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Approvato il Recovery Plan: più sicurezza e connettività per l'automotive

- Il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza: tra le sue linee guida troviamo la rivoluzione green e le infrastrutture per la mobilità sostenibile
Approvato il Recovery Plan: più sicurezza e connettività per l'automotive

Alla fine di una lunga riunione, il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): adesso il provvedimento sarà inviato ai due rami del Parlamento per acquisirne le valutazioni e sulla base di questo documento da presentare a Bruxelles verranno poi erogate le risorse del Recovery Fund.

Nelle sue 160 pagine impegna un valore totale di 209,9 miliardi, che sommati a quelli del React EU e del Just Transition Fund diventano circa 222, e vengono individuate sei missioni: digitalizzazione – innovazione - competitività e cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute e nell’insieme le missioni raggruppano sedici componenti a loro volta articolati in 47 linee di intervento. Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023 e il restante 30 per cento tra il 2023 e il 2025.

la ripartizione delle risorse
la ripartizione delle risorse

Saranno risorse che, almeno in parte, riguarderanno il mondo della mobilità se pensiamo che si parla – all'interno della “rivoluzione verde e transizione ecologica” - di raggiungere gli obiettivi dell'European Green Deal anche attraverso la riduzione della richiesta di energia nel settore dei trasporti, rinnovamento del parco circolante degli enti locali e decarbonizzazione, installazione di piste ciclabili, incentivazione della sharing mobility e così via secondo le linee individuate dal Piano. Ma troviamo anche la proposta di una piattaforma abilitante nazionale con servizi C-ITS (di cui abbiamo parlato qui) a partire dai progetti flagship in città come Torino, Roma e Napoli, poi scalabili anche altrove. Altro punto che ci tocca da vicino è quello della messa in sicurezza di ponti, viadotti, strade e autostrade, contenuto nella parte che riguarda le infrastrutture per la mobilità sostenibile e che “includeranno una forte componente di ammodernamento tecnologico, attraverso un sistema di monitoraggio digitale avanzato, che consenta una maggiore sicurezza delle infrastrutture stradali a fronte dei rischi sismici, di dissesto e di incidentalità”.

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