MotoGP 2023. GP della Malesia. I "perché sì" del passaggio di Luca Marini in Honda HRC
Sembra che la questione sul passaggio di Luca Marini in Honda HRC si sia ridotta a una questione di durata del contratto: il suo management chiede due anni, HRC pare voglia offrire un solo anno.
Dopo le incertezze mostrate da Alberto Puig in questa intervista ieri, nel sabato della Sprint della Malesia anche la trattativa per sostituire Marc Marquez sembra aver avuto uno sprint.
Marini pare diventato il candidato principale per HRC, ma qui non siamo a scandagliare la notizia in cerca dello scoop ma vogliamo solo fare delle considerazioni sul perché questo trasferimento possa essere molto invitante per Marini.
Le ragioni del sì
- Smarcarsi dalla VR46 e dalla nomea di raccomandato: il passaggio in HRC segnerebbe la rottura di quella specie di cordone ombelicale che lo lega, da sempre, all’ingombrante fratello Valentino Rossi.
Chiariamo: Marini è un pilota velocissimo, con vittorie, podi e pole nella sua carriera nel motomondiale. Ma sicuramente la voglia di affrancarsi per conto proprio, senza l’egida della VR46, esiste.
- Smarcarsi dalla Ducati, dalla moto migliore del lotto: altro motivo che potrebbe dargli soddisfazione è affrancarsi dalla Ducati, ma soprattutto dalla frase “va forte solo perché è su una Ducati”.
- Avere la possibilità di contribuire in prima linea allo sviluppo di una moto: passare in HRC a 27 anni gli dà la possibilità di poter intraprendere un percorso, volendo sulla falsariga di quello intrapreso a suo tempo da Aleix Espargaro in Aprilia. Pilota ufficiale con almeno 5-6 anni buoni davanti per esserci quando Honda tornerà competitiva, grazie anche al suo contributo. Onestamente penso sia la sua motivazione più grande.
- Essere un pilota di un team ufficiale: ambizione di ogni pilota, lo è naturalmente anche di Luca Marini. Esserlo nella Casa più grande del mondo è sicuramente un vanto, anche se ora va male per HRC.
- Un ingaggio migliore: sicuramente i soldi contano. E Marini in una dichiarazione di inizio anno aveva anche fatto notare come gli ingaggi dei piloti fossero bassi. Di sicuro il bonifico del Giappone, di un team ufficiale, sarebbe più alto di quello di adesso.
Le ragioni del no, a mio parere, pesano meno: un podio nel 2024, in un certo senso, varrebbe molto di più di una vittoria con una Ducati quest’anno. Bagnaia, Martin, Zarco, Bezzecchi, Alex Marquez hanno vinto quest’anno gare o sprint con la Ducati. Solo Marini, Diggia e lo sfortunato Bastianini non ci sono riusciti.
Conclusione: Contribuire alla rinascita di Honda potrebbe essere il fiore all’occhiello della carriera di Luca Marini.
Che ne pensate?
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usr_26838, Torreglia (PD)ma quanti sono sti soldi?un milione e' poco;compro casa e una bella macchina son quasi finiti,ma se me ne danno 5 ,intanto vado la', poi vediamo
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4Pistoni, Ponte nelle Alpi (BL)Storia montata dal fratello..zero possibilità che vada in HRC..ma sai che soddisfazione dire no a Honda il pilota è mio non si tocca..