Ducati: addio al raffreddamento ad aria e... anche al Desmo?!
Non bisogna essere degli insider di Borgo Panigale per aver ormai intuito come la strada verso il futuro di Ducati passi per la dismissione dei bicilindrici raffreddati ad aria. Il glorioso due valvole (ci permettiamo di metterci dentro anche la variante "a tre" che spingeva la ST3 di qualche anno fa) affonda le sue radici in quel Pantah progettato dall'Ingeger Fabio Taglioni, e pur essendo ancora in grado di dire la sua su diversi modelli è ormai considerato relativamente costoso da produrre per i modelli d'accesso della gamma bolognese e sempre più difficilmente silenziabile e adeguabile alle normative Euro.
L'abbandono del Desmodue, crollato il bastione Hypermotard con l'avvento della nuova gamma spinta dal Testastretta 11° da 821cc, sta per compiersi con la conversione del Monster allo stesso schema. Pur in assenza di dati precisi non serve grande fantasia - alla luce delle foto spia pubblicate qualche tempo fa - per immaginare l'arrivo (magari non contestuale) di due versioni, una 1200 "esagerata" dotata del propulsore del Diavel e una più umana spinta dal già citato 821 della famiglia Hyper.
Una notizia sul sito americano Cycle World confermerebbe la tendenza, pur lasciando spazio ad un'iniziale versione d'accesso della famiglia Monster che manterrebbe il due valvole ad aria per poi sparire però in breve tempo - possiamo ipotizzare un mantenimento iniziale dell'attuale 696 che farebbe poi spazio ad una successiva entry level più avanti. Degna di credito anche l'ipotesi (che avevamo già citato) di un possibile Scrambler monocilindrico, pur se con diversi elementi che ne rendono più complicata la realizzazione.
Quella che sarebbe una vera bomba è invece l'ipotesi - quasi nascosta nel testo dell'articolo citato - della messa in produzione di un propulsore a quattro valvole con distribuzione convenzionale (ovvero con richiamo a molle invece che desmodromico) per la versione entry level a cui verrebbe affidato l'ingrato compito di sostituire l'attuale 696... senza essere messo al rogo da una folla di ducatisti inferociti per il tradimento finale perpetrato contro la filosofia del marchio bolognese.
Pur senza voler mettere in dubbio la credibilità né della testata né dell'estensore dell'articolo ci permettiamo di fare un'ipotesi alternativa. Il nuovo propulsore a quattro valvole non desmo potrebbe in effetti vedere la luce e sostituire una Monster, ma ci sembra più plausibile che questa versione nasca per prendere il posto dell'attuale 795, versione low-cost realizzata negli stabilimenti Ducati in Thailandia per i soli mercati asiatici. Che ne dite?
Certe cose sono radicate...
Ducati venduta ad Audi?
Direi invece che PERLOMENO i tedeschi si adeguano alle leggi e al buon senso di inquinare meno (acusticamente soprattutto).
Se la Ducati fosse rimasta in mani totalmente italiane credo che sarebbe sempre al punto di prima (e magari con parecchi soldi e possibilità in meno) con persone italiane che se ne fregano di inquinare meno. Dico questo perché proprio alcuni commenti a questo articolo dimostrano come un italiano, pur di mantenere "intatte le tradizioni" se ne infischia di regolamenti, leggi e buonsensi vari.
Per l'italiano medio saremmo ancora con il macete in mano ad inseguire brontosauri, mentre in Germania sarebbero tutti con l'auto elettrica...
Fortuna che è passata in mani più capaci!