MotoGP 2020, Valentino Rossi: "Manca velocità di punta". Ma resta il pilota Yamaha più costante
Si potrà discutere fin che si vuole sul valore di questa affermazione, ma è un dato di fatto che Valentino Rossi, in entrambe le gare disputate sul tracciato dell'A1-Ring, sia stato il miglior pilota Yamaha al traguardo. Una prestazione sicuramente condizionata da inconvenienti tecnici, cadute e ritiri, ma tant'è, i fatti sono fatti: sul tracciato forse più difficile per la YZR-M1, tutto fatto di ripartenze dalle marce basse e da rettilinei lunghi e spesso in salita, Rossi è stato quello che ha raccolto di più. Ma un quinto e un nono posto non sono, e non possono essere, risultati soddisfacenti.
"Sappiamo che in questa pista soffriamo perché conta tantissimo la velocità di punta, e quest'anno la differenza fra noi e gli altri è pazzesca, difficilissima da compensare" ha spiegato Rossi. "Era già così l'anno scorso, e noi piloti avevamo fatto molta pressione perché la situazione migliorasse, ma non ci siamo spostati di molto. Qui ci sono molti rettilinei lunghi e noi paghiamo pegno. Per quanto mi riguarda sono state due corse anomale: la settimana scorsa sono riuscito ad arrivare quinto, ma ci sono state molte cadute davanti a me. Questo fine settimana, purtroppo, quasi tutti hanno risolto i loro problemi e hanno trovato il modo di sfruttare qualche cavallo in più rispetto a noi: nessuno ha commesso errori e la prima Yamaha è arrivata nona."
Una situazione sicuramente molto difficile, che qualcuno attribuisce anche alla scelta Yamaha di restare fedele allo schema a quattro cilindri in linea crossplane, ovvero con fasatura irregolare degli scoppi, che si scontra però con la realtà: il confronto con Suzuki, che adotta la stessa architettura, vede la M1 nettamente perdente, tant'è allo Spielberg la GSX-RR perdeva dai 4 ai 6 km/h rispetto alle migliori Ducati contro gli oltre 10 delle Yamaha. E Joan Mir ha rischiato di vincere la gara...
"Suzuki lavora tanto e bene, e in questi due fine settimana sono stati impressionanti" ha commentato Valentino. "Il problema, quindi, non sta nella configurazione del motore: la Suzuki ha più trazione di noi in accelerazione, ma anche il motore è evidentemente più potente. Ho girato dietro a Rins e fra una curva e l'altra accelera più rapidamente di me, il che significa che Suzuki ha trovato la strada giusta. Ma sono buone notizie, perché se è così possiamo migliorare anche noi".
Una positività apparentemente contrastante con la situazione Yamaha: il blocco allo sviluppo fino a fine 2021 le impedisce infatti di lavorare sui motori anche solo per risolvere il problema di affidabilità accusato a Jerez. La soluzione applicata dai tecnici di Iwata non sembra essere stata indolore in termini di prestazioni di punta.
La situazione migliorerà anche, e soprattutto, con l'avvicinarsi delle due gare sul circuito di Misano Adriatico, su cui la M1 non dovrebbe soffrire troppo delle lacune in velocità di punta lamentate sul tracciato austriaco. Proprio qui, sulla pista di Casa, Rossi ha molto da dimostrare se vuole continuare nella sua opera di convincimento nei confronti dei vertici Yamaha: non sarà così semplice prevalere sui compagni di marca, che qui l'anno scorso sono andati tutti fortissimo.
A conforto di Valentino arriva il tributo di fiducia del suo allievo e compagno di marca Franco Morbidelli, che nota come l'esperienza di Rossi sia un'arma molto potente. "Noi piloti Yamaha abbiamo ottenuto prestazioni molto altalenanti - l'unico che in questo 2020 è in costante miglioramento è Valentino". A Misano, dove tra l'altro è attesa la firma del contratto fra Rossi e il team Petronas, attendiamo la prova del nove.
Rossi è stato un caso più unico che raro nell'attirare pubblico verso uno di quegli sport che potevamo definire di "nicchia".
Prima di Rossi, l'interesse per il Motociclismo sportivo era appannaggio di pochi appassionati e più o meno esperti conoscitori delle gare su pista.
Poi è arrivato Valentino e con lui il grande pubblico. Un pubblico fatto di gente che non aveva mai visto una gara di moto in vita sua. Un pubblico estremamente variegato, in maggior parte non esperto conoscitore del "mondo moto". Un esempio su tutti? il travaso di pubblico dalla Formula 1 alla MotoGP.
Tanti si sono addirittura comprati la prima moto. Tanti hanno cominciato a cercare notizie su internet. Gente che molto allegramente e con semplicità ha cominciato a tifare sto ragazzo dal sorriso simpatico che tutto sembrava tranne che lo stereotipo del motociclista rude e cattivo sprezzante del pericolo col grugno da teppista e con gli occhi d'aquila. E mi fermo qui... sennò ci viene il diabete :-)
E i vecchi motociclisti? quelli al calduccio dentro la loro "nicchia"? quelli che "te che ne sai della moto?", quelli "ma che fa questo il teatrino?" quelli che "non vedo l'ora che sparisci" si insomma quelli... come hanno reagito?
Addirittura più in basso ce n'è uno che non vede l'ora che il Vale smetta perché secondo lui dal 2001 i circuiti non sono più gli stessi e bisogna prenotare troppo in anticipo...
ma si può? no! dico: MA SI PUO'...............???? ahahahahahahah
Paolo, chi l'ha sdoganato l'odio?
Valentino Rossi?
oppure i suoi detrattori tutti pista e niente cervello? oppure quelli che poi magari grazie a lui oggi fanno affari d'oro grazie a tutto l'indotto che è derivato dall'aver portato il "mondo moto" alla ribalta?
Sai? da ragazzo giocavo a tennis e ho cominciato grazie a Panatta... e non ho più smesso.
Sai? un giorno ho deciso di andare a sciare, era Tomba che mi aveva convinto... e non ho più smesso.
E potrei scriverne almeno altri dieci di esempi simili.
Chiudo qui questo commento fiume, però un'ultima cosa te la voglio dire:
Che fosse un campo da tennis, una pista nera, un circuito o un campo d'atletica. lo str...o che ti guarda in cagnesco perché non ti ha mai visto prima... ce l'ho sempre trovato... e non sai le risate (le mie) quando poi si accorgeva che ero più bravo di lui.
Ciao
Qualcosa che ha a che fare con la chiave..., con la scopa..., con la tromba...
No?