I perché del GP di Assen
Perché Marco Simoncelli e il team Gresini non hanno voluto che la Bridgestone portasse per la gara una gomma più morbida rispetto a quelle utilizzate in prova?
Risponde Simoncelli. “Sono d’accordo, in linea di principio, che la Bridgestone porti una gomma più morbida, ma non dopo le qualifiche, quando ormai l’assetto della moto è stato fatto. Se dovesse accadere una circostanza simile ad Assen (temperature molto più fredde del previsto, nda) è giusto che la Bridgestone intervenga, ma dopo le libere, non dopo le qualifiche”.
Perché Andrea Dovizioso non è riuscito a tenere il passo di Casey Stoner?
Risponde Dovizioso. “Per il mio stile di guida, la gomma morbida anteriore non va bene, perché freno molto dentro la curva. Purtroppo, quando siamo arrivati sullo schieramento, faceva veramente freddo e le condizioni estreme mi hanno consigliato di non azzardare la dura: se l’avessi fatto, probabilmente sarei riuscito a giocarmela con Stoner, perché lui non era troppo a posto”.
Perché Ben Spies è andato così bene ad Assen?
In questo tracciato si derapa di più che in altre piste e conta molto la velocità di percorrenza in curva, una qualità che contraddistingue da sempre Spies e la Yamaha, che in queste circostanze consuma meno le gomme. Non a caso, anche Lorenzo estremamente rapido, realizzando il suo giro più veloce, il terzo in assoluto, al 26esimo dei 26 giri del GP.
Perché Cal Crutchlow è rientrato ai box a sostituire la gomma anteriore e perché Colin Edwards ha rallentato vistosamente nel finale?
Edwards, come il compagno di squadra, aveva la gomma completamente distrutta. Difficile dare una spiegazione, tanto che anche il team manager Hervè Poncharal non ha saputo rispondere. “Le gomme erano uguali per tutti e gli ingegneri Yamaha hanno detto che l’assetto delle quattro M1 era molto simile. Forse, ma è solo un’ipotesi, Crutchlow frenava troppo aggressivo, ma lo stesso non si può dire di Edwards, che è sempre stato molto dolce in staccata”.
Perché Valentino Rossi non è completamente soddisfatto del lavoro di Jeremy Burgess?
Secondo Valentino, il tecnico australiano è troppo conservativo e ci mette troppo tempo a individuare la strada per trovare la migliore messa a punto della Ducati. In gara Rossi ci mette sempre una pezza, ma in prova fatica troppo, come peraltro succedeva già ai tempi della Yamaha.
solo i vecchi ragionano
Ma ci vediamo anche se la vista non è più quella di prima.
abbiamo affinato altri sensi, il fiuto.
un po' di lucidità, per favore
E' vero che Burgess è stato geniale a trovare tante volte la soluzione prima della gara, ma è altrttanto vero che non è mai stato un fulmine a trovare il setting giusto nelle prove (a chi non lo ricordasse, Rossi a Laguna seca 2008 aveva un distacco di quasi 1 secondo in prova, poi com'è finita?), trattandosi di una moto nuova con concezioni progettuali differenti, è chiaro che la situazione non migliora. A me, però, le parole di Rossi sono sembrate una riflessione corretta e non un tentativo di addossare la colpa ad altri. Rossi usa (quasi) sempre la seconda persona plurale, mettendocisi in mezzo, quindi, anche lui. D'altra parte, che la spalla fosse un problema l'hanno detto i medici che l'hanno operato ("abbiamo trovato una situazione molto peggiore di quella che ci aspettavamo") e se non sei a posto con la spalla non riesci a spingere e quindi non puoi capire il limite della moto. In fin dei conti Rossi è arrivato a 3 secondi da Dovizioso con una moto nuova di pacca. A me non sembra un risultato da buttare.
Sic non credo proprio che sia un criminale. Deve darsi una calmata, questo si. L'incidente di Assen mi è sembrato più grave di quello di Le Mans, perchè allora Pedrosa ci ha messo del suo.
Stoner è un pilota che spesso va per terra: l'anno scorso quante cadute ha fatto nelle prime gare? Eppure era su una moto che conosceva bene. Quando ha smesso di cadere viaggiava anche lui intorno al 4/5 posto ed un bel po' di secondi dal primo. Ha vinto solo quando ormai i giochi erano fatti. Talento Ok, ma capacità di affinare la moto insufficiente. La grandezza di un campione si misura anche dalla capacità di arrivare sempre al traguardo quando la moto non ti consente di stare con i primissimi, cercando di lavorare con tenacia per arrivare in cima. E se la moto è competitiva, ma vai per terra tentando di fare a serbatoio pieno, tempi migliori che in prova (Quatar 2010) sei molto distante dall'immagine del "campione".