l'intervista

MotoGP. Loris Capirossi: "Stiamo studiando come limitare i rischi di investimento in caso di caduta"

- In una lunga intervista pubblicata sul Corriere, Loris Capirossi parla di se, del suo passato di pilota e del suo ruolo nel motociclismo di oggi. E rivela che Dorna e FIM stanno studiando un sistema per scongiurare il rischio più grave: l'investimento del pilota caduto
MotoGP. Loris Capirossi: Stiamo studiando come limitare i rischi di investimento in caso di caduta

Stavo per telefonare a Loris Capirossi, immaginavo una lunga chiacchierata. E mi ritrovo l'intervista che Loris ha rilasciato a Giorgio Terruzzi. Va bene, la telefonata per ora è rimandata, intanto vi riporto i passaggi più interessanti apparsi sul Corriere.

Primo tema. La sicurezza di oggi nelle corse. Dopo aver raccontato le sue disavventure più serie, Capirex dice una cosa importante.

"Per scongiurare gli incidenti più gravi - spiega Loris - non sempre è possibile intervenire. Per esempio se un pilota cade al primo giro è quasi inevitabile che venga investito. Stiamo studiando come avvertire all'istante chi corre, usando l'elettronica, ma bisogna dirlo: le tempistiche sono strettissime".

Quello dell'impiego dell'elettronica per segnalare l'incidente o addirittura rallentare le moto nei casi più gravi è un tema che tanti appassionati hanno sollevato anche sul sito. Farà loro piacere questa uscita di Loris.

Che poi confida di non aver rimpianti, di dover tanto al dottor Costa e alla moglie Ingrid, di andare in pista ogni tanto per conto proprio per rivivere un po' le sensazioni di una volta, di essere contentissimo che il figlio, Riccardo, ami il pugilato e non la moto.

Capirossi si muove a Montecarlo, dove vive da tanti anni, con lo scooter elettrico. Aggiunge però che sulle strade ci vuole una gran prudenza. E tra le righe critica l'industria.

"Milioni di pericoli inaspettati, c'è più rischio rispetto alla pista. Viaggiare su due ruote è bellissimo, osservi cose che in auto non vedi, ma serve prudenza, una attenzione continua. Il fatto è che il mercato - aggiunge poi - offre modelli potenti come una MotoGP, roba da 320 all'ora..."

Un'ultima uscita su Rossi. Mai successo, gli domanda Terruzzi, di invidiarlo o di criticarlo?

"No, Valentino è stato semplicemente più bravo di me. Formidabile in pista e magari, a differenza mia, molto categorico nelle scelte, cambiando squadra, scegliendo le persone che avrebbero collaborato con lui. Io ero più accomodante. Lui smetterà di correre a 50 o 60 anni, ha una passione e una vitalità senza fondo. Valentino è eterno".

  • Vecchio Yuma!
    Vecchio Yuma!, Cascina (PI)

    Dura, trovare soluzioni ad una dinamica che accade in pochi secondi, per non dire frazioni: un pilota cade, e chi gli è immediatamente dietro, magari lanciato, in carena, gli passa sopra abbozzando solo un tentativo di correzione o di frenata perché di più non può fare: a cosa serve una spia di allarme sul dash? A un fico secco. Questo genere di cadute è insito nelle corse di moto, e non si capisce, o almeno io non capisco, come si possa "invitare" i piloti a cadere meno: nelle corse si va al limite, e purtroppo per cercare di vincere quel limite va avvicinato il più possibile, finché uno non cade. Ma i piloti hanno fame di vittoria, non possono certo stare a pensare ad eventuali sanzioni per una eventuale caduta: così si snatura la competizione, non ha senso di esistere, oltre ad essere secondo me inapplicabile: chi vuol vincere dà e dia del gran gas, altrimenti guardiamoci il curling. L'unico modo per ovviare a certi eventi (non l'investimento, ma le sue conseguenze) è investire nella ricerca di protezioni sempre più avvolgenti e resistenti, anche a costo di stravolgere la fisionomia e l'estetica di ciò che siamo abituati a vedere.
  • pablo742925
    pablo742925, Bologna (BO)

    È inutile non vi può essere soluzione, quando cadi nei primi giri, con il gruppo ancora compatto, le probabilità di essere investiti dai piloti che seguono rimangono elevate:
    i tempi di reazione non sono sufficienti, impossibile cambiare traiettoria per quelli dietro.
    Una via che invece si potrebbe percorrere, è quella di scoraggiare i piloti a saggiare l'asfalto...in diversi modi, anche penalizzandoli nella gara seguente, e incoraggiando quindi una condotta di gara piu responsabile.
    Se l'obiettivo è la sicurezza, lo spettacolo potrà essere anche in parte penalizzato:
    che poi a dirla tutta, chi si diverte nell' assistere a carambole ed incidenti, non son certo gli appassionati di motociclismo.
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