Come si diventa designer di moto? [VIDEO]

- Carbonara, Aiello e Dovis, i tre designer italiani del Centro R&D Honda di Roma hanno spiegato a moto.it le tre caratteristiche principali che si devono possedere per fare questo bellissimo lavoro: disegnare moto. Carbonara ha raccontato anche della contro-intuizione per creare X-ADV

Sono tre voci autorevoli nel campo del design della moto. Hanno creato modelli iconici: Maurizio Carbonara è il padre dell'Africa Twin Adventure Sport, dell'NT1100 e di X-ADV. Valerio Aiello ha lavorato per creare l'SH125i e la Neo Sports Café family. Infine il più giovane, Giovanni Dovis, ha curato restyling di ADV350 e ha realizzato i primi bozzetti della nuova Hornet, parlandone anche in un VIDEO.

Moto.it ha avuto l'occasione di conoscerli meglio in occasione di una tre giorni organizzata da Honda in cui la casa giapponese ha provato a far capire al pubblico quanta Italia c'è in Honda.

Per farlo, tra le altre cose, ha fatto incontrare i giornalisti con i tre designer, prima in una cena informale, necessaria per rompere il muro delle formalità e la mattina dopo nel dream dealer Honda di Roma dove Carbonara, Aiello e Dovis sono stati intervistati.

Abbiamo colto l'occasione per chiedere ai tre designer quale caratteristica è indispensabile per fare questo lavoro. Curiosamente ognuno dei tre ha risposto in modo diverso e le loro riflessioni le trovate in questo video.

  • montinimichele63
    montinimichele63, Monticiano (SI)

    secondo me oltre ad essere appassionati bisognerebbe avere cognizione del periodo e delle eigenze in riferimento al momento in cui si progetta.
    pensate allo scarsissimo successo che ebbe la MOTO' di Aprilia circa 30 anni fa e che oggi e' stata rivalutata e considerata precursore dei tempi.
    questo per dire che sarebbe importante trovarsi nel momento giusto nel posto giusto, come in tanti altri settori la moda la cultura influenzano molti settori.
  • DettoFatto
    DettoFatto, Lodi (LO)

    Mi ricordo di aver letto qualche anno fa da qualche parte le idee che avevano portato al disegno del nuovo monster, dove la "gobba" del serbatoio e il faro montato più in basso davano l'idea di un "toro", ovvero di un animale maschio e aggressivo, e il giro dello scarico l'idea di "viscere metalliche".
    Nonostante non sia il mio campo, questa disciplina mi affascina sempre molto.

    Sono d'accordo sul fatto che si debba avere una forte cultura del pregresso, ovvero di quelle che furono le moto iconiche e i relativi tratti caratteristici del passato, che poi uno può scegliere di copiare, citare, far evolvere o "rompere".

    Sempre tenendo a mente che si tratta di prodotti industriali ma anche di veicoli pensati per circolare su strada - dunque le scelte stilistiche devono essere economicamente sostenibili, e forma e funzione devono andare a braccetto.
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