Ad Intermot 2018 con Yamaha Niken
Quando mi è stato proposto di affrontare questo viaggio non ho esitato un secondo nell’accettare. Avrei spostato qualsiasi impegno per poter partecipare da appassionato alla seconda fiera di moto più importante in Europa e addirittura poter arrivarci in moto. Non una moto qualunque, peraltro, ma la nuova Yamaha Niken che, come potrete immaginare, attira l’attenzione di tutto il mondo motociclistico grazie al fatto di avere tre ruote. L’entusiasmo non si è placato nemmeno dopo aver visto le previsioni meteo che davano temperature in picchiata, pioggia e addirittura neve.
Giorno uno, un lungo traferimento. Lunedì mattina partenza relativamente presto da Milano direzione Offenburg (Germania), passando per Como, Lugano, Passo del San Bernardino e all’immenso Lago di Costanza. Praticamente tutta autostrada tranne l’ultimo tratto di un caratteristico percorso misto veloce. Meteo pessimo, acqua ed addirittura neve sul Passo del San Bernardino.
Apprezzabile la protezione aerodinamica fino ai 130 km/h del limite autostradale italiano. Il cupolino, se pur basso, devia perfettamente l’aria da spalle e testa. Una volta arrivati sull’autobahn tedesca dove i limiti in molti tratti sono assenti bisogna invece accucciarsi sul largo serbatoio per poter rimanere coperti dall’aria. La velocità massima raggiunta non è elevatissima. Mi aspettavo forse qualcosa di più: 205 km/h il massimo visto sul leggibile display.
Tocchiamo quindi un tasto molto richiesto dai lettori che ci hanno seguito in diretta Facebook e Instagram durante il viaggio, ovvero i consumi. Apprezzarli o criticarli è difficile in quanto il dato è stato falsato dal percorso sull’autostrada tedesca dove ne abbiamo approfittato per ruotare completamente la manopola destra. Per i più curiosi comunque i dati riscontrati sono i seguenti: 110 litri di benzina utilizzati (litro più litro meno) e 1980 km totali di viaggio. 20 km/l di media su tutto il percorso, sicuramente un discreto risultato.
Giorno due, Offenburg – Colonia. Acqua dal cielo e sollevata dai camion a non finire. Arma totale in questi casi, soprattutto in termini di sicurezza, è l’aiuto elettronico a disposizione. Controlli di trazione e mappature motore permettono infatti di settare a piacimento la risposta del gas e il taglio della potenza in caso di perdita di aderenza della ruota posteriore. 3 le mappature e 2 i livelli di controllo di trazione (oltre alla possibilità di disinserimento).
Ma il gioco è valso la candela. Salone Intermot stupendo ed accoglienza sullo stand Yamaha unica. Il nostro Edoardo ci ha guidato per un tour all’interno dello stand e noi ne abbiamo approfittato per scaldarci un po’. Tutte le novità di Intermot, se ve le foste perse, potete rivederle qui.
Giorno tre, finalmente il sole! Sembra banale ma affrontare il viaggio a 6 gradi con il sole o 6 gradi sotto la pioggia fa una differenza enorme. Torniamo indietro spediti, potendo apprezzare due accessori davvero comodi in viaggio. Il primo è sicuramente il cruise control utile sia in autostrada quando si viaggia a lungo alla stessa velocità oppure quando bisogna impostare un limite da seguire causa tutor o autovelox. Sul percorso abbiamo trovato moltissimi tratti a velocità controllata e poter impostare il massimo a cui andare tutela ansia e portafogli.
Il secondo è il quickshifter, vera goduria inserire le marce senza utilizzare la frizione. Nota tecnica: il sistema funziona oltre i 4.000 giri ed oltre i 20 km/h. In pratica è ulilizzabile - giustamente - solo durante forti accelerazioni.
Giorno quattro, il grande ritorno. L’idea era quella di replicare il viaggio dell’andata sul ritorno con una bella deviazione finale sulle Alpi Svizzere, più precisamente passando per Passo Spluga. Non ci crederete ma ci siamo persi. Ma in questi posti se cadi, cadi in piedi e quindi ci siamo ritrovati a fare uno dei passi per noi più belli: lo Julierpass, a quota 2.284 m.
Qui abbiamo potuto saggiare le doti dinamiche della nuova Niken, appezzando sia le prestazioni del tre cilindri in linea sia la ciclistica ben riuscita. Il video è abbastanza esaustivo: si scende in piega, anche a freni pinzati, senza grossi problemi. La sensazione di sicurezza data dalla due ruote anteriori è tanta, forse persino troppa. Ci si trova infatti a piegare tanto e subito, grattando le pedane forse un po’ troppo presto in quanto l’asticella del limite in realtà è posizionata molto più in alto.
Però il divertimento alla guida è altissimo, e avremmo davvero voluto che questa ultima parte di viaggio non finisse mai. Gli sforzi della lunga trasferta sono stati ripagati appieno. Arrivati a Milano in serata possiamo giusto notare come la larghezza della moto data dal voluminoso avantreno non sia in realtà un problema nel traffico. Per fare un confronto la Niken è larga 885 mm mentre la Yamaha Tracer con la quale condivide il motore, 850 mm. Pochi mm in più che non fanno differenza. Apprezzabile anzi, soprattutto in questo caso, la stabilità avvertita all’anteriore su percorsi cittadini dissestati da rotaie, tombini e pave’.
Il viaggio è concluso. Purtroppo. Perché questa Niken ci ha regalato davvero molti sorrisi...
Ma da quando un mio amico e rimasto senza una gamba, causa una caduta contro un maledetto guard rail, ed è potuto risalire in moto grazie al mp3 piaggio per me queste realizzazioni tecniche hanno più che senso.
Arrivare ad ogni sosta con una moto che rimane dritta e non cade per lui è stato un miracolo che gli ha permesso di essere ancora oggi un motociclista!
Purtroppo non ci siamo solo noi fortunati.
@Mar66: un nuovo modello nn richiede un motore nuovo, mai scritto, ma la mia personale impressione è che si venda un brutto giocattolo ad un prezzo esageratamente alto, visti i contenuti (prestazioni, confort, Etc). Parere puramente personale di motociclista NON interessato in mezzo a tre ruote