GP Austin: Kevin Schwantz buttato fuori
Credevamo, in tutta onestà, che la brutta storia fra Kevin Schwantz e la proprietà del tracciato texano fosse ormai riservata ai tribunali. Un ulteriore - ancor più brutto - episodio ha invece avuto luogo qualche giorno fa, in occasione dei test privati organizzati sul Circuit of The Americas. Episodio che, a prescindere dalle ragioni delle due parti, non getta sicuramente una buona luce sulla proprietà del tracciato.
Facciamo un passo indietro: all'inizio dell'avventura del tracciato di Austin la proprietà ha più volte organizzato operazioni di PR attraverso i tre piloti texani di maggior rilevanza, ovvero Kevin Schwantz, Ben Spies e Colin Edwards. I tre si sono fatti promotori per il circuito, spendendo immagine e parole in più occasioni a favore del nuovo, spettacolare tracciato ultimato lo scorso anno ad Austin, Texas.
La scorsa estate però i rapporti fra il Campione del Mondo 500 del 1993 e la proprietà del tracciato si sono gravemente deteriorati. A detta di Schwantz, la sua società (chiamata del resto 3fourTexasMGP, ovvero 34TexasMotoGP, più chiaro di così...) aveva un accordo decennale con il Circuit of The Americas per l'organizzazione delle gare della MotoGP. Accordo che la proprietà avrebbe infranto, sostenendone l'inconsistenza se non addirittura inesistenza, stringendone un altro direttamente con Dorna e tagliando così fuori l'ex pilota texano.
La vicenda pare originata dalla disputa fra i due soci (Tavo Hellmund e Bobby Epstein) facenti inizialmente parte dell'operazione Circuit of The Americas, separatisi malamente per questioni economiche.
Schwantz, stando al comunicato pubblicato da Dorna sul sito ufficiale della MotoGP, ha infatti stretto il suddetto accordo decennale attraverso Full Throttle LLP, società di proprietà di Tavo Hellmund che dopo il suddetto divorzio non ha più nulla a che vedere con il Circuit of The Americas. La vicenda è ovviamente finita nelle mani dei tribunali, ai quali pensavamo fosse ormai riservata.
La scorsa settimana, invece, Kevin Schwantz si è presentato ai cancelli del circuito forte di due diversi inviti da parte del team LCR di Lucio Cecchinello (con il quale Kevin ha rapporti dai tempi in cui la compagine schierava Noboru Ueda, amico del texano) nonché dal team CRT Attack Performance, che si avvale della consulenza del texano in veste di private coach del loro pilota Blake Young. La squadra californiana, stando a quanto dichiarato da Schwantz, avrebbe tra l'altro provveduto ad accreditarne regolarmente la presenza presso la direzione del circuito.
Il servizio di sicurezza ha però negato l'ingresso a Schwantz: i "buttafuori" avrebbero informato Kevin che per disposizioni del management del tracciato gli veniva richiesto di andarsene immediatamente, accusandolo di violazione di proprietà privata (reato preso molto sul serio in Texas, stato dove le armi abbondano) e minacciandolo di arresto se avesse tentato nuovamente di entrare.
Il circuito, interrogato in proposito dal giornalista britannico David Emmett, ha risposto testualmente: "Il test MotoGP ospitato dal circuito rappresenta un evento privato, aperto solamente ai team partecipanti e ai media invitati. Il Signor Schwantz non è stato invitato a partecipare dal Circuit of The Americas, non ha alcun legame con il tracciato o la relativa proprietà e non è un giornalista. Dunque non gli è stato concesso l'accesso al circuito"
Con affari legali di mezzo è impossibile capire a fondo le ragioni di entrambe le parti: non è impossibile che una visita di Schwantz al circuito non potesse avere ripercussioni sulla causa in atto.
Resta il fatto che Schwantz, una delle figure più amate del panorama motociclistico, ha ancora un forte seguito e che la mossa del Circuit of The Americas rappresenti poco meno che un disastro mediatico su scala mondiale. Gli Stati Uniti sono un paese attentissimo a questo genere di cose; con la data del GP ormai alle porte e tanti biglietti già venduti è abbastanza improbabile che un eventuale boicottaggio possa prendere piede, ma il Gran Premio dovrà veramente presentare uno spettacolo di livello stratosferico per far dimenticare ai motociclisti (e ai commentatori) di tutto il mondo un brutto episodio di questa portata.
Bussiness senza passione
Si, il boicottaggio sarebbe da fare , tocca sul soldo i bottegai e chi fà bussiness e diventa subito una persona educata e disponibile.
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