Dovizioso: "Una gara da 9 in pagella"
AUSTIN – Settimo, come in Qatar. E, come in Qatar, Andrea Dovizioso si è preso un secondo al giro, conquistando però un risultato ben oltre ogni aspettativa: sta guidando davvero forte Andrea, sfruttando al massimo una moto pressoché identica a quella del 2012, quindi con gli stessi problemi.
«Abbiamo fatto quello che ci aspettavamo: il distacco non è così grande, il passo non male. Volevo provare a combattere con Rossi e Bradl, ma purtroppo non è stato possibile. Sono contento per l’aggressività e per l’impegno che ci ho messo, sono stato abbastanza costante e gli ultimi tre giri con Bautista sono stati divertenti: è stata una bella lotta. Dobbiamo lavorare, lo sappiamo, ma finché non arriva materiale nuovo non possiamo inventarci niente: questi sono i nostri limiti, ma dobbiamo continuare con questa motivazione».
Ma il morale, dopo una gara così, com’è?
«Più alto che in Qatar, perché ho combattuto forte, ho stretto i denti, ho mantenuto un buon passo: sono stato bravo a fare quasi tutti i giri sotto i 2’06”. E’ stata molto dura, cali fisicamente perché devi guidare la moto in modo innaturale, con tanta forza, specie nella prima parte con tanti cambi di direzione: non a caso mi è anche venuto male alla spalla. Sono contento del risultato della gara e del distacco, però è un’ulteriore conferma dei problemi che abbiamo, sono sempre quelli, non cambiano. Sappiamo bene quello che non funziona».
A Jerez correrà il collaudatore Michele Pirro: che Ducati userà?
«Il telaio nuovo, quello che abbiamo provato in Malesia, ancora con una moto un po’ ibrida. Lui si sta trovando meglio con quel telaio e ha avuto delle conferme nell’ultimo test che ha fatto (settima scora a Jerez, NDA): speriamo funzioni veramente, ma non so se il passo in avanti sarà veramente grande come ci serve».
Conoscere sempre di più questa moto ti aiuta a fare meno fatica?
«Più che altro, gara dopo gara, riesco a fare il Dovizioso: riesco a fare un buon passo, con una buona prestazione per tutta la gara, senza errori particolari. Ma i limiti che abbiamo sono grossi: finché non miglioriamo quelli non possiamo inventarci niente. Io in prova posso anche andare abbastanza bene, non essere tanto distante, ma le mie sensazioni sono di fare tanta fatica. So che non va guidata così una moto – e in gara puoi solo peggiorare -, ne sono consapevole, ma è il modo migliore per tirare fuori il massimo dalla Desmosedici».
Adesso hai una gran carica; c’è rischio di demoralizzarsi GP dopo GP?
«Certo che c’è questo rischio, come è successo ad altri piloti. Sono molto concentrato e consapevole di questa eventualità: speriamo che non accada».
Che voto dai a te e alla moto?
«Se ti rispondo potrei sembrare un po’ bastardo… Qui mi do un bel nove, non dieci perché si può sempre fare meglio e non conosco ancora così bene questa moto, però per quello che ho fatto in gara credo di meritare davvero un bel voto. Per dare il voto alla moto bisogna giudicare quello che hanno fatto gli altri piloti (Hayden nono a 11” da Dovi, Iannone decimo a 20”, Spies tredicesimo a quasi un minuto, NDA), non il primo che fa risultato. Come quando Stoner vinceva o conquistava i podi, il voto non bisognava darlo alla moto in base ai risultati che otteneva, ma in base ai risultati ottenuti dagli altri piloti. Quindi il voto datelo voi in base al risultato degli altri piloti…».
Scusa Andrea, ma non ti ho mai sentito fare un’affermazione del genere: in questo momento sei come Stoner?
«Mi piacerebbe dire così (ride): sono perfettamente consapevole che Casey è un fenomeno. Quindi non voglio essere un presuntuoso, non voglio dire questo, ma credo di stare facendo molto bene il mio lavoro, concentrato per tirare fuori il massimo della moto che in questo momento non va assolutamente bene, consapevole che ci vuole tempo per migliorare».
Cosa ti aspetti da Jerez?
«Credo che quella pista sia assolutamente sfavorevole alla Ducati, però c’è grip e questo è un aspetto positivo: dove c’è grip i problemi che abbiamo rimangono, ma diminuiscono un pochino. Però quando non puoi essere costante, non puoi girare nel modo giusto, qualsiasi pista è negativa».
Michelin inferiori?
La storia recente riscrive la favoletta precedente, e cioé dice che le Bridgestone ad hoc rendevano la Ducati appena guidabile (non è che Capirossi quell'anno, non stante un eccellente 2006, fosse proprio un fulmine...) e che un fenomeno eccezionale riusciva a farla girare nonostante tutto e a portarla a tiro di cv sui rettilinei.
La storia non dice che Bridgestone fu superiore a Michelin, dice che a parità di pacchetto telaio/gomme/motore, l'abbinata Ducati-Casey ha battuto il duo Yamaha-valentino.
Del resto le Bridgestone ce le avevano anche Suzuki, Kawasaki, la Honda di Gresini, eppure non andavano come Casey... andavano come Capirossi.
Poi i soliti giochetti della politica sportiva...
Appunto...
Con la ducati ci andava forte nel dritto ma nel guidato Vale con la sua Yamaha era nettamente superiore, si rifaceva sempre sotto nonostante le gomme Michelin fossero nettamente inferiori e cominciavano a mollare dopo 10-15 giri, infatti nel 2008 entrambi con Bridgestone, Stoner nulla ha potuto nonostante la sua moto sul dritto andasse come un siluro, perchè il vantaggio del 2007 non ce l'aveva più, nel guidato prendeva paga, tanta che neanche con 20/30 km/h in più riusciva a ricucire nonostante lui tentasse di lottare per vincere, ma ha perso. :-D