Honda, 1962: l’impressionante potenza industriale nella moto [VIDEO]
Questa volta mi è stato chiesto un commento su un tema che non riguarda la MotoGP o, perlomeno non la riguarda direttamente.
Nico mi ha avvertito qualche giorno fa: era stato pubblicato sul canale YouTube della Honda un lungo video d’archivio, una sorta di documentario sulla forza industriale del colosso giapponese con la minuziosa descrizione di alcuni impianti produttivi dell’epoca. Parliamo del 1962. In un primo momento la richiesta mi è parsa bizzarra. Poi ho visto il video e ho capito.
Bisogna innanzitutto partire con un avvertimento. Si tratta di un lavoro di più di sessant’anni fa, il filmato è distantissimo dai video brevi e d’impatto che vengono pubblicati oggi: dura oltre mezz’ora. E in molti momenti ti scatena il dubbio che il regista sia stato uno dei loro ingegneri, mosso più dall’intento di creare una sorta di “manuale illustrato” su come era attuato il processo produttivo, più che spinto dalla necessità di realizzare qualcosa di attraente da utilizzare in una campagna pubblicitaria.
In effetti il filmato fa vedere la grandezza degli impianti industriali che Honda aveva già all’epoca. Quelli dedicati alla produzione del Super Cub, il mitico scooter prodotto ininterrottamente dalla fine degli anni Cinquanta in più di cento milioni esemplari. Sotto sotto, però, fa vedere molte cose in più.
Lo Spirito Honda, quello del fondatore
È una testimonianza nitida dello “Spirito Honda”, cioè di quel concetto allargato di industria: legata a doppio filo con il contesto sociale della propria epoca. Uno spirito che è certamente connesso al modo di intendere l’attività di impresa del suo fondatore, Soichiro Honda, ma che ancora adesso è considerato in Giappone un esempio da seguire.
Per questo il filmato mostra chiaramente come il prodotto, lo scooter Super Cub, sia stato progettato per puntare a un reale miglioramento della qualità di vita dei suoi utilizzatori. E l’obiettivo è perseguito dall’azienda anche nella realizzazione delle proprie fabbriche, che sono dotate di spazi adeguati dedicati ai lavoratori e zone ricreative decisamente moderne per l’epoca.
Sul piano della realizzazione del prodotto, lo “Spirito Honda” si traduce nell’evidenza che tutti i componenti sono Honda in quanto l’azienda ne cura tutta la filiera, dal progetto al pezzo finito. Arrivando a creare fabbriche dedicate alla realizzazione dei componenti di diversa tecnologia. Per questo vengono descritte minuziosamente la fonderia, la divisione dedicata alla lavorazione meccanica, la forgeria, la stamperia delle parti in lamiera e quella delle parti in plastica, la cromatura, la verniciatura…
Sono tutte fabbriche all’avanguardia per lo standard dell’epoca, che hanno permesso a Honda e, più in generale all’industria giapponese, di primeggiare per più di un quarto di secolo sul piano della qualità e del controllo dei processi produttivi.
La mole della produzione lascia senza fiato
Vedere la quantità di pezzi prodotti lascia senza parole: siamo a poco più di quindici anni dalla fine della seconda guerra mondiale, siamo nel pieno del boom economico e del fenomeno della motorizzazione di massa. Ai nostri giorni i volumi di produzione sono inferiori anche perché c’è una scelta di modelli molto più ampia. Honda, però, resta la numero uno al mondo. E il documentario ne chiarisce il perché.
Prima di chiudere, un ultimo commento legato ad una delle prime immagini che il filmato propone: si vede una moltitudine di Super Cub, ma si sente chiaro il suono di un motore da corsa che diventa sempre più nitido. Gli scooter lasciano presto il campo alle moto da corsa che Honda ha portato sul mondiale dal ‘59 e che dominano quasi dappertutto dal 1961. Eccolo, finalmente, il legame con le corse e la MotoGP!
Lo “Spirito Honda” sta anche nel modo di intendere le corse, cioè un’attività rivolta allo sviluppo e al collaudo delle tecnologie che saranno poi applicate ai veicoli di serie. È una cosa che ho personalmente imparato negli anni passati a lavorare con loro: non a caso, è una divisione di Honda R&D che progetta e realizza le moto da Gran Premio. La progettazione delle moto da corsa serve anche a formare i tecnici migliori, quelli che poi negli anni diventeranno i dirigenti di punta alla Honda.
Fino a che Honda resterà Honda, ci sarà un impegno diretto nelle competizioni. Possiamo esserne certi.
Quello che mi ha colpito del filmato gli operai in sala mensa che mangiavano all'occidentale con coltelli e forchette! (un po impacciati...) e molti macchinari di produzione europea o americana. Credo che dopo la guerra i giapponesi abbiano voluto dimostrare in maniera pacifica la loro presunta superiorità tecnologica (io la chiamerei piu' dedizione alla causa), che non si ferma solo al fatto di avere o no ingegneri e capacitò di inventiva (quello che avevamo noi qui in Italia), ma nel globale nel dare un prodotto curato in tutto e per tutto e valido in tutto il mondo