Ken Kawauchi (Suzuki): "Soddisfatti all'80%"
La tradizionale conferenza stampa di metà stagione quest'anno avviene un po' più tardi, per gli ovvi motivi legati a un calendario d'emergenza che porta ad avere il... giro di boa in un Gran Premio di Catalunya corso a fine settembre.
Ken Kawauchi, il direttore tecnico Suzuki MotoGP, ha fatto un'analisi della stagione finora disputata. Un'analisi che sembra confermare quei progressi constatati dopo i test invernali, sia pure con la tradizionale prudenza tipica dei giapponesi, e della Casa di Hamamatsu in particolare.
Una modestia fin quasi ingiustificata, perché i risultati di queste ultime due stagioni hanno mostrato una GSX-RR in forte crescita, e un team capace di risultati che la Suzuki non aveva mai raggiunto con tale costanza nell'era della MotoGP.
"Si, siamo soddisfatti circa all'80% delle nostre prestazioni" ha risposto Kawauchi. "Non abbiamo fatto progressi enormi, ma rispetto allo scorso anno siamo riusciti a migliorare la moto. I tecnici a casa hanno fatto un buon lavoro così come la squadra sui circuiti, e anche i piloti sono cresciuti. Nel complesso possiamo dire di essere soddisfatti."
La particolare situazione di quest'anno ha spinto Dorna a pensare alla riduzione dei costi congelando lo sviluppo dei motori fino alla fine della stagione 2021. Su cosa si sta concentrando quindi il lavoro della Casa?
"L'obiettivo è sempre lo stesso: vogliamo più potenza senza sacrificare la guidabilità, che è il miglior pregio della nostra moto. Di fatto, non potendo cambiare le specifiche del motore, non possiamo fare altro se non cercare dei piccoli step di avanzamento nelle componenti di contorno."
Come suddividereste i meriti dell'aumento di prestazioni fra pilota, team e moto?
"Come potete ben vedere, il livello in MotoGP è elevatissimo, c'è una competizione estremamente serrata e quindi basta che manchi un dettaglio minimo perché i risultati diventino irraggiungibili. Il che significa, a sua volta, che l'impegno di piloti, team e Casa costruttrice sono ugualmente importanti: quando manca qualcosa, anche minuscola, si vanifica il lavoro di tutti."
Grande simpatia per questo marchio fin da tempi antichissimi, la mia prima cavalcatura non nazionale fu una Suzuki, all'epoca in cui le moto giapponesi cominciavano ad imperversare ma con altri marchi.
Ricordo che mi ero fatto confezionare da un artigiano di Lugo (RA) una tuta con i colori ufficiali Suzuki che in un panorama di tute nere o poco più faceva un gran figurone.
Anni 60 a parte, verso metà anni 70 la Suzuki ebbe un grande successo nel motomondiale con le loro 4 cilindri in quadrato a disco rotante, a parte le versioni ufficiali vincitrici di 4 mondiali (Sheene, Lucchinelli, Uncini) pure le RG private erano da prima fila "uccellando" la Yamaha che pur essendo partita prima di loro ad un certo punto (per errore di valutazione?) si trovò svantaggiata.
Erano tempi in cui i marchi presenti erano 2 (poi Kavasaki per breve periodo) le moto in pista competitive in senso assoluto 2/3 tutti gli altri piloti disponevano di moto private, praticamente quasi tutte Suzuki RG.
Con una Suzuki 100% standard comperata il giorno prima sarebbe stato possibile partecipare ad una gara mondiale e fare la prima fila, occorreva un buon manico naturalmente (chiedere a Lucchinelli)
Non servivano preparazioni particolari anzi, meno si "toccava" e meglio era, la messa a punto si, quella era importante come sempre: carburazione, rapportatura, taratura delle sospensioni….. nulla di più.
In epoca Moto GP la Suzuki sembra trovarsi per la prima volta ad avere tutto quanto serve per fare il colpo grosso: partita un po in sordina con un progetto tutto nuovo, squadra nuova, piloti "nuovi" pure loro nel senso giovani con nessuna esperienza in Moto GP, hanno fatto passi da gigante in tutti i settori.
Mir in particolare potrebbe essere il vero antagonista in un prossimo futuro di M. Marquez.
I "vecchi senatori" uno alla volta e in modo diverso stanno alzando infatti bandiera bianca e sulla scena rimarranno loro: Marquez, il campione consolidato pur essendo giovane pure lui, Vinales, Rins, Quartararo, Morbidelli, Binder Oliveira….. Mir è uno degli ultimi arrivati e non ha ancora vinto nessuna gara ma la sua breve storia nel motomondiale Moto 3 compresa, mi fa pensare che possa avere qualcosa in più di tutti gli altri.
Opinione personale naturalmente.
Valentino Masini