Dal Tacco al Tassello: allo Swank Rally di Sardegna per chiudere in bellezza [VIDEO e GALLERY]
Sarah Capuzzo
Sincera? Non so esattamente da dove partire per descrivere questa assurda esperienza allo Swank Rally di Sardegna. Ho ancora in testa tante immagini, momenti, bellissime persone e polvere che mi bombardano la mente.
Quindi partirò con la prima cosa che mi passa per la testa: FA TI CA!
Si, per me penso sia stato il Rally più tosto ma gratificante che abbia mai fatto fino ad ora. Sto ancora cercando di realizzare di aver fatto più di 900 km sul territorio Sardo, immersa tra gli alberi di leccio e sughera (e qualche mucca!), con i tasselli Metzeler sui tagliafuoco e il casco impolverato dalla terra Mediterranea. Tutto fu magico dal primo istante in cui ho posato gli stivali sulla pista del Crossodromo della Malpensa per il prologo notturno che avrebbe anticipato la partenza per Genova.
Ma dai, girare su una pista di motocross di notte? Che gran figata! Per poi premiarsi con un bel panino zozzo e una birra in compagnia degli altri compagni tassellati? Che goduria (tanto si sa che gli enduristi aspettano solo quello!).
Al mattino del 2’ giorno, io, Laura, Carlotta ed Elisa ci siamo sparate i primi 275 km (ovviamente in off e con prova speciale) fino al porto di Genova dove avremmo poi preso la nave per Olbia.
Una volta sbarcate con le nostre Honda crf 300 L 2023 sull’isola Sarda, tac! 236 km in direzione Orosei. Ricordarsi di tutto ciò che ci è passato sotto le gomme è quasi impossibile: la vegetazione e i terreni variavano di km in km, bombardandoci di viste mozzafiato filtrate dalla polvere perenne sulla mascherina.
Dopo svariati km segnati sul nostro Montana 700 della Garmin, immense pale eoliche iniziano a spuntare come funghi sul nostro percorso, che inizia a snodarsi tra salite e discese di pietre smosse e terreni incerti che ci portarono poi all’inizio della 2’ prova speciale. La prova dove praticamente prendi fiato alla partenza e lo recuperi (forse) alla fine! Si, perché in PS dai tutto quello che puoi, cronometrata o non, e perché è cosi piacevole e guidata che suonerebbe stonato fermarsi.
Ma anche qui il premio consolazione arriva con il pranzo, connotato di salumi e formaggi autoctoni consumati in mezzo al verde degli alberi di sughero. Poi di nuovo in sella, fino alle 18 circa, quando vediamo finalmente il villaggio dove avremmo dormito.
La sveglia del 4’ giorno sembra arrivare prestissimo, ma il sole è già caldo, e come lui, le nostre Honda. Ma anche qui, il kilometraggio è importante, 215 km di cui 23 di speciale nell’entroterra sardo.
Quel giorno, sul Garmin, apparivano più frequenti i way point “danger” e qualche speed limit ai quali dovemmo prestare attenzione per evitare di incappare in qualche discesa improvvisa, salite croccanti, terreno incerto o il passaggio di bovini! Perché lo Swank non è solo aprire il gas a martello, ma anche attenzionare i punti che attraversiamo.
Le ore passate in moto iniziano a farsi sentire il 5’ giorno (4’ tappa), ma la partenza è incoraggiante quando ci accorgiamo che il percorso ci stava dirigendo verso una spiaggia ombreggiata da una pineta, dove le gomme avrebbero assaggiato la sabbia: che magia! Ma anche qui non ci siamo fatte mancare tagliafuoco, monotraccia e pietre smosse.
Nonostante i km macinati, i calli, il sudore, la polvere, il team #daltaccoaltassello si porta a casa gli ultimi km fino al mare di Porto Taverna.
Ed è felicità immensa, e ora mentre scrivo ho gli occhi lucidi, perché la soddisfazione è tanta e pensare a che avventura è stata, mi fa venir voglia di ripartire domani! E con team così è facile dirlo, perché per me è diventato una piccola famiglia con cui condividere gioie e dolori, ma li rivivrei tutti.