MotoGP 2021. GP d’Italia al Mugello. Valentino Rossi: "Correre o non correre? Entrambe le soluzioni hanno poco senso"
SCARPERIA - Valentino Rossi ha molti dubbi, ma secondo lui non è stato così sbagliato correre.
“Intanto voglio fare le mie condoglianze alla famiglia, al suo team, agli amici. Già ieri sera sapevamo che la situazione era molto critica, perché Sasaki l’ha preso sul casco.
Ma un conto è sapere che la situazione è grave, un altro venire a conoscenza della sua morte. E’ chiaro che ti chiedi se abbia senso continuare: probabilmente non ce l’ha.
Ma nemmeno non correre ha troppo senso, perché, purtroppo, quello che facciamo oggi non può cambiare quanto accaduto ieri. E’ difficilissimo trovare la concentrazione, provi a fare le cose di sempre, stai con i tuoi amici, con la tua ragazza, con il team”.
Oliveira ha detto che le Moto3 vanno troppo forte. E anche le MotoGP, naturalmente: cosa ne pensi?
“Il problema della Moto3 è forse che stanno tutti attaccati sempre, anche in qualifica: si formano trenini di 6-7 piloti. E’ molto pericoloso, ma non accade solo in Moto3, anche in Moto2 e pure in MotoGP siamo sempre tutti attaccati. Fosse se si andasse più piano in tutte le classi potrebbe essere meno pericoloso, ma è anche vero che non si può far nulla con questo tipo di incidente: sono migliorati tantissimo le tute, i caschi, abbiamo l’airbag, ma su questo non puoi fare nulla, come si è visto anche con Simoncelli e Tomizawa”.
Sei d’accordo con chi sostiene che se fosse morto un pilota della MotoGP non si sarebbe corso?
“Secondo me non sarebbe cambiato niente. Non si era corso in Malesia nel 2011, ma il Sic era morto in gara: non credo sarebbe cambiato qualcosa. Quando accadono queste cose, tutti avremmo voglia di impacchettare la roba e andare a casa. E poi? Domenica c’è già un altro GP…”.
- Francesco Bagnaia: "Non si sarebbe corso se fosse morto un pilota MotoGP"
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Dovremmo fermarci per ogni morto sulla strada per colpa di qualcun altro, dovremmo fermarci per ogni poveraccio annegato in mezzo al mare in fuga dalla disperazione, dovremmo fermarci per ogni donna o uomo uccisi da una violenza senza ragione, dovremmo fermarci per ogni morte sul lavoro, ma se non lo facciamo per queste cose, a maggior ragione non lo faremo mai per chi per mestiere il rischio di morire lo accetta ogni giorno.