120 anni di Royal Enfield raccontati in 10 modelli. pt.2
Nella prima parte della nostra storia - di oltre 120 anni - della Royal Enfield tratteggiata attraverso 10 modelli abbiamo parlato principalmente delle vicende e delle moto che hanno trasmesso un'eredità importante a tutta la produzione odierna che, non a caso, in alcuni casi ha ripreso i nomi dei modelli storici con una tendenza probabilmente destinta a continuare.
In questa seconda parte proviamo a entrare nell'era moderna, quella nella quale una volta chiusa la produzione in Inghilterra e avviata quella in India, Royal Enfield inizia a delineare i tratti che conosciamo adesso e che porteranno all'introduzione di nuove piattaforme di modelli e a concentrarsi sulle medie cilindrate.
Bullet 500
In questa seconda parte partiamo da un modello che rappresenta in qualche modo un tratto d'unione che lega la produzione albionica a quella indiana, un modello che nasce all'inizio degli anni '30 che assume un'importanza storica ancora maggiore se visto con la lente prospettica dell'intero corso di Royal Enfield: la (o il) Bullet. Nel 1932 viene presentata all'Olympia Motorcycle Show di Londra questa motocicletta monocilindrica che già allora aveva tre versioni diverse: 250, 350 e 500 cc, un modello a proprio agio sia come moto militare che nelle competizioni sportive: nel 1935 ottiene l'ottavo posto al TT e nel 1948 partecipa alla Sei Giorni di Regolarità italiana dove la squadra inglese raccoglie due medaglie d'oro. Altra vittoria nel 1952 alla Sei Giorni di Trial in Scozia grazie a Johnny Brittain e alla sua 350 Bullet 350 che nel 1952 diventa rapidamente la moto dell'esercito indiano attraverso una generosa commessa di 800 esemplari, finendo poi per essere prodotta in India - su licenza - dal 1956 in poi.
Ma è nel 1977 che la Bullett viene esportata dall'India verso il Regno Unito e il resto d'Europa con un passaggio di testimone che da quel momento in poi porterà a identificare Royal Enfield e la Bullet con l'India, anche se è necessario ricordare che il legame con la Gran Bretagna è ancora forte dato che dal 2017 è attivo il Royal Enfield UK Tech Center a Bruntingthorpe. Nel 2022 la Bullet compie 90 anni, decisamente un bel traguardo.
Classic 500
Facciamo adesso un salto fino al 1994, quando il Gruppo Eicher acquisisce Enfield India Limited ribattezzandola Royal Enfield Motors Limited. È da questo momento che parte un rilancio della Casa indiana dopo un periodo di vendite declinanti. Una delle moto più importanti che scaturisce dal nuovo assetto aziendale è la Classic 500, che nel 2008 inizia la propria avventura, ed è in corsa ancora adesso con la nuova Classic 350 costruita attorno alla piattaforma "J" nata nel 2020. La Classic è stata - e continua ad esserlo - venduta in oltre due milioni di esemplari.
Himalayan 410
Sotto la nuova guida Eicher, Royal Enfield acquisisce Harris Performance: è il 2015. Potrebbe sembrare una semplice acquisizione di un'azienda specializzata in ciclistiche (e che ciclistiche! Negli anni '90 lavorò sulle Yamaha 500 GP e ancora prima per le Suzuki 500 GP, ma la ricordiamo anche per la Sauber/Petronas GP1) mentre invece costituisce uno dei passi per consolidare il legame con l'Inghilterra e produrre moto di respiro globale attraverso la nascita del centro di sviluppo di a Bruntingthorpe, nel 2017.
Tra l'acquisizione di Harris Performance e il varo del Royal Enfield Technology Centre, esordisce una delle moto che caratterizzano l'attuale presenza globale di Royal Enfield, l'Himalayan. Royal Enfield la presenta in Europa a EICMA 2016 e, manco a dirlo, il telaio è progettato da Harris Performance nel Regno Unito. L'Adventure Tourer nasce con un nuovo motore LS410 OHC a corsa lunga raffreddato ad aria e olio da 24,5 cv a 6500 giri/min e 32 Nm con un cambio 5 rapporti, alimentato ad iniezione elettronica (ma in India, con la normativa BS3, era in vendita una versione a carburatore e priva di ABS: le due versioni verrano successivamente unificate); per la prima volta nella storia di Royal Enfield, la Himalayan vanta una sospensione posteriore monoammortizzatore progressiva. L'Himalayan tutt'oggi vanta uno zoccolo duro di estimatori e si parla per il suo futuro prossimo di un'evoluzione nel rispetto del suo DNA.
Interceptor 650 - Continental GT
Dopo lunghi anni di produzione di monocilindrici, nel 2017 Royal Enfield rispolvera due nomi gloriosi e l'architettura a due cilindri paralleli frontemarcia: vengono presentate le Interceptor 650 e la Continental GT 650, modelli basati sulla stessa piattaforma e praticamente omologhi se non per una caratterizzazione più cafè racer della Continental GT nella posizione di guida: il loro motore esprime 47 cavalli, il respiro dei modelli è globale - la presentazione alla stampa viene fatta negli Stati Uniti - e negli anni le due classiche otterranno diversi riconoscimenti e successi di mercato, sia in India che in Europa e sono i due modelli scelti per due edizioni celebrative dei 120 anni di Royal Enfield.
Meteor 350
Il primo settembre 2021 - a quasi 120 anni esatti dalla prima moto di Royal Enfield, viene presentata in India la Meteor 350: una "easy cruiser" sviluppata congiuntamente dai team indiani e britannici di Royal Enfield a Chennai e Bruntingthorpe che fa debuttare il nuovo monocilindrico da poco più di 20 cavalli che vedremo in seguito anche sulla Classic 350. La Meteor 350 è un modello globale – non vi sono differenze tra il modello europeo e quello indiano – costruito nel moderno impianto di Vallam Vadagaln inaugurato nel 2017, e non sarà certamente sfuggito che anche questa volta si attinge per il nome a un modello storico per la Casa di Madras. Le vendite vanno subito molto bene, non soltanto in India ma anche in UK e nel resto d'Europa.
Taurus Diesel
Mancherebbe la decima moto per raccontare la lunga storia di Royal Enfield, una storia per modelli dove abbiamo certamente tralasciato alcune icone come la prima Continental GT 500 o le Thunderbird ma, per chiudere questa personale carrellata su alcune delle moto più significative degli ultimi 120 anni di Royal Enfield, vogliamo citare la Taurus Diesel costruita per venire incontro alle esigenze di robustezza, affidabilità e ridotti costi di gestione della clientela indiana, un modello che regala un altro primato a Royal Enfield - oltre a quello di longevità: quello di avere costruito la prima moto diesel a larga diffusione.
Solo 6,5 cavalli per il motore italiano Lombardini da 325 cc accoppiato a un cambio a quattro rapporti, ma costi di manutenzione ridottissimi un consumo che arrivava a superare gli 80 km/l e una robustezza senza pari (forse a costo di un livello di vibrazioni più elevato rispetto a quello di una Bullet con motore a benzina). La Taurus era principalmente una Bullet - infatti veniva talvolta chiamata Bullet Diesel - con un motore Diesel e raggiungeva una velocità massima di circa 65 km/h: venduta principalmente in India, venne messa in pensione a causa delle sempre più stringenti normative antinquinamento all'inizio degli anni 2000.
Foto: Royal Enfield, Antonio Privitera