L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Si riparte, senza Valentino. Ma il futuro è dolce”

- C’è chi dice che senza Rossi il motociclismo tornerà sport di nicchia. Ma io non credo. Soffriremo un po’, certo, e per un po’ caleranno i telespettatori; ma abbiamo tanti campioni pronti ad esplodere. E poi anche quando si fermò il grande Ago si spargeva pessimismo, e invece…
Nico Cereghini: “Si riparte, senza Valentino. Ma il futuro è dolce”

Ciao a tutti! La stagione della MotoGP riparte ufficialmente con i primi test, a Sepang si scaldano i motori, i primi piloti già sono scesi in pista e Zam sta organizzando le prime dirette mentre l’adrenalina sale. Come tutti gli anni. Ma questa volta è un po’ diverso: manca Valentino, uno che dal ’96 era una presenza fissa.

“Non poteva mica correre fino a sessant’anni” ha detto giustamente Carmelo Ezpeleta, sintetizzando l’ovvio. Rossi compirà i 43 anni a metà febbraio, ha una bella età e da qualche anno non era più un assoluto protagonista. In un certo senso ci ha già gradualmente abituati: non sarà traumatico fare a meno di lui. Alla stragrande maggioranza degli appassionati mancherà moltissimo, tanti telespettatori smetteranno di seguire le moto, ma direi che siamo preparati ad assorbire il colpo.

Come andrà? Difficile dirlo, dipenderà molto da tante cose, se ci sarà Marc Marquez oppure no, se la Ducati ripartirà vincendo, se un altro pilota italiano saprà arrivare presto al titolo mondiale… Io so soltanto come andò quarantacinque anni fa, quando un altro grandissimo che rappresentava praticamente da solo il motociclismo nazionale -Giacomo Agostini- alla fine del ’77 appese il casco al chiodo. E ve lo racconto, può sempre servire.

Anche allora c’erano dei giovani piloti italiani molto promettenti e già vincenti nei GP. Oggi, trascurando il decano Dovi, abbiamo Bagnaia e Morbidelli che hanno vinto belle gare in top class, Bastianini, Marini e anche Bezzecchi e Diggia che lo hanno fatto in Moto2; allora c’erano Marco Lucchinelli e Gianfranco Bonera in 500, Mario Lega e Franco Uncini impegnati nelle medie cilindrate, e stavano affacciandosi nella classe maggiore altri bellissimi talenti come Virginio Ferrari, Ramon Toracca, lo stesso Graziano Rossi che sarebbe diventato babbo di Valentino. 

Vi assicuro che il pessimismo dilagava. I giornalisti più famosi dell’epoca erano sicurissimi che senza Ago addio, il motociclismo sarebbe sparito o quasi. Non andò affatto così. Anche se va detto che tante ciambelle non riuscirono con il buco: Lucchinelli buttò via tre stagioni sbagliando scelte e inseguendo chimere, Toracca decise di fermarsi, Ferrari si fracassò quando il titolo del ’79 era a portata di mano, la Morbidelli 500 non si rivelò all’altezza della 250 e della 125, Uncini fece miracoli ma con le moto private già diventava troppo difficile. Insomma, le cose avrebbero anche potuto girare molto meglio.

Eppure. Eppure, dopo una sola stagione senza Ago, Virginio sfiorò il titolo mondiale della 500 (1979), dopo tre stagioni senza Ago arrivò il titolo di Marco Lucchinelli (1981) e l’anno dopo replicò anche Franco Uncini. E i GP andarono in televisione dal ’79 sempre più spesso anche dall’estero, e rientrò la Honda con Lucchinelli di fianco a Spencer, e gli italiani vincevano tanto nelle medie e piccole cilindrate, e le corse diventarono sempre più spettacolari e combattute in tutte le classi. Il motociclismo italiano sopravvisse benissimo al ritiro di Agostini.

E consideriamo che negli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta in Italia c’era una squadra professionale e una soltanto, il team di Roberto Gallina. Più avanti sarebbe arrivato il team Agostini e la Cagiva sarebbe apparsa in 500 solo nell’86. Oggi abbiamo tante chances in più: abbiamo la Ducati, l’Aprilia e team super professionali come Pramac, LCR, Gresini, VR 46. Il motociclismo nazionale ha molto da dire in MotoGP, fin dal 2022…

  • wolf6667✔
    wolf6667✔, Silvano d'Orba (AL)

    Parafrasando una nota pubblicità:
    Toglietemi tutto ma non il mio.... Rossi.
    La motogp continua senza di lui ma personalmente mi risulterà più insipida.
  • Valentino.Masini
    Valentino.Masini, Cesena (FC)

    Difficile aggiungere qualcosa all'articolo di un professionista come Cereghini che in poche parole messe bene in fila riesce a sintetizzare una vita di corse.
    Detto questo, senza Rossi qualcosa dovrà cambiare se è vero che gli spalti di tutti i circuiti del mondo sono stati fino ad anno scorso dipinti di giallo, nonostante le prestazioni già da tempo non lo giustificassero... e i telespettatori?
    Ora credo occorra fare dei distinguo fra chi segue le gare e perchè, personalmente (come molti altri) ho cominciato a seguire le gare da prima che il babbo di Valentino cominciasse a correre, sarà difficile che il mio interesse possa calare perchè ora pure il figlio ha smesso.
    Altri hanno cominciato a seguire perchè c'era Valentino, molti di loro si saranno appassionati ma molti altri no.
    Qualcun altro si sarà avvicinato in tempi recentissimi quando Valentino già non faceva più risultati e si saranno chiesti il perchè del tanto spazio mediatico nei suoi confronti.
    La situazione non è così lineare come si potrebbe pensare e non credo comunque che ci sarà nessun trauma se mai un travaso lento di varie situazioni che non dovrebbero influire più di tanto sulle gare e sul campinato inteso come sport.
    Si potrebbe invece verificare che se il seguito mediatico globale, specie quello televisivo dovesse perdere una grossa fetta... molto grossa! Diminuirebbero di molto anche le entrate economiche da investire e tutto andrebbe ridimensionato di conseguena a cominciare da chi ora già è più debole per esempio le categorie promozionali compreso Moto 3 e Moto 2, le squadre "satellite" i privati insomma.
    Di conseguenza pure i piloti ufficiali si dovranno accontentare di molto meno, meno di tutto insomma.
    Daltronde il motociclismo mai aveva conosciuto gli sfarzi di questi ultimi 20 anni.

    Di una cosa sono sicuro: chi segue le gare di moto per quelle che sono continuerà a divertirsi come sempre.

    Valentino Masini
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