Valentino Rossi e i rivali: Stoner e Lorenzo quasi imbattibili, Marquez imperdonabile e il Sic "un vero peccato"
“Marc Marquez è uno veramente forte, ma la lotta in pista con lui non mi piace e prima che andremo d’accordo passeranno venti o trent’anni”. Valentino Rossi, intervistato da BTSport, ha raccontato un po’ della sua carriera attraverso i nomi dei piloti con cui si è confrontato in venticinque anni di corse in moto (qui il video completo), compreso l’unico che non ha mai battuto. “C’è un pilota in questo muro che non ho mai battuto?” – ha chiesto, quasi incredulo, il Dottore alla giornalista, prima di capire che si trattava di un mezzo tranello: “Ah, è Garret Gerloff, ma certo che non l’ho mai battuto, c’è stata una sola occasione. Anche se ad Assen, prima che cadessi, stavo davanti io” – ha scherzato Valentino.
Il nove volte campione del mondo non ha esitato a definire Casey Stoner come il più talentuoso dei suoi avversari e, probabilmente, il più forte in assoluto tra quelli con cui ha dovuto confrontarsi. Un primato che, secondo Vale, Stoner divide con Jorge Lorenzo: “Gran pilota, quando Yamaha me lo ha messo nel box non lo meritavo per tutto quello che avevo fatto (ride, ndr)”. Svelando, invece, che il suo “maestro di frenata” è stato Alex Barros. “frenava veramente forte, mi sono ispirato molto a lui e al suo modo di rallentare la moto in ingresso di curva” – ha raccontato Rossi che, poi, ha avuto anche un istante di commozione quando il nome di cui parlare è stato quello di Marco Simoncelli: “Un grandissimo. Perderlo, e il modo in cui l’abbiamo perso, è stato terribile. Un disastro, un vero peccato”.
175 nomi di piloti che hanno incrociato la loro carriera con quella di Valentino Rossi, che ha toccato anche l’argomento road race: “McGuinnes? Uno veramente forte. Lui corre il TT, che è simile alla Panoramica vicino Tavullia (ha scherzato), ma non intendo confrontarmi con lui al TT perché è troppo veloce”. Ma non ci sono state solo le gare, con Valentino Rossi che, ad esempio, ha detto di Colin Edwards: “Uno con cui ci si diverte sempre, anche fuori dalla pista”. Oppure di Anthony Gobert: “Una volta ho partecipato con lui ad una festa a Rio, stargli dietro era una gran fatica”.
Sicuramente non è stata una considerazione premeditata e, proprio per questo, intrisa di una subliminale veridicità che le conferisce la capacità di mettere in chiaro
il valore sportivo - per Rossi - di ogni suo avversario: con i "riders", i "champions" e i "good guys", la pista, era comunque un luogo da "condividere" per decretare chi fosse il migliore...con il "great rival", invece, era l'arena da cui solo uno poteva uscirne vincitore! Anche da qui, secondo me, la sua difficoltà a battagliare con Marquez, oltre che, ovviamente, da una netta superiorità velocistica dello spagnolo che li ha visti confrontarsi in un momento non coincidente con quello apicale delle rispettive carriere.
Forse, tra venti anni lo considererà un "rider"...fra trenta, un "champion"...e fra quaranta...........
No, un bravo ragazzo, non lo reputerà mai!!!😉