l'editoriale di nico

Nico Cereghini: “Ma non vedi che è tutto un complotto?”

- Perché c’è gente che vede complotti dappertutto? Ce lo spiega un esperto come lo scrittore Umberto Eco e ci svela come si distingue un complotto autentico da uno fasullo. Carmelo Ezpeleta adesso è fritto
Nico Cereghini: “Ma non vedi che è tutto un complotto?”

Ciao a tutti! Leggevo qualche tempo fa un magnifico articolo dello scrittore Umberto Eco, e il tema era quello dei complotti, quelli veri e quelli fasulli. Con la sua lucida analisi, Eco cominciava ad elencare i complotti veri: quelli della storia antica dall’uccisione di Giulio Cesare in avanti, o gli odierni complotti finanziari; e poi passava ai numerosi falsi. Ecco quello degli americani per costruire in studio lo sbarco sulla luna, o gli ebrei che avrebbero organizzato l’attacco alle torri gemelle, oppure i gesuiti che secondo alcuni hanno commesso mille nefandezze tra le quali l’affondamento del Titanic. E i falsi possono essere identificati facilmente perché quando un complotto è vero, afferma Eco, emerge di sicuro. I segreti non possono durare in eterno, e prima o poi qualcuno dei protagonisti, che di solito sono anche numerosi, parlerà. Se lo sbarco sulla Luna è un falso, perché i Russi – che avevano tutto l’interesse a sputtanare gli USA - se ne sono rimasti zitti? La verità viene sempre a galla: parlerà il chiacchierone che si vanta a letto con l’amante, quello che ci scriverà un libro per far soldi o quell’altro che ricatterà qualcuno dei suoi complici.
 

I falsi complotti non nascono per caso. Sono un modo per accettare una realtà che vogliamo negare, che non accettiamo perché non ci piace. Soltanto costruendo il “cattivo” di turno -di solito una mente diabolica intenta a costruirsi un indebito potere e una segreta ricchezza ai danni della collettività- riusciamo a superare l’empasse. Ecco i disonestissimi americani che sbarcarono sulla luna soltanto nei video girati dentro i teatri di posa, ecco i perfidi ebrei e i gesuiti, ecco i furbi come Carmelo Ezpeleta. Eh sì, perché anche noi abbiamo i nostri complotti, o per lo meno abbiamo chi li teorizza su Internet, anche tra i nostri lettori. Dietro alle vittorie di Lorenzo piuttosto che di Rossi, dietro alla Bridgestone che sceglie le gomme gara per gara, dietro alla direzione corsa che sanziona questo e risparmia quell’altro nessun dubbio: c’è sempre lo stesso disegno, orchestrato e controllato da don Carmelo per tener vivo lo spettacolo quando rischieremmo di addormentarci, per aumentare gli ascolti televisivi, e in definitiva per diventare ancora più ricco e potente di quello che è.
 

Questo sostengono alcuni tra noi. E a tutti quelli che vedono il complotto dietro ogni gara noi diciamo: tranquilli, se avete ragione voi, prima o poi qualcuno certamente parlerà perché di gente coinvolta ce n’è tanta. Dalle case ai team principal, dai gommisti ai meccanici, dai commissari tecnici ai giornalisti televisivi. Quanti saranno? Centinaia e centinaia di persone ed è improbabile che tutti se ne staranno zitti. Parlerà magari Stoner, che non ha ancora vuotato il sacco fino in fondo, o un montatore di gomme Bridgestone finito sul lastrico; canterà Livio Suppo che è così vanitoso, o magari uno dei meccanici HRC per danneggiare Suppo, oppure un giornalista invidioso di Guido Meda, o un’ombrellina sedotta o abbandonata da Carlo Pernat, oppure Jorge Lorenzo quando appenderà il casco al chiodo e non potrà digerire che Valentino sia ancora lì a vincere le corse. Già, perché dietro al complotto c’è di sicuro anche Valentino Rossi. Accettare che sia un fenomeno dà fastidio, molto meglio pensare che sia un genio del male.

 

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Commenti

  • Vrrrr
    Vrrrr, Assago (MI)

    E' legittimo non apprezzare Rossi (ancorché patologico, infatti non deve essere facile essere "contro" il più grande motociclista di tutti i tempi, non vorrei essere nella pelle di coloro).

    E le ragioni per non apprezzarlo possono essere tante e tutte legittime: antipatia, stile di guida, incapacità manifesta in prova, incapacità manifesta in partenza, paese d'origine, acconciatura, inflessione dialettale.

    Diverso è legittimare la propria avversione nei confronti di Rossi inventandosi chissà quali complotti (non provati). Così facendo si scade nell'infantilismo.
  • lorenz753344
    lorenz753344, Santarcangelo di Romagna (RN)

    Mi sembra di capire che si sta aggiustando il tiro. Con il termine "complottista" si indica in linea di massima chi non apprezza Rossi. Ah ecco, potremmo allora chiamarli dissidenti, facenti parte della resistenza, partigiani...no perchè mi pare che veramente si stia andando verso il regime.
    Ultimamente sto leggendo molto riguardo la storia d'italia e il ragionamento è lo stesso. O approvi chi devi approvare oppure sei additato.
    Tifosi?
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