L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”

- Ammesso che le autorità europee diano il via libera, la MotoGP e la SBK finiranno nelle mani di chi già detiene la F1. Se la Dorna aveva preso una china che ci piaceva poco, gli americani sembrano ancora più determinati: sempre più show e meno sport
Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”

Ciao a tutti! Siete contenti che la MotoGP e la SBK - ammesso e non concesso che arrivi l’ok delle autorità europee Antitrust - finiscano nelle mani degli americani di Liberty Media? Mica tanto, a giudicare dai vostri commenti alla pubblicazione della notizia. E io sto con quelli che vedono accendersi le spie di warning. Ma prima di dirvi come la vedo, tre punti da chiarire.

Prima questione: perché Liberty Media è interessata a prendersi Dorna Sports? Perché si dice che MotoGP e SBK abbiano un grande potenziale, e con la F1 creerebbero un pacchetto molto appetibile da vendere agli sponsor, alzando il loro interesse. Ci crediamo? Direi di sì.

Seconda questione: è un affare? Oggi la Dorna arranca dopo i guasti della pandemia: fattura meno di 500 milioni di euro l’anno, ha debiti per 1,5 miliardi, non ha risorse per gli investimenti; in parole povere viene via per 4 miliardi, e Liberty (che ha utili importanti) pagherà meno tasse. E’ un affare, diversamente non si sarebbe alzato un dito.

Infine la domanda cruciale: le autorità Antitrust daranno il via libera? Il dubbio c’è, la concentrazione nuoce al mercato. Nel 2006 l’Unione Europea stoppò CVC Capital Partners che aveva acquisito i diritti della MotoGP e voleva anche la F1: dovette cedere la sua partecipazione in Dorna (a Bridgepoint per 550 milioni di euro) e mollare le moto. La situazione del mercato e della concorrenza oggi è diversa? No, ma gli avvocati di Liberty Media forse hanno un asso nella manica: nel 2011 Bridgepoint si prese la SBK, insieme alla MotoGP, con l’ok dell’Antitrust europeo.

Tornando a noi, non ho mai nascosto le mie riserve sulla visione di Liberty Media e del CEO della Formula 1, Stefano Domenicali. Per quello che vedo, la massima formula a quattro ruote avrà anche guadagnato visibilità e fatturato, ma è sempre più show e meno sport. E quando Domenicali è apparso sulla MotoGP di fianco a Ezpeleta ha detto parole piuttosto inquietanti. Il senso era: tutti quei turni di prova al pubblico non interessano, meno prove e più gare.

E’ una strada che del resto Dorna Sports ha già imboccato con il nuovo format introdotto nel 2023 con la Sprint. Che ha raddoppiato le partenze e i rischi per i piloti e non si chiama gara: non ha nemmeno il podio a dimostrazione che delle tradizioni sportive... importa niente.

Vedo che su qualche giornale si festeggia e qualcuno intravvede addirittura un SuperGP, una specie di Superbowl dei motori con F1 e MotoGP sullo stesso circuito nello stesso fine settimana (ovviamente non in contemporanea). C’è anche chi suggerisce che si potrebbe rifondare la gestione delle gare e modificare i regolamenti tecnici senza l’ingombro delle federazioni…

Sono progetti che trovo pericolosi, anche alla voce federazioni. Le federazioni internazionali saranno anche in ritardo sui tempi, anche la nostra FIM lo è; ma lasciatelo dire a me che le ho fatto la guerra per anni: le federazioni sono da riformare ma ci vogliono, eccome. Perché sono, o almeno dovrebbero essere, i soli garanti dello sport e dei princìpi sportivi.

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Commenti

  • bartax
    bartax, San Miniato (PI)

    già mi immagino un weekend di gare tutti (F1, motoGP e SBK) sullo stesso circuito, al mercoledi si sorteggiano i piloti per le moto/auto e così ti potresti ritrovare Verstappen sulla Honda motoGP, Pecco sulla Ferrari, Alonso sulla Panigale ... sai a quanto potrebbero vendere gli spazi pubblicitari??
  • Invisibile_teo
    Invisibile_teo, Bologna (BO)

    La Motogp è un campionato che ha vissuto per vent'anni sul personaggio Rossi, ora che si è ritirato il campionato sta vivendo il suo esito scontato. Senza contare che con le case giapponesi che partecipano solo in forma ufficiosa senza investire da anni, piloti castrati dal politicamente corretto, moto estremizzate aerodinamicamente e poco intuitive che mortificano lo spettacolo e un organizzatore che non può mettere paletti tecnici alle sole case che continuano ad investire per paura che si ritirino, non è neppure facile rilanciarlo, il campionato.
    Infine l'investimento tecnico nelle corse non ha più senso, le moto più vendute sono maxi enduro stradalizzate e moto cinesi economiche e si tratta di numeri risibili rispetto al mercato dell'auto, la svolta dello show fine a se' stesso è inevitabile.
    Per quanto mi riguarda, non seguo la F1 da anni e la Motogp la guardo quando capita, non mi emoziona più come non mi emoziona più il mondo dei motori in generale da quando è diventato "smart" e "green", che sono solo termini vuoti dove nascondere l'estremizzazione dei profitti tagliando di netto costi e qualità.
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