Dakar 24. Tutto quello che… improvvisamente
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Al Ula, Arabia Saudita, 4 Gennaio 2024. “Distratti” dalla bellezza dell’Africa e della sua Eco Race, improvvisamente ci ritroviamo al centro dell’esplosione della Dakar 2024 Arabia Saudita. Se la “differita” rispetto al Rally africano ci dava un po’ di respiro, adesso è concentrazione massima su un mondo di Sport e di avventura che occupa tutto lo scenario di inizio anno.
Dakar Arabia Saudita 2024, dunque. È la 46ma edizione, quella del 2008, la 30ma, fu annullata, la quinta che si disputa interamente nella Penisola Arabica, occupata quasi interamente dal Regno di Arabia Saudita. Cinque edizioni dopo lo sgombero dall’America del Sud, dieci anni di epopea travolgente, la Dakar è in piena salute, e il matrimonio con il Regno ha già prodotto un’estensione di accordo per altri 3 anni. Tutto a gonfie vele.
Da Al Ula, il mega bivacco-città che da un paio di edizioni e la formula logistica di avvio del Rally, si irradia la prospettiva di due settimane di Deserti da Gran Premio, nelle quali sono riuniti tutti i big della specialità, e parliamo non solo di Piloti e Navigatori, ma anche di Costruttori, Preparatori, Team. La portata dell’Evento è gigantesca, e basta una panoramica a volo d’uccello sui 180 ettari del Sea Camp di Al Ula per avere un’idea delle “dimensioni” dell’evento. Impressionanti i numeri. Parliamo di 770 veicoli in gara in totale. 132 Moto, delle quali 30 iscritte al Campionato del Mondo Rally-Raid, 10 Quad, 70 Auto in categoria Ultimate, 42 Challenger, 36 SSV e 47 Camion.
130 sono i rookie, “Dakariani” al debutto, ma altrettanti i “Legend”, ovvero quelli che hanno 10 o più partecipazioni nel curriculum personale. 27 le ragazze, Francia, 124 partecipanti, Spagna, 84, e Olanda, 62, sono i Paesi leader in una classifica di 72 nazionalità presenti.
La Dakar Classic, il grande, ultimo successo della formula, conta 80 veicoli “storici” e porta a spasso 170 appassionati, e 11 sono i partecipanti alla categoria Dakar Future Mission1000, 6 Moto, 4 Auto e 1 Camion, basata sull’utilizzo di energie alternative e sostenibili. In totale, unità più o meno, stiamo parlando di 770 Concorrenti in totale.
Se passiamo allo sviluppo della Gara, questa conta di 7.891 chilometri in totale, dei quali 4.727 di Prove Speciali, sommati in 12 Tappe su 14 giorni di Gara, su un largo anello di andata e ritorno da Al Aula a Yanbu, con meta remota nel Deserto dell’Empty Quarter e giornata di riposo nella Capitale Riyadh. Dal punto di vista delle difficoltà, le ricognizioni hanno “svelato” che sarà una prima parte di terreni molto duri, ma questa non è una novità, con un incremento decisivo dell’impegno nell’Empty Quarter con la nuova formula 48H Chrono, annunciata come una due giorni infernale (ma questo sarò da verificare).
I Campioni in carica sono Kevin Benavides, KTM, Nasser Al Attiyah con il navigatore Mathieu Baumel, Toyota Hilux, l’IVECO Power Star comandato da Janus Van Kasteren. Alexandre Giroud ha vinto tra i Quad, Yamaha, Eryc Goczal tra gli SSV e Austin Jones, Can-Am, tra i Prototipi Leggeri, idem.
I Favoriti? Ecco dei numeri che, a priori, non si può avere il coraggio di dare. Ci sono solo delle linee essenziali di pensiero. Tra le Moto ci sono infatti una diecina di Piloti in grado di fare la differenza, i quali convergono nel confronto tra i Costruttori KTM (più Husqvarna più GasGas) Honda e Hero. Tra le Auto non si può andare oltre all’idea che sarà davvero un grande confronto tra i battaglioni Audi, Prodrive e Toyota, i Campioni in carica. Qualche nome? Moto: i fratelli Benavides, Price, Sunderland, Howes, Brabec, Barreda, Branch, Van Beveren. Auto: Peterhansel, Sainz, Al Attiyah, Loeb. Ma c’è ampio spazio anche per le sorprese, garantito!
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