L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: "Quella 125 a Phillip Island"

- Si va in Australia ed è il momento di sfatare una leggenda. Non è vero che gli italiani si coalizzarono per far vincere a Capirossi gara e titolo nel Novanta. Soltanto il compagno di squadra Gresini rallentó il rivale Spaan e senza commettere scorrettezze
Nico Cereghini: Quella 125 a Phillip Island

Ciao a tutti! Domenica prossima si torna a Phillip Island, Australia, terreno di caccia riservato di Casey Stoner e anche per questo cara ai ducatisti. Ma cara a tutti, veramente, perché la pista è unica, bella, spettacolare e telegenica. E naturalmente saremo davanti al televisore a fare il tifo per il Dovi, anche se quella non è storicamente la sua pista preferita, con un solo podio in MotoGP e una sola vittoria in 125 nel lontano 2004. Ma dico la verità, quando si nomina quel posto mitico a me viene subito in mente la corsa delle 125 nel 1990 con il primo titolo di Capirossi, e non importa se è una storia vecchia: perché è arrivato il momento di sfatare una leggenda che non fa bene al motociclismo.
 

Quella volta il GP d' Australia chiudeva la stagione, il 16 settembre 1990. Tre piloti erano ancora in ballo per il titolo: il tedesco Stefan Prein con 169 punti, il nostro Loris Capirossi con 162 punti e l'olandese Hans Spaan con 160. Tutti su Honda. Il più forte sulla carta era Spaan, che aveva già vinto cinque gare contro le due di Capirex e l'unica di Prein (peraltro abbonato al podio, e poi il punteggio di allora premiava poco le vittorie), ma l'equilibrio era altissimo nella 125 di quel 1990, quasi tutte le corse si erano risolte in volata, e addirittura, in giugno a Rijeka, i primi nove si erano classificati in soli 892 millesimi, vincitore Prein e nono Gramigni con l'unica Aprilia. Ero il telecronista di Telepiù con Paolo Beltramo e ci si divertiva parecchio. Ma oggi leggo sul web che quel giorno i piloti italiani si coalizzarono per far vincere Capirossi, è scritto anche su Wikipedia e vedo che qualcuno tira fuori questa teoria per giustificare tutte le coalizioni nazionalistiche del mondo. Invece è semplicemente una bugia.


Vero: al pronti via Alex Gramigni colpì la moto di Prein che in prima fila aveva mancato la partenza, e gli strappò la leva del cambio costringendolo subito al ritiro. Ma di sicuro non fu una manovra volontaria: nell'urto il toscano quasi si ruppe un piede e la sua gara fu compromessa, nono arrivato dopo aver dimostrato di essere da podio. Vero anche un secondo fatto: Fausto Gresini fece la gara su Spaan e lo rallentò a più riprese per favorire il recupero di Loris che era partito male; al punto che l'olandese, tagliato il traguardo in quarta posizione davanti al rivale, lo prese vistosamente a pugni sul casco integrale. Il video è ancora visibile sul web. Ma le verità finiscono qui: l'unico che fece la gara per Capirossi fu proprio il suo compagno di squadra Gresini, che era la punta del team Pileri e, in grave ritardo in classifica di campionato, non esitò a fare ciò che la squadra si attendeva da lui e senza commettere alcuna evidente scorrettezza. Sul dritto lo passava, in curva entrava piano. Poi certo, se andiamo a leggere la classifica della corsa troviamo Bruno Casanova e Doriano Romboni davanti a Spaan: stiamo parlando di una volata a cinque piloti, primo Capirossi e quinto Gresini, tutti raccolti in 647 millesimi. Ed è facile capire che nel lungo rettilineo in discesa di Phillip Island, con le scie di una classe 125, nessun pilota può pensare di fare strategia per gli altri. Concentrato e raccolto in carena, ciascuno pensa soltanto a se stesso oppure non c'è n'è, arriva ultimo. Chiunque tra i lettori potrà continuare a pensarla come vuole, naturalmente, ma da testimone diretto degli eventi posso assicurare che Capirossi vinse il suo primo titolo mondiale per meriti propri, semmai con il lecito contributo di Gresini nell'ultima gara dell'anno. Quanto ai velocissimi Casanova e Romboni, saliti sul podio e felici di festeggiare con Loris, avrebbero certamente preferito batterlo e vincere la corsa, quel giorno a Phillip Island, e lo stesso avrebbe desiderato anche Gramigni se ne avesse avuto la possibilità.


Dopo la gara, per il servizio di Italia 1, girammo una famosa apertura: io raccontavo l'impresa, Gigi Soldano riprendeva con la telecamera, Beltramo teneva in braccio e cullava Capirossi che si succhiava il dito come un pupo. Perché era il più giovane campione del mondo di sempre.

Capirossi 1990
  • misterangel
    misterangel, Tivoli (RM)

    Bei ricordi, di un motociclismo italiano a dir poco esuberante e molto nutrito. Concordo con la versione di Nico, che però trova una smentita ufficiale ed illustre per bocca della madre di Capirossi, che in un'intervista per la trasmissione televisiva "Sfide" ammise che la squadriglia italiana si diede volontariamente da fare per aiutare il figliolo.
  • france561922
    france561922, Firenze (FI)

    Ci sono le regole scritte e le regole non scritte che fanno parte della morale di ognuno.... ma oggi queste ultime sono desuete, anacronistiche , quindi non rispettate.
    E' per questo che si fanno leggi su leggi su leggi e, quindi, i ragazzi non sanno nemmeno cosa è la morale... ma sto sconfinando, scusate!
Inserisci il tuo commento