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Giappone, Abe estende lo stato di emergenza

- Lo stato di emergenza passa dalle sette prefetture a tutto il paese. Non si tratta però di un vero lockdown: le attività industriali e commerciali sono generalmente aperte. Previsti sostegni economici pari a 1.000 miliardi di dollari
Giappone, Abe estende lo stato di emergenza

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato lo stato d'emergenza nazionale in seguito all'epidemia Covid-19.

Nonostante nel paese le persone contagiate siano state finora solo 9.300, e il numero delle vittime contenuto in 190, il governo ha deciso ieri di attuare una strategia di contrasto all'epidemia molto forte.
Da oggi ha allargato a tutto il paese il provvedimento che finora aveva riguardato Tokyo, Osaka e cinque altre prefetture che includono Kyoto, Aichi e Hokkaido. Pertanto la misura, che ha lo scopo di ridurre fino all'80% il distanziamento sociale, durerà fino al prossimo 6 maggio, quando si concluderanno le festività per la “settimana d'oro” giapponese.
La task force del ministero della salute ha previsto che in assenza di misure adeguate ben 850.000 persone potrebbero ammalarsi gravemente di Covid-19.
Le attività produttive sono state regolamentate e sospese soltanto in casi specifici, mentre quelle commerciali restano aperte con le misure di distanziamento e quindi con una chiusura parziale (centri commerciali, cinema, teatri, eccetera) a seconda dei regolamenti delle diverse prefetture. 

Sempre ieri, Abe ha approvato un provvedimento a favore di tutti i cittadini con il quale saranno erogati 100.000 yen (circa 850 euro) una tantum per soddisfare i bisogni primari di questo periodo.

Il premier Shinzo Abe
Il premier Shinzo Abe

Tra i grandi gruppi industriali, Toyota Motor aveva già annunciato a fine marzo una importante sospensione delle linee produttive nazionali, Subaru - a causa della carenza di forniture esterne - aveva prolungato la chiusura a 19 giorni, mentre Mitsubishi Motors aveva posticipato la riapertura già programmata di un'altra settimana.

Per quanto riguarda le moto, Kawasaki Heavy Industry ha già sospeso la produzione motociclistica fino al 6 maggio, a causa di un calo delle vendite nei principali mercati mondiali.
Le fabbriche Suzuki hanno chiuso per tre giorni nella prima settimana di aprile e uno nella seconda. La produzione di moto e motori marini, informa Suzuki Italia, continua con l’ordinaria programmazione e non sono previsti stop.
Yamaha Motor prevede di sospendere la produzione di moto e relative componenti di otto giorni e quella dei motori fuoribordo per 16 giorni nel mese di maggio.

A partire dall'8 aprile scorso, il governo giapponese ha preparato un pacchetto di stimoli economico pari a 1.000 miliardi di dollari, per contrastare l'emergenza e soprattutto per sostenere il necessario impulso alla ripresa dei prossimi mesi.

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