MotoGP 2024. GP dell'Emilia Romagna. ESCLUSIVO - Johann Zarco a 360 gradi. L'amore per l'endurance e il basso ("non penso alla SBK"), l'addio a Ducati ("Audi pesa tanto) e il futuro: "Voglio essere il primo pilota Honda in classifica"
Misano - Johann Zarco arriva nell'hospitality LCR alle 15 in punto, cioè l'orario concordato per l'intervista. Insieme a lui c'è Irene Aneas, giornalista e responsabile della comunicazione per il team di Lucio Cecchinello.
Zarco si fa portare un caffè al tavolino e l'intervista può iniziare. Abbiamo parlato della sua carriera, della vittoria in Australia e anche della 8 Ore di Suzuka, che Zarco ha vinto con Honda lo scorso luglio.
"Allora inizio" dico io, "vai vai" dice Zarco, senza accento, si pronuncia così.
Tu se sei un vice campione di 125 e due volte campione del mondo di Moto2, hai fatto tantissimi podi e hai una vittoria in MotoGP. Quella vittoria in Australia la cercavi ossessivamente oppure no? Ti aspettavi di vincere in Australia? Perché poi la vittoria è stata molto strana, tutti eravamo felicissimi quando hai rimontato, una bella storia...
"Ero molto focalizzato sulla vittoria tipo alla fine del 2021 e nel 2022 e lì sì, diventava un'ossessione. Nel 2023 era sempre un obiettivo. Ma godevo anche degli altri risultati. Vincere in Australia non me l'aspettavo, perché per me l'Australia rimane sempre un circuito incredibile, con tanta velocità nelle curve. Quando hai fatto un giro sembra che hai già fatto qualcosa di unico. Se avessi pensato a una vittoria sarebbe stato Barcellona, che è una pista dove ho sempre fatto bene, ma non l'Australia, quindi è ancora più bello perché è una pista che ammiro"
8 ore di Suzuka: quando ti hanno chiesto di farla? La volevi fare?
"Sapevo che volevo farla un giorno. E quando me l'hanno chiesto mi son detto sì. Però ho detto se la faccio, voglio, devo vincere. Non è che voglio vincere, devo vincere perché voglio sempre essere un pilota competitivo in MotoGP. Quindi se vuoi essere competitivo in MotoGP, come minimo devi vincere a Suzuka, anche se non dipende tutto da un pilota. Dipende anche tanto dalla squadra, ma avevamo la la squadra migliore e la moto migliore con Honda e sono contentissimo di aver vinto questa gara. Quando mi hanno chiesto di partecipare ne ho parlato con Lucio perché lui comunque è il mio capo e c'è bisogno della sua autorizzazione ma sa, come pilota, che è una cosa buona da fare"
Aver vinto a Suzuka è una soddisfazione. È l'unica soddisfazione di quest'anno?
"No, non è la stessa soddisfazione che da un bel risultato in MotoGP, ma almeno è una vittoria. E quando sei impegnato per vincere ti porta altre energie in te stesso, e questo fa bene. Fa bene perché ti senti più vivo. Ho guidato la CBR per delle serie di un'ora. Quando sono tornato sulla la moto GP ho avuto un approccio un po' diverso e a Silverstone, in Austria e in tutte le gare dopo ho fatto un passo avanti anche sulla MotoGP. Comunque sì, visto che siamo indietro in MotoGP fa bene sentirsi vivo, vincere e godere un po', certo"
A proposito di Honda, a che punto siete? E quant'è migliorata da novembre scorso?
"Difficilissimo dire a che punto siamo, perché guardando la classifica sembra che siamo allo stesso livello. Gli altri riescono a crescere, ma qui in Honda sono cambiate tante cose, non solo sulla moto ma anche dentro Honda, negli uomini che lavorano, come gli ingegneri e credo che devono loro fare la loro base, una nuova base e per questo serve tempo"
Lo scorso anno, quando tu hai scelto Honda, c'era in ballo anche un'offerta di Ducati che se non erro prevedeva un anno in Pramac in MotoGP e poi Superbike con Ducati ufficiale, era così?
"Non ho avuto questa offerta veramente in mano, ma sì, la discussione era perché non volevano parlare di due anni in MotoGP con me. Pramac voleva tenermi e hanno spinto per avere due anni con me. Ma la decisione è stata di Ducati. Adesso vedo come sono le cose con Marc Marquez e Jorge Martin. Martin è in testa al campionato e ha vinto le gare ma alla fine andrà in Aprilia. Significa che Marc, che è un grande pilota ha un peso importante. Quindi sembrava che io, senza vincere gare sulla Ducati, non avevo nessun potere. Per me fare un anno ancora in Ducati sarebbe stato comunque buono perché la moto si vede è bella e ancora meglio dello scorso anno. Ma io avevo bisogno di sentire una Casa importante che volesse credere in me e avere un progetto un po' più lungo, invece di essere sotto pressione perché ho firmato solo per un anno"
Che rapporto avevi con Dall'Igna? Perché comunque si diceva comunque che lui ti considerasse un po' come un punto di riferimento per lo sviluppo della moto, il suo collaboratore in pista...
"Credo che sia una relazione molto buona. Con Gigi adesso non parliamo perché siamo troppo impegnati durante le gare, ma a volte ci penso e vorrei andare a condividere un po' di cose con lui o con il mio ex capotecnico Branchini. In Ducati c'è anche la forza di Audi e quando Ducati prende una decisione c'è forse anche una decisione di Audi dietro e a quel punto diventa business più che performance, pura performance e su questo anche se Gigi è importantissimo in Ducati e ha un potere decisionale credo che la forza di Audi sia maggioritaria sulle decisioni"
E invece il tuo rapporto con Paolo Campinoti?
"Ottimo, siamo nati il 16 luglio, lo stesso giorno. La relazione è buona"
Tornando un attimo indietro, il tuo anno da rookie in MotoGP nel 2017 è stato straordinario. Subito grande velocità, simile anche all'anno da rookie di Quartararo, due anni dopo. Tu pensi che il fatto di essere arrivato in MotoGP a 27 anni, cioè un po' tardi, ha condizionato il tuo futuro in MotoGP?
"No, non credo. Ho avuto una bella opportunità con KTM ma non ero pronto per questa sfida con una moto un po' indietro che bisognava sviluppare, non sono riuscito a entrare bene in quel progetto. Ma ho avuto anche un percorso di di carriera e di vita, sì, un po' particolare. È questo che mi ha anche fatto prendere, a volte, delle decisioni un po' strane, le mie decisioni quindi. No, entrare a 27 anni non mi ha datp problemi per il futuro in MotoGP. Forse con Ducati lo scorso anno, che non hanno voluto firmare per due anni, ma quando vedo come è andata con Martin, che è un pilota giovane che vince, vedo che ci sono anche altre cose che influiscono sulle decisioni"
Tu e quartararo siete spesso il primo pilota Honda e il primo pilota Yamaha. C'è una sfida anche tra voi francesi a fare meglio in campionato?
"Guardo se sono il primo pilota francese in classifica, mi fa piacere, ma lui per il momento fa molto più punti di me e ha più velocità di me con la Yamaha. Quindi non posso veramente fare un confronto, ma sì, fa parte delle sfide della stagione. Ogni anno, se posso essere il primo francese, è sempre meglio"
In Francia la MotoGP è molto seguita?
"Sì, direi di sì. Non è seguita come in Italia o in Spagna ma grazie a Canal Plus riusciamo a interessare molto più persone e abbiamo tante persone che vanno in moto, ma credo che abbiamo più passione di andare in moto, girare sulla moto, utilizzare una moto per andare fuori più che del guardare le gare. Direi che Italia e Spagna sono più appassionati della competizione"
E arrivare primo tra i pilota Honda quest'anno è un obiettivo? Al momento siete primi tu e Nakagami, 21 punti a testa...
"Sì, perché è anche un modo per avere più credibilità rispetto ai miei commenti e alle mie richieste. È tipo un campionato dentro il campionato. sì, per il momento, visto che siamo indietro. Quindi le Honda sono l'unica moto con cui mi posso confrontare e voglio avere questa capacità di essere il migliore"
Ti chiedo di fare un gioco, in cui io ti dico il nome di un pilota e tu me lo descrivi in una parola sola. Ok?
"Proviamo"
Quartararo...
"Giovane"
Morbidelli...
"Particolare"
Martin...
"Grinta"
Nakagami...
"Tranquillo"
Alex Marquez...
"Bravo"
Marc Marquez
"Incredibile"
Valentino Rossi
"Idolo"
Johann Zarco
"Voglia"
Tu in un futuro ci pensi alla Superbike?
"Non lo so, no, per il momento no. Sul lato sport l'endurance mi potrebbe piacere perché c'è la connessione con la la squadra e hai un compagno di squadra che non un è avversario. Mi è piaciuto a Suzuka che è la gara più veloce dell'anno e più importante. Il livello per me era alto anche a Suzuka. Quindi non ho pensato alla Superbike, l'obiettivo è stare in MotoGP perché voglio avere il livello di guida per stare in MotoGP e meritare questo posto e continuare ad aiutare Honda in questo sviluppo"
Ultima domanda: come ti immagini e cosa vorrai fare quando smetterai di fare il pilota?
"Per essere sincero, vorrei quasi smettere tutto per imparare a fare musica. Ma sì, vorrei imparare il basso, a suonare il basso"