a Scott Redding anche numerosi outsiders, tra i quali le rivelazioni Andrea Locatelli e Axel Bassani, che assieme a Michael Ruben Rinaldi rappresentano il futuro del nostro motociclismo nelle derivate.
La vittoria del pilota turco rappresenta anche la vittoria della Yamaha che non a caso si è aggiudicata anche il titolo costruttori, il titolo riservato al miglior pilota Independent con Garrett Gerloff, quello del miglior rookie con Andrea Locatelli e quello del miglior team con il Pata Yamaha with Brixx WorldSBK. Un vero trionfo per la casa dei tre diapason che non vinceva il titolo piloti dal 2009 quando Ben Spies portò per la prima volta il titolo alla casa giapponese.
Un plauso particolare al nuovissimo impianto del Pertamina Mandalika International Street Circuit. Lavorando sino a pochi minuti dall’inizio delle prove, in Indonesia sono riusciti non solo a completare tutti i lavori necessari per il regolare svolgimento delle competizioni, ma a detta di tutti i piloti la pista è stata una piacevole scoperta, ed è stata giudicata una delle più belle e divertenti al mondo. Particolarmente apprezzato il grip dell’asfalto, soprattutto sul bagnato. Eccezionale anche il pubblico che ha assiepato molte tribune nonostante la pioggia, facendo sentire il proprio caloroso tifo a tutti i piloti.
Mandalika promossa quindi a pieni voti, con buona pace di chi aveva già etichettato come un fallimento l’autodromo che invece nei prossimi anni ospiterà sia la GP che la SBK.
Ecco i nostri voti ai protagonisti dell’ultimo round del 2021.
Toprak Razgatlioglu – voto 10 – Con una freddezza incredibile per un ragazzo di 25 anni, il pupillo di Sofuoglu ha gestito benissimo le due decisive gare indonesiane, rese ancora più difficili dal meteo. Chi si aspettava che gli venisse il “braccino” è stato deluso. Per lui la migliore difesa è sempre l’attacco, e quindi ha lottato per la vittoria in gara1 e solo un problema al cambio lo ha costretto rallentato in gara2. Ha interrotto il dominio di Rea che durava da sei anni, ma ben difficilmente vincerà molti titoli in Superbike, essendo destinato alla GP molto probabilmente già nel 2023.
Jonathan Rea – voto 10 – Non si da mai per vinto, nemmeno quando è la matematica a condannarlo. Per sperare nel miracolo doveva vincere e lui ha vinto entrambe le gare, lottando con la grinta di ci crede sempre. Si dimostra un campione di sportività quando va ad abbracciare colui che ha interrotto il suo incredibile filotto di titoli mondiali. Si è tolto da solo il numero 1 dalla carenatura, ma sta già pensando a come fare per riprenderselo.
Scott Redding – voto 8,5 – Anche a Mandalika si è dimostrato all’altezza dei due protagonisti di questa stagione, giocandosi la vittoria con loro in entrambe le gare. Lascia la V4 dopo aver trovato il modo di renderla costantemente competitiva. La sua è stata un’ottima stagione nella quale ha confermato di poter lottare per il titolo, ma nel 2022 bisognerà vedere se la BMW riuscirà ad assecondarlo.
Andrea Locatelli – voto 8 – Conquistare la quarta posizione in campionato nell’anno del debutto non è cosa da poco. Il bergamasco si piazza sempre alle spalle delle tre R e ormai gli manca poco per inserirsi nella lotta per la vittoria. Si aggiudica il titolo di rookie 2021, un riconoscimento significativo, ma che non appaga di certo le sue ambizioni.
Michael Ruben Rinaldi – voto 6,5 – Weekend da dimenticare per Michael al quale a Mandalika non ne va bene una. In Superpole un problema durante il cambio gomme gli impedisce di sfruttare la gomma da qualifica e in gara parte solo quattordicesimo. Un errore nei primi giri rovina gara1, mentre nella seconda cade pesantemente nel corso dell’ultimo giro e viene portato in ospedale per accertamenti. Niente di grave, ma dovrà star fermo tre settimane e non potrà svolgere i primi test invernali.
Michael Van der Mark – voto 7 – Quando la pista è bagnata l’olandese si esalta ed in gara2 porta sul podio la BMW, favorito dai problemi al cambio di Razgatlioglu. Non ci è piaciuta la spallata con la quale ha buttato in terra Bassani, che fa il pari con lo spintone rifilato a Locatelli a Portimao. Nervosismo da frustrazione?
Garrett Gerloff – voto 7 – Meglio tardi che mai. La sua capacità di imparare in fretta i nuovi circuiti lo rende veloce già nelle prove, poi però si perde un po in Superpole ed in gara1. Nella seconda si destreggia bene sotto la pioggia e chiude sesto. Il periodo buio sembra ormai alle spalle.
Axel Bassani – voto 8 – Corre con l’abilità di un veterano e si trova a proprio agio in tutte le condizioni. Anche in Indonesia è stato a lungo con i primi, chiudendo quinto in gara1 ed in gara2 chissà cosa avrebbe potuto fare se Van der Mark non lo avesse buttato in terra.
Tom Sykes – voto 6 – La consapevolezza di essere probabilmente alla sua ultima gara in Superbike lo emoziona. Al rientro dopo una lunga sosta Tom fa la gara del gambero nella prima, e chiude con un buon quinto posto la seconda. Forzatamente pensionato dalla BMW, il campione del mondo del 2013 meriterebbe di correre nel mondiale almeno un altro anno, invece lo aspettano l’AMA o il BSB (meglio il primo).
Chaz Davies – voto 6 – Al di la dei risultati ottenuti a Mandalika, il gallese merita la sufficienza per la sua carriera. Il suo declino è iniziato con l’arrivo della V4 ma resta uno dei piloti più carismatici della Superbike. Ci mancherà.
Leon Haslam – voto 6 – Anche per lui sufficienza ad honorem. Lascia la Superbike senza poter correre le ultime due gare, a causa del dolore al braccio operato poche settimane fa. Sempre gentile ed educato, Leon è stato un pilota “old style” e merita tanto rispetto. Per lui BSB o forse il ritiro.
Leandro Mercado – voto 7 – Bravo Tati. Con la Fireblade in versione più stock che superbike l’argentino centra la top ten in Superpole ed in gara1. Scivola sotto la pioggia di gara2, ma il suo resta un weekend positivo. Il team Mie ha fatto bene a confermarlo.
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Gisulfo, Arpino (FR)Promosso il circuito, ma non chi ha scelto di affogare le decisive gare finali del campionato in mezzo alle piogge monsoniche.
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fabio1336, Mazzano Romano (RM)Aggiongo un voto: 0 spaccato a chi fa correre un gara in periodo di monsoni.