Dakar 2023. Rest Day. La Più Bella Gara delle Moto, da Anni
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Riyadh, 9 Gennaio. È la gara più bella degli ultimi cent’anni. Esagero perché voglio rendere bene l’idea. Da molto tempo, non ricordo quanto, non si arrivava all’intermedio della Giornata di Riposo in un equilibrio così delicato, fluido e avvincente. Ogni giorno un vincitore diverso, dopo otto giorni otto Piloti in sette minuti, il podio un delirio. Primo Skyler Howes, Husqvarna, secondo e terzo con lo stesso “distacco” Kevin Benavides e Mason Klein, KTM.
Benavides e Klein sono entrambi a 13 secondi secondi soltanto da Howes, niente. Come dire che sono tutti primi. Ma anche i due minuti scarsi di Toby Price, KTM, i 3 scarsi di Pablo Quintanilla, Honda, e poi Adrien Van Beveren, Honda, Daniel Sanders, GasGas e Joan Barreda, Honda, per arrivare ai 7 minuti e 21 secondi di gap, sono davvero un’inezia. Basta tornare con la mente al rovesciamento di fronte della ottava Tappa, quando Klein ha recuperato 12 minuti in un giorno solo. Corsa fantastica, e ricordiamo che la Dakar ha perso per strada due pezzi da novanta, Sam Sunderland che era il Detentore, e Ricky Brabec, colui che ha inaugurato la via americana vincendo nel 2020. Gran lavoro di ASO!
Possiamo cercare di spiegare cosa è successo, e immaginare cosa può succedere ancora. L’introduzione del Bonus Apripista nella prima parte delle Speciali ha alzato il ritmo. Altissimo quello dei diretti interessati, i primi tre ad aprire, e molto alto quello degli inseguitori, obbligati a non perdere troppo tempo per approfittare della possibilità di risalire la classifica. È interessante notare anche che, se da una parte non è del tutto chiaro perché i bonus si ottengono solo nella prima parte della Speciale, dall’altra nella seconda parte delle speciali tornano d’attualità le vecchie strategie, quelle dei tanto temuti, soporiferi “trenini”. Così si assiste anche ad un avvincente confronto tra due scuole, diremmo due generazioni di Piloti. Il nuovo che avanza, velocissimo e iper-concentrato a non commettere un solo errore di navigazione, e la scuola classica dei vecchi marpioni. L’arrivo completamente stravolto dell’ultima Tappa sta lì a dimostrarlo. Vedremo quale tipo di scuola avrà il sopravvento. Klein e Sanders, pur di così diversa estrazione agonistica, sono paragonabili e hanno dimostrato di saper gestire il “pacchetto bonus”, d’altra parte la vecchia guardia, Price, Benavides, Quintanilla, Van Beveren e Barreda, è tutta lì, tutti presenti e pesanti in massa.
La terza incognita è rappresentata da Joan Barreda, probabilmente ancora il più veloce e pertanto “obbligato” a fondere le due nuove possibilità in una sua personale versione tattica. Infine è interessante sapere e vedere se i road book personalizzati, immaginabili solo in presenza di grandi aree desertiche con simili condizioni di terreno, giocheranno un ulteriore ruolo nella composizione della formula magica.
Chiaro, e non potrebbe essere più di così, che è la più Bella Dakar delle Moto degli ultimi anni!
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